“Non è colpa dei bambini”: un libro per riflettere sul ruolo degli educatori

Un titolo un po’ “provocatorio” per il bel libro di un pedagogista di vasta esperienza come Daniele Novara: “Non è colpa dei bambini” (BUR). Ad aprire uno spiraglio più ampio sulla tesi che l’autore svilupperà nelle pagine, il sottotitolo, “Perché la scuola sta rinunciano a educare i nostri figli e come dobbiamo rimediare. Subito”. Ce ne parla Innocenza Laguri Lucini.

 

Ritengo sia necessario essere aggiornati sull’aria che tira circa la questione dell’educazione dal punto di vista di chi ha il diritto, il dovere e la capacità di occuparsene. Il sapere educativo appare infatti oggi frantumato nelle varie specializzazioni: c’è il sapere didattico, c’è il sapere dello psicologo e dello psichiatra, c’è quello dei genitori, che oggi appaiono disorientati, c’è anche quello dei nonni (ai quali non guasterebbe una maggior consapevolezza). Per una certa parte di genitori e nonni fa ancora da punto di riferimento la tradizione religiosa; se è vissuta in modo vitale, calata nell’esperienza, può essere il punto di sintesi, ma non in modo scontato! In generale è difficile una sintesi armoniosa tra i vari saperi e mi sembra che, davanti a questioni che riguardano l’iter educativo dei giovani, la faccia da padrone lo psicologo, che viene guardato come colui che possiede un sapere sicuro, scientifico.

In realtà invece gli indirizzi psicologici sono assai vari e diversificati! Un aiuto su tale questione viene da questo agile testo di Angelo Novara, Non è colpa dei bambini (Bur Rizzoli). Contiene una tesi su cui noi tutti, genitori e nonni, siamo invitati a riflettere: le certificazioni psichiatriche sui più vari disturbi dei bambini sono aumentate in modo abnorme in Italia; questo perché in realtà chi deve educare sta sostituendo la psichiatria all’educazione. È molto più comodo, anzitutto a scuola, ma poi anche per i genitori ormai in difficoltà sulla loro funzione e intimiditi dagli esperti, definire malato un bambino che non si riesce a educare: si preferisce la terapia all’educazione. Occorre invece, afferma l’autore, tracciare una linea netta tra malattia e cattiva educazione. Occorre che la scuola e la famiglia tornino a educare.

Nel libro, Novara sostiene questa tesi con molti esempi di questo cedimento alla “medicalizzazione delle difficoltà”: riferendo racconti ed esperienze di genitori e di maestre, individua con chiarezza e semplicità i trabocchetti che portano a un comportamento nei confronti del bambino che non lo aiuta a superare le difficoltà, anzi! Ad esempio, spesso non sappiamo guardare il “bicchiere mezzo pieno” che il bimbo presenta e non diamo importanza al fatto che ogni bambino ha i suoi tempi, che è un essere in evoluzione e che ogni bimbo sviluppa le proprie competenze in momenti diversi: gli screening a tappeto cui vengono sottoposti i bimbi tra la prima e la seconda classe della primaria non tengono affatto conto di questi elementi basilari. Insomma, non si dà più ai bambini il tempo di crescere!

Interessante il capitolo sui genitori dove, sempre attraverso esempi concreti, racconti e testimonianze, si indicano gli equivoci celati nell’idea che i genitori debbano essere “amici” dei figli, che basti il “dialogo” per risolvere i problemi educativi, e si indicano principi educativi semplici e  basilari (molto basilari, forse troppo semplici, che pure l’autore, in 20 anni di consulenza come pedagogista, non vede applicati!).
I genitori di oggi sono diventati iperapprensivi e iperaccudenti, hanno paura per i figli, che peraltro oggi, in piena crisi demografica, sono sempre meno numerosi, e per questo li “bloccano”, impediscono loro di crescere liberamente. Il rapporto genitori-figli ha perso di naturalezza e di chiarezza di ruoli, ma paradossalmente questo per i figli significa minore libertà. Non solo: significa che se i figli non rispondono alle aspettative dei genitori, si tende a ricorrere alla terapia, considerata la panacea di tutti i mali, invece di rivedere il rapporto genitori(educatori, adulti) e figli.
E questo discorso si applica anche al mondo della scuola(in particolare quella primaria), a cui è dedicato un altro illuminante capitolo, che deve riappropriarsi del suo importante ruolo di risorsa educativa.

Insomma, Non è colpa dei bambini è uno strumento utile per genitori e nonni, ricco di spunti concreti e perfettamente in linea le esigenze delle famiglie di oggi. Perché, come scrive l’autore, “l’educazione è un progetto di cura”.

Daniele Novara, Non è colpa dei bambini, Bur

 

Innocenza Laguri Lucini

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