Viva i Puffi!

Eccoli, sono tornati! E sono proprio loro: sì, i Puffi della nostra infanzia, quelli che abbiamo rivisto, diventati cartoni animati,  insieme ai nostri figli, e le cui statuine (ve le ricordate? uscivano dagli ovetti Kinder!) riempivano intere scatole, nella cameretta dei bambini.
Ormai anche loro si sono fatti conquistare dalle moderne tecnologie, e approdano sul grande schermo in un film che ai avvale della nuova tecnologia ibrida live-action (in pratica,  sia animazioni in 3D,  sia attori in carne ed ossa).

Questa volta, i cattivo Gargamella l’ha combinata davvero grossa: li ha spinti fuori dal loro villaggio. Così, i Puffi si trovano fuori dal loro mondo magico e cadono nel nostro, nel bel mezzo di Central Park a New York. Alti poco più di una mela, si ritrovano nella Grande Mela, e devono trovare il modo di tornare a casa prima che Gargamella li catturi.

Un successo da più di cinquant’anni

Insomma, cambiano i tempi, ma i Puffi restano sempre uguali, teneri e buffi ometti dal colore improbabile, capaci di farci sorridere con la loro stravagante saggezza e alle prese con i tiri del loro super-nemico, proprio com’erano quando sono nati, nel lontano 1958, dalla penna di un geniale disegnatore belga, Pierre “Peyo” Culliford, che li chiamò “Schtroumpfs”. Diventati subito popolarissimi – all’editore arrivò una valanga di lettere che chiedevano altre storie con questi personaggi –, nei successivi cinquant’anni si sono affermati come un vero e proprio fenomeno intergenerazionale, che mette d’accordo nonni, genitori e nipoti, mentre l’interesse verso questi personaggi, protagonisti di fumetti, serie televisive, film, videogames, shows e figurine (ne sono state vendute oltre 300 milioni!), è andato crescendo sempre più.

Secondo il produttore del film, Jordan Kerner, è facile capire il perché della duratura fortuna dei Puffi: non solo sono adorabili, ma rappresentano la natura umana nel suo aspetto migliore. “I Puffi sono una sorta di nazione”, dice Kerner. “Danno grande importanza alla famiglia e mettono l’accento sulla cooperazione. Ma la cosa più importante è che vedono sempre prima il lato positivo della gente. I Puffi si vogliono bene e si preoccupano l’uno dell’altro”.
“In questo film i Puffi sono fuori del loro ambiente”, dice il regista Raja Gosnell. “Ma noi abbiamo preso le loro regole di vita e le abbiamo messe sullo sfondo della New York di oggi”.

Il film: un progetto nato nel 1980

Il film ha avuto una lunga genesi. Il progetto di Kerner di portare i Puffi sul grande schermo risale al 1980, durante un pranzo con  il leggendario dirigente della NBC Brandon Tartikoff. Tartikoff suggerì a Kerner di leggere i fumetti dei Puffi, e Kerner ne fu affascinato. Intanto però Tartikoff aveva cominciato a lavorare su una serie di cartoni animati dei Puffi per la TV (è la serie di Hanna-Barbera di 256 episodi), e questo ha rallentato il progetto del film. Ma non l’ha fatto tramontare, tanto nel nel 1997 Kerner cominciò a bombardare di lettere Lafig, il licenziatario del marchio dei Puffi, esponendo il suo interesse per la realizzazione di un film. Doveva passare però ancora del tempo perché gli eredi di Peyo sentissero che i Puffi con Kerner sarebbero stati in buone mani: l’accordo arrivò solo nel 2002, dopo il successo del suo adattamento del classico di Elwyn Brooks White, Charlotte’s Web (La tela di Carlotta). E ora… non ci resta che goderci il film!

M.S.

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