L’importanza del papà

“I padri sono quelli che spalancano le finestre ai figli, che permettono loro di volare, di sognare, di abbandonare il nido. Le madri, invece, li proteggono, certo, ma tendono a non lasciarli andare. Se Cristoforo Colombo avesse dato retta a sua madre, non avrebbe mai scoperto l’America…”.
Ricordo ancora, a distanza di tanto tempo, le parole di un amico più anziano, con cui, da giovane mamma, discutevo del ruolo delle mamme e dei papà nell’educare i figli… lamentandomi un po’, come forse tante mamme come me, di un aiuto domestico discontinuo da parte di mio marito.

Negli anni, ho più volte ripensato a quelle parole, e devo dire che ho finito per dar ragione a quest’amico, con cui allora avevo un po’ battagliato: è vero, i ruoli della mamma e del papà sono diversi, ed è bene per il bambino che sia così, perché le differenti prospettive dei due genitori fanno sì che possa godere di un affetto profondo ma ricco di sfumature, aperto alla diversità e libero.

E poi, i bambini crescono… e cambiano. Io, per esempio, mi sono accorta che ad un certo punto della crescita dei nostri figli, quando, passata l’infanzia, si sono affacciati all’ingrato periodo dell’adolescenza, la presenza di una figura di riferimento un po’ più “distante” è servita (almeno, è questa la mia esperienza) a dare dei punti fermi che io, da mamma, per quanto apparentemente fossi quella sempre pronta alla discussione e al rimprovero, non riuscivo a dare.

Modelli superati? Sì, forse. Sicuramente rispetto ai miei tempi (i tempi di “noi nonni”) i papà di oggi sono più presenti fin dai primi mesi nella vita dei bambini; eppure, io penso che ancora oggi le mamme e i papà abbiano un approccio emotivo diverso nei confronti dei loro bambini, e che una differenza tra i ruoli sia positiva. Perché in questo modo i bambini avvertono che la finestra è aperta e che possono cominciare a volare quando si sentono abbastanza forti, ma che ad aspettarli, quando vogliono, c’è sempre un nido accogliente. Quindi… grazie a tutti i papà!

 

3 commenti su “L’importanza del papà

  1. io vorrei chiedere come si fa a dire a un bambino che ha solo la mamma perché lui il papà non ce l’ha, si è defilato ancora prima che nascesse. Ha otto anni ed è già un anno circa che chiede sia a sua mamma sia a me, che sono la nonna, se lui ha un papà, dove abita, dove lavora. Sia mia figlia sia io, quando è lui che chiede senza forzarlo, diamo spiegazioni senza dire cattiverie sul padre, ma arriverà un momento in cui vorrà sapere la verità. È un bambino intelligente, ha tanti zii che gli vogliono un bene grandissimo e che stravedono per lui. Quando è il momento di dirgli che suo padre oltre ad averlo abbondonato si è formato una famiglia?

    1. Cara Maria, quella di cui parli è una situazione molto dolorosa. Ci sono molti bambini che non vivono con il papà perché i genitori si sono separati, ma continuano ad avere rapporti, anche se meno stretti, con lui. Nel vostro caso purtroppo è ancora più difficile perché il papà si è eclissato.
      Noi giriamo a tua domanda alla nostra consulente psicologa, Manuela Arenella, che è la persona più adatta a dare consigli. Ti invieremo la risposta appena arriva.
      Un caro saluto e tantissimi auguri di buona Pasqua a tutta la tua famiglia
      La redazione di noinonni.it

      1. Grazie.Devo dire che il bimbo è sereno; il problema si è presentato quando ha cominciato la scuola materna ma ancora di più da quando frequenta le elementari.Come ho scritto i miei figli cercano di stargli vicino e molte volte lo vanno a prendere all’uscita da scuola, e quando ci sono le udienze e la mamma ha il turno va lo zio. Buona Pasqua a tutti

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