Risponde lo psicologo – Cambiare città
Una famiglia che, per motivi di lavoro, decide di cambiare città. Come reagirà la bambina? Come fare ad aiutarla ad affrontare serenamente questo cambiamento? Risponde la psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
A breve dobbiamo traslocare in un’altra casa e un’altra città. Io e mio marito non stiamo vivendo molto bene questo passaggio, però dobbiamo farlo perché dopo la nascita del secondo bimbo non me la sento più di viaggiare (ero una pendolare).
La nostra bambina, una bimba di quattro anni molto sensibile, percepisce la mia angoscia come nessun’altro sa fare. Io mi sforzo di non sembrare triste ma non ci riesco, anche perché sono spaventata dal fatto che questo cambiamento, e forse altri che ci potranno essere , la potranno turbare, proprio perché lei è molto simile a me di carattere, anche se, quando mi guardo indietro mi rendo conto che io ho avuto uns grande forza nel girare tante città alla ricerca di un lavoro. Spero che mia figlia possa superare queste difficoltà, ma non so bene come pormi con lei. Come ci dobbiamo comportare?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
I traslochi sono eventi emotivamente stressanti e spesso, prima di sentire la gioia per le nuove opportunità che si creano, si avverte l’angoscia, la paura per ciò che accadrà, e la tristezza per ciò che si lascia.
È un atto di estremo coraggio affrontare un passaggio del genere, con l’obiettivo di dare condizioni di vita migliori alla propria famiglia e ai propri figli, per cui credo che lei e suo marito possiate essere orgogliosi della forza che dimostrate nell’affrontare un’avventura del genere.
Come dicevo, l’altra faccia del desiderio è la paura, per cui è normale che ci si ponga domande su cosa accadrà o si soffra per quello che si lascia.
I bambini hanno le “antenne” e avvertono perfettamente gli stati di tensione dei genitori, per cui è pressoché inutile cercare di far finta di niente.
Credo sia importante spiegare alla sua bambina che la mamma è un po’ preoccupata per questo cambiamento, ma trasmettendo la certezza che si andrà solo a migliorare. Diamo voce anche alla tristezza di dover salutare persone e contesti noti, ma sottolineando la bellissima opportunità di conoscere posti e persone ancora migliori.
Ai bambini va trasmessa la positività, la convinzione che un’esperienza, per quanto faticosa, porterà bellissime novità. Se associamo i cambiamenti a uno stato di terrore rischiamo di bloccare i processi che portano a crescere e a esplorare il mondo.
Riconosciamo la paura, ammettiamola, ma trasmettiamo la speranza e le mille possibilità che un cambiamento del genere apre.
Non confonda la sua paura con quella di sua figlia. Se facciamo l’errore di dare per scontato che i nostri figli siano uguali a noi, li condanniamo a ripetere i nostri passi e non ne vediamo l’unicità.
La sua bambina, per quanto le assomigli, non è lei. È importante nutrire una piena fiducia nel fatto che riuscirà ad affrontare il passaggio difficile e aprirsi alla possibilità di stupirsi, scoprendo aspetti e risorse inaspettate.
Il “colore emotivo” di un’esperienza lo danno i genitori; i vostri figli la affronteranno in base a come voi la presenterete e vivrete. Un trasferimento può essere associato all’angoscia di perdere tutto, o alla curiosità di vedere cosa vi aspetta di bello.
La casa di un bambino è la sua famiglia, a prescindere dal luogo fisico in cui ci si trova.
Cerchi di gestire i suoi vissuti angosciosi condividendoli con suo marito, dica pure a sua figlia che la mamma è un po’ giù perché è triste lasciare tutto, ma senza trasmettere un senso di catastrofe, bensì sottolineando le enormi possibilità che un passo del genere apre.
Si fidi di sé e della sua bambina.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.