In un museo, cento anni di stazioni di servizio

Museo-Fisogni-TradateIn visita con i bambini a uno dei musei più insoliti e interessanti d’Italia: il Museo Fisogni di Tradate (VA), tutto dedicato al mondo delle stazioni di servizio.

Il pezzo più antico è del 1892; il più recente del 2000, quando i distributori di benzina sono diventati elettronici e quindi tutti uguali. Più di un secolo di storia che tutti noi abbiamo vissuto, un pezzo del nostro passato fatta di gesti e figure familiari: chi non ricorda il benzinaio all’angolo, quello con cui facevamo quattro chiacchiere? Le vecchie insegne di metallo? I cartelloni pubblicitari? Lo strumento con cui si controllava la pressione delle gomme?… Un mondo a cui è dedicato un museo unico nel suo genere non solo in Italia, ma nel mondo, tanto da essere inserito nel Guiness dei Primati: il Museo Fisogni, a Tradate (Varese).

Guido Fisogni, il creatore del museo

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Il signor Guido Fisogni

Un museo che racconta anche una vita e dietro il quale c’è un uomo, Guido Fisogni, che ha saputo fare del suo lavoro una vera passione. Un imprenditore edile specializzato nella costruzione delle stazioni di servizio, che ha cominciato da solo negli anni ’60 e ha ceduto nel 2000 una ditta che contava ormai 110 dipendenti. E che nel corso di tutti questi anni non ha mai smesso di collezionare pezzi, prendendoli spesso tra quelli destinati alla rottamazione e rimettendoli a posto con infinita pazienza e passione.

 

La collezione

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Una veduta dell’esterno del museo

Sono più di 5000 i pezzi (di cui 180 solo distributori) collezionati dal signor Fisogni nel corso della sua vita ed esposti ora nel museo. Un museo privato che era stato inaugurato già nel 1966 a Palazzolo Milanese, lì dove aveva sede la ditta del proprietario, e chiuso nel 2000, ma poi riaperto nel 2015 nella nuova sede di Tradate.

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Pompe di benzina in una delle sale

Il primo oggetto che il signor Fisogni ha raccolto e conservato è stato una pompa di benzina Bergomi a pentalitri abbinati, che nei primi anni Sessanta trovò, in pessime condizioni, in una cava di sabbia. La recuperò, la sistemò… e quello fu il primo pezzo di una collezione che negli anni si andò arricchendo sempre più e che oggi è a disposizione del pubblico nel museo.
Il museo però non raccoglie solo pompe, ma anche globi, insegne, attrezzature, e perfino giocattoli, naturalmente sempre in tema e sempre “vintage”, oltre a una collezione di interessantissimi disegni tecnici.

La pompa di benzina disegnata da Piacentini per Mussolini
La pompa di benzina disegnata da Piacentini per Mussolini

I pezzi più curiosi? Difficile scegliere. Vediamo. Il distributore di benzina impiantato a Roma e usato da Benito Mussolini: disegnato da Piacentini in stile littorio, come gli edifici del ventennio, con la pensilina che ricorda il saluto romano, a una sola pistola e con la scritta “benzina pura”, cioè non mescolata ad alcol da barbabietola, usato quando l’Italia fu sottoposta a sanzioni per l’invasione delle colonie. Oppure quello di Buckingham Palace, rosso, a due bracci, sovrastato da un’imponente corona. O ancora i “distributori” a ruote di  quando la benzina veniva usata dai farmacisti per debellare i pidocchi, e che venivano riportati dentro il negozio a fine giornata. Oppure il distributore svizzero con 40 chiavi: chi possedeva la chiave faceva rifornimento e pagava alla fine del mese (quando le auto erano davvero poche e per pochi!). E potremmo continuare.

Un giocattolo vintage: la stazione di servizio
Un giocattolo vintage: la stazione di servizio

Tanti pezzi, ognuno con una storia da raccontare. Una storia che è bello sentire dal signor Fisogni, che si presta volentieri ad accompagnare gli ospiti nella visita arricchendola con tanti aneddoti e notizie di un vero esperto. E poi, per noi nonni, volete mettere il piacere di mostrare ai nipoti alcuni pezzi di quando eravamo piccoli noi, magari cogliendo l’occasione per raccontare qualche episodio del nostro passato?

 

Informazioni: il museo è aperto la domenica mattina (9.00-11.00) oppure su prenotazione – www.museo-fisogni.org

Ecco alcune immagini della collezione esposta nel Museo Fisogni:

 

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