“Smallfoot” per un pomeriggio al cinema con i bambini

Qual è l’essere che incute più spavento agli yeti? Ma… l’uomo! Certo, è minuscolo rispetto ai possenti yeti, è senza pelliccia, senza zanne, con piedi ridicolmente piccoli. Però per i grandi e possenti yeti è il vero mostro, lo spauracchio con cui i grandi spaventano i cuccioli, la sera, accanto al fuoco.
È da questo divertente e paradossale rovesciamento di prospettiva che parte Smallfoot, il mio amico delle nevi, il film della Warner Bros ora nelle sale.

Gli yeti qui non sono i terribili mstri del nostro immaginario, ma  una tranquilla comunità di montagna che vive appartata nei propri villaggi, con le proprie tradizioni, e che ha paura dell’uomo.
E Smallfoot è un cucciolo di yeti che non solo non si fa spaventare dai racconti sugli esseri umani, ma anzi è deciso a dimostrare che l’uomo non è una leggenda: esiste davvero. Già, perché come gli uomini credono che gli yeti siano frutto della fantasia, dall’altra parte anche gli yeti parlano degli uomini come di esseri irreali, buoni sono a spaventare i piccoli e a tenerli tranquilli.
Smallfoot parte quindi alla ricerca degli uomini e, imprevedibilmente, non solo li trova e scopre che esistono davvero, ma nasce anche un’improbabile amicizia tra lui e uno dei membri di questo strano popolo.

Un film che parla di amicizia, dunque, ma anche di un incontro tra mondi lontani e apparentemente inconciliabili. Un bel messaggio, in un mondo come quello di oggi, dilaniato dalle divisioni e dalle incomprensioni. E proprio per questo vale la pena portare i bambini a vedere il film, che comunque è pieno di sorprese e riesce a trovare un equilibrio tra divertimento e tenerezza, come fanno i film capaci davvero di parlarci.

 

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