Il Pimpa, un “claun”che regala sorrisi

il-pimpa-logoPer noi nonni, c’è uno spettacolo nello spettacolo: è quello degli occhi brillanti dei bambini che si accalcano intorno al palco, dei loro visini attenti, delle risate squillanti con cui accolgono ogni numero e dei sorrisi timidi di quando salgono sul palco e improvvisamente sembrano perdersi d’animo.
A creare questo spettacolo, anzi questo doppio spettacolo dentro e fuori dal palco, è lui, Marco Rodari, per tutti “Il Pimpa”, anzi “Claun Il Pimpa”. È lui che, con la sua irresistibile simpatia, con la sua aria tenera a buffa, con la sua capacità non solo di fare magie, ma di prendersi un po’ in giro, di giocare al mago pasticcione e maldestro, di coinvolgere i bambini facendoli sorridere, ma anche creando un clima di complicità con loro, riesce a dar vita a uno spettacolo in cui tutti sono protagonisti e noi nonni, seduti naturalmente un po’ in disparte, nelle ultime file, sorridiamo due volte: per i numeri messi in scena dal Pimpa e per l’entusiasmo e la sorpresa dei bambini.

Il-Pimpa“Certo, mi fa piacere incontrarla! Venga però a vedere lo spettacolo di domenica. Dopo, potrò senz’altro dedicarle un po’ di tempo”. È stata questa la risposta del Pimpa alla telefonata in cui gli chiedevo di poterlo intervistare. Ed è stato così che mi sono ritrovata nel teatro di una parrocchia di Milano, confusa tra nonni e genitori, a godermi con divertimento e meraviglia lo spettacolo di questo mago-clown la cui forza sta, oltre che nella  grande professionalità, nella capacità di divertirsi insieme ai bambini. E i bambini questo lo sentono, eccome! (E anche noi nonni…)
Dopo, quando Il Pimpa è sceso dal palcoscenico, mi sono goduta l’altro spettacolo, quello dell’assalto dei bimbi che lo circondavano cercando di strappargli un’ultima magia e di scoprire i suoi trucchi.
Marco si presta volentieri, ha un piccolo gioco-trucco di magia per tutti, e spiega a tutti come funziona. La sua raccomandazione? “Racconta sempre una storia! Il trucco perde sapore se lo fai senza raccontarlo, senza creare una piccola storia che gli dia un pizzico di mistero!”
Ed eccoci finalmente tranquilli, nel teatro vuoto, per fare due chiacchiere.

Il-Pimpa-Marco-Rodari“Io sono arrivato tardi a fare il clown. Sono laureato in storia, un percorso scolastico lineare e ‘normale’. Certo, ho sempre frequentato la parrocchia e ho fatto animazione; e certo, i bambini mi sono sempre piaciuti, come mi è sempre piaciuto giocare con loro, ma nulla di più. La svolta per me è stato l’incontro con Margherito e con il suo progetto di ‘ambulaclaun’.”
Ambulaclaun? Non ho osato aprire bocca, ma per fortuna Marco ha capito al volo, dalla mia espressione, che non avevo idea di che cosa fosse.
“L’ambulaclaun è un’ambulanza che ha l’aspetto di una ludoteca, ma che ha anche tutto ciò che serve per accogliere un bambino bisognoso di particolari cure mediche, con l’accompagnamento di clown volontari. Ho iniziato da lì, e ho continuato con le esperienze di clown in ospedale”.
Come ha imparato i “trucchi del mestere”??
Margherito è stato il mio primo maestro. Un altro incontro per me decisivo è stato però quello con Mago Sales. Sono stato a lungo con lui a Cherasco, dove ha creato anche un Museo della magia. È stato lui a insegnarmi praticamente tutto. Ed è stato un insegnante severo: all’inizio, si sedeva tra il pubblico, osservava il mio spettacolo senza perdersi un attimo e alla fine mi diceva ‘hai sbagliato qui, qui e qui…’”.
È stato un buon maestro, a giudicare dai risultati!
Certo, anche se ancora sbaglio delle cose e avrei ancora da imparare, ma insomma… funziona. Oggi faccio moltissimi spettacoli, sia nelle scuole, dove sono presente con diversi progetti che coinvolgono in prima persona i bambini insegnando loro qualche ‘trucco del mestiere’ o mettendo in scena uno spettacolo insieme a loro, sia negli oratori. Durante le vacanze però volo a Gaza. Sarò lì anche il prossimo Natale, per dare una mano e cercare di donare un sorriso ai bambini di là. I soldi che raccolgo con gli spettacoli servono proprio per aiutare la popolazione palestinese di Gaza.”

Il Pimpa tra i bambini di Gaza
Il Pimpa tra i bambini di Gaza

Come mai proprio Gaza?
“A un certo punto ho sentito l’esigenza di andare a dare una mano anche ai bambini che soffrono in altre parti del mondo: penso che la ‘missione’ del clown sia anche questa. Perciò ho cominciato a viaggiare, soprattutto in Medio Oriente e in Africa. E a Gaza, naturalmente, dove sono stato già una decina di volte”
E con la lingua come fa?
Ho studiato un po’ di arabo e ora qualcosa so, quello che mi basta per gli spettacoli. E con i bambini troviamo sempre il modo di capirci: loro sono meravigliosi!”

Marco collabora con la Fondazione Mago Sales, impegnata in prima linea nell’aiuto alla popolazione palestinese, e si trovava a Gaza la scorsa estate, quando sono iniziati i bombardamenti. È rimasto lì, nella parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza City, sotto le bombe, a dare una mano e un sostegno, e a fare spettacoli per i bambini palestinesi, per regalare loro un sorriso. Anzi, proprio lì ha allestito una scuola di clown per adolescenti e adulti, in modo che, anche quando lui non c’è, ci sia qualcuno che continui la sua “distribuzione di sorrisi”.
E ora torna a Gaza, per un Natale all’insegna della condivisione, per portare un sorriso anche ai bimbi di questa terra così provata.

 

Informazioni – Se volete sapere di più sul Pimpa e sulle sue iniziative, andate a dare un’occhiata al suo sito: www.ilpimpa.it.
Per inviare aiuti alla popolazione palestinese, consultate il sito www.sales.it

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