Lì dove nascono le Marionette Colla
Dovrebbero venirci tutti, almeno una volta all’anno. O almeno tutti i milanesi, e sicuramente tutti i bambini di Milano e dintorni. Stiamo parlando del teatro delle marionette di Carlo Colla & Figli, dove passione e tradizione si uniscono per creare spettacoli di altissimo livello, godibili da grandi e bambini.
Spettacoli, tanto per fare qualche esempio, come Il pifferaio magico, in programma tra qualche giorno al Piccolo Teatro di Milano, o La tempesta, che mette in scena un testo di Eduardo de Filippo scritto apposta per le Marionette Colla e appena portato a Napoli, o La Bella Addormentata nel bosco, in programma a febbraio, o l’Excelsior, che andrà in scena a maggio, in concomitanza con l’inaugurazione dell’Expo.
Spettacoli dagli allestimenti sontuosi, che uniscono musica, ballo e recitazione, e che sono interpretati da marionette che, grazie alla maestria con cui sono costruite e manovrate e a un abile gioco di luci, sembrano prendere vita. Non per nulla la compagnia Carlo Colla in Italia è sinonimo d “marionetta”, e i suoi spettacoli sono richiestissimi anche all’estero.
Se assistere a uno spettacolo è una gioia, visitare l’atelier di Carlo Colla è pura magia. È qui che nascono le marionette che sono portate in scena, e la visita permette di seguire passo passo tutte le fasi della realizzazione. Una visita che si snoda attraverso le stanze dell’atelier, disposte ai lati di un lungo corridoio stipato di meraviglie, e dove le marionette prendono progressivamente vita.
Come nasce una marionetta
La prima tappa della visita è nella stanza dove nascono le teste, modellate in legno di tiglio (come le mani) e fortemente caratterizzate nelle espressioni e nella fisionomia seguendo i bozzetti preparati da Eugenio Monti Colla, l’ultimo erede di una dinastia che da duecento anni è sinonimo di marionette.
I corpi invece sono in legno di abete e sono scolpiti in maniera meno accurata, visto che devono essere vestiti di tutto punto. E questo è compito delle sarte, che lavorano nella stanza accanto e che realizzano gli abiti con cura infinita e grande attenzione a ogni dettaglio.
Io le ho viste lavorare a uno splendido Re dei topi per lo spettacolo Lo schiaccianoci in programma alla Scala, in un allestimento che prevede la presenza di marionette accanto ai ballerini. Anche loro lavorano a partire da bozzetti e preparano perfino le parrucche, fatte con capelli veri appuntati su una calotta di cotone.
Tutto è curato nei minimi dettagli: le marionette hanno perfino le scarpe e le calze. E ho visto perfino delle deliziose calze a righe perfettamente modellate, fatte ai ferri una per una, in preparazione per un altro spettacolo!
Ci sono diversi tipi di marionette. Prima di tutto, naturalmente, ci sono quelle maschili, alte 80 centimetri, e quelle femminili, leggermente più basse; ci sono quelle che indossano parrucche e quelle che hanno i capelli modellati nel legno; ci sono quelle con le bocche fisse e quelle con le bocche mobili, mosse da fili per dare l’illusione che parlino. Naturalmente, dipende dal ruolo che rivestono nello spettacolo. Tutte però sono veri “attori” e come tali vengono curate: spogliate alla fine di ogni allestimento e rivestite di tutto punto prima che uno spettacolo vada in scena. Ed eccole lì, nell’ultima stanza dell’atelier, pronte ad entrare in scena. Sono tutte in fila, collegate a delle guide fissate al soffitto sulle quali scorrono, ognuna con il suo abito di scena, la parrucca, la sua inconfondibile espressione. Uno spettacolo che da solo vale la visita!
Un archivio ricchissimo
Naturalmente l’Atelier ha anche un grande archivio: non tutto è realizzato ex novo, anzi! Basti pensare che ci sono circa 9000 costumi, e poi fucili, spadoni, armature, elmi, alabarde, lance…
Insomma, un mondo completo pronto a prendere vita in scena e a interpretare il vasto repertorio del teatro. Un repertorio che comprende fiabe, drammi, e perfino opere, interpretate da queste splendide marionette mosse, sul ponte invisibile agli spettatori, da esperti marionettisti. Ognuno può manovrarne una, attraverso il “bilancino”, una specie di croce di legno a cui sono collegati i fili, due di acciaio, per sostenere il peso, e gli altri di cotone, per i movimenti; ma ci sono casi, quando è necessario farle fare movimenti complessi, in cui occorrono due marionettisti per una sola marionetta.
Le voci invece non sono dei marionettisti ma, tranne in casi particolari, vengono registrate prima da attori. Il difficile è poi sincronizzarsi sulla registrazione, in modo che tutto funzioni alla perfezione.
E le scene? Le scene sono tutte archiviate sotto il palcoscenico, e tirate fuori a seconda degli spettacoli. E sapete una curiosità? Sono dipinte su semplice carta da pacchi. Straordinario, a vedere i risultati! Guardate le immagini qui sotto, foto di diversi spettacoli della compagnia, e mi direte!
Informazioni: www.marionettecolla.org