La Pasqua dei nonni
Com’era diversa la Pasqua di quando noi nonni eravamo bambini, rispetto a quella di oggi! C’erano tradizioni e sapori (certo anche sapori!) che ormai per le giovani generazioni sono in gran parte persi; eppure, sono tra i nostri ricordi più preziosi ed è bello, per chi di noi ne ha la possibilità, raccontarli ai nostri nipotini.
Per esempio, la “Pasqua con chi vuoi” non era pensabile: la Pasqua era ancora una festa da trascorrere in famiglia, anzi era una delle due o tre occasioni in cui le famiglie si riunivano al gran completo.
Ma a essere molto diversa era anche, almeno per la mia esperienza, la preparazione della Pasqua. Ricordo il venerdì santo a casa di mia nonna: era un giorno in cui in tavola comparivano solo verdure e cereali; il momento solenne, che faceva sbuffare noi nipoti (già poco soddisfatti della dieta della giornata) ma che oggi è dolcissimo nel ricordo, era però la visita ai Sepolcri. Si partiva tutti insieme, la nonna in testa, e si visitavano tre o quattro chiese, pregando in ginocchio, guidati sempre dalla nonna, davanti al Santissimo velato. E poi si partecipava alla processione, che per noi bambini, che cercavamo di rimanere in coda, si trasformava quasi in una festa di giochi e bisticci.
Oggi la visita ai Sepolcri è una tradizione che si è quasi totalmente persa, o si limita a una fugace sosta in chiesa, magari solitaria, nelle nostre giornate frenetiche, complice anche il fatto che si tratta di un giorno lavorativo come gli altri.
Il venerdì santo era anche il giorno in cui, tradizionalmente, nelle case si preparavano i dolci di Pasqua. Una tortura per noi bambini, con i profumi che si spandevano per la casa e la proibizione di assaggiare! Ma tant’è, bisognava resistere fino alla domenica, la grande festa di Pasqua. Ricordo lo scampanio festoso la mattina, la messa a cui si andava tutti insieme, i grandi seduti intorno al tavolo allungato con assi e apparecchiato con cura e noi bambini relegati in fondo, a fare chiasso.
E naturalmente Pasquetta, che chiudeva la festa, con i picnic all’aperto, a godersi l’inizio della primavera seduti su una coperta, su un prato, quando il tempo lo permetteva. Ma, chissà perché, nel ricordo sembra che il tempo lo permettesse sempre!