In visita all’Acquario di Napoli

acquario-napoli-esternoHa ben 140 anni, ed è l’ultima testimonianza al mondo di acquario ottocentesco. Stiamo parlando dell’Acquario di Napoli, uno dei primi acquari pubblici d’Europa, interamente dedicato alla flora e alla fauna del Mediterraneo.
Aperto nel gennaio del 1874 grazie all’opera infaticabile del naturalista tedesco Anton Dohrn, che voleva realizzare sulle coste del Mediterraneo un istituto per lo studio della fauna marina dove sperimentare le teorie darwiniane enunciate solo pochi anni prima e che avevano creato un grande fermento nel mondo scientifico, l’acquario ha conservato ancora oggi la sua struttura ottocentesca, che gli dà un fascino un po’ misterioso, “d’altri tempi”, irresistibile per noi “nonni” (che magari, come nel mio caso, l’abbiamo visitato da bambini: ricordo ancora perfettamente quella visita, insieme a mio fratello e mio padre, e in particolare la vasca tra le cui rocce avevo intravisto la sagoma appuntita e minacciosa della testa di una murena!), ma capace di incuriosire e affascinare anche i nostri nipotini

La visita

acquario-napoli-internoQuando fu aperto, l’Acquario era una struttura assolutamente all’avanguardia, progettata dall’ingegnere inglese William Alford Lloyd con un sistema di circolazione che consentiva di mantenere a lungo gli animali in vasca senza dover cambiare l’acqua. Il sistema usato nell’Acquario di Napoli, che sorge proprio sulla costa, permetteva di pompare nuova acqua di mare senza preventiva filtrazione ed ebbe un grande successo, tanto da essere adottato in seguito anche da altri acquari, come quello di Montecarlo.

L’esposizione è ospitata in una grande sala situata al piano terreno dell’edificio, che si trova nella Villa Comunale di Napoli, proprio di fronte al mare.
Si comincia con la parte più propriamente didattica: il “pianeta Oceano”, “gli ambienti marini” e “la catena alimentare” servono a inquadrare l’esposizione. Poi si passa alle vasche. Godetevi lo spettacolo, prendendovi tutto il tempo per osservare l’accurata ricostruzione degli ambienti e le specie che ospitano, non solo quelle più comuni, che in genere si adattano bene a una vita “in cattività”, ma anche quelle più “delicate”, come i calamari, vero vanto dell’acquaio, e alcune specie di pesci come le ricciole, che spesso hanno qualche problema in più a vivere in vasca. E naturalmente non mancano le specie un tempo comuni ma che oggi sono sempre più rare, come le triglie e i dentici, e i molluschi.

acquario-napoli-salaMa poi, soffermatevi su quelle vasche in cui sono stati ricostruiti alcuni degli ambienti caratteristici del golfo di Napoli: ad esempio, le cosiddette “secche”, così chiamate dai pescatori locali, fondi rocciosi tipici della parte occidentale del golfo, o l’ambiente coralligeno, con le colonie di astroides che rappresentano nel Mediterraneo l’equivalente delle barriere coralline, o ancora i fondali di sabbia e di fango dove si infossano sogliole, torpedini, tracine e triglie per cercare i piccoli vermi o i molluschi di cui si nutrono.
Ogni vasca, insomma, riserva una sorpresa!

Il centro di recupero delle tartarughe marine

L’Acquario però non è solo un luogo da visitare per ammirare le creature meravigliose che vivono nel mare. È anche un polo di eccellenza, impegnato da un alto in attività didattiche (indirizzate per lo più alle scuole) per aiutare il pubblico a conoscere l’ambiente marino, dall’altro in programmi di studio e di conservazione per le specie a rischio di estinzione.
Proprio per questo è stato creato fin dal 1986 un centro in cui vengono ospitati e curati esemplari di Caretta caretta, la specie di tartaruga marina più comune nelle acque italiane, gravemente ferite a causa dell’impatto con strumenti di pesca o imbarcazioni, oppure debilitate e denutrite a causa dell’ambiente in cui si trovano a vivere. Nel centro queste tartarughe sono ricoverate, curate e poi reimmesse in natura, ma in ambienti che presentano condizioni più adatte alla loro sopravvivenza.

Il centro, che purtroppo per il momento non è visitabile a causa di lavori di ristrutturazione, è un vero “ospedale” che comprende 50 vasche in tutto, tra vasche di trattamento, di degenza e di riabilitazione. Prima di esere rilasiate in natura, inoltre, le tartarughe vengono messe in semilibertà in uno specchio di acqua di mare chiuso di circa 5000 metri quadrati, a Nisida.

Informazioni – Villa Comunale, 80121 Napoli (NA)tel 081-5833263 (Biglietteria), 081-5833111 (Centralino), 081-5833222 (Ufficio Area di Acquariologia) – fax 081- 7641355 (Stazione Zoologica Anton Dohrn), 081-5833294 (Ufficio Area di Acquariologia) – [email protected], [email protected] www.szn.it

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