Ma come fa a far tutto? Donne (nonne e mamme), riflettiamo!

Sicuramente noi nonne ce lo ricordiamo: il periodo, faticoso ma anche esaltante, in cui non bastava correre in ogni momento della giornata, ma bisognava programmare e organizzare ogni particolare, dall’attimo in cui aprivamo gli occhi la mattina (sveglia i bambini, convincili a lavarsi a vestirsi, fai loro ingoiare un po’ di  latte ignorando le proteste mentre tu ti infili le scarpe, e poi di corsa a scuola, e poi in automobile al lavoro, cercando di approfittare degli ingorghi per darti un po’ di trucco con l’aiuto dello specchietto retrovisore…).Ora, un film divertente e interpretato da una della attrici di punta del momento, Sarah Jessica Parker, ci offre una fotografia fedele e disincantata della vita frenetica di tutte le mamme che lavorano. Già il titolo, Ma come fa a far tutto? (quante volte ce lo siamo chieste?) ci introduce nell’atmosfera. E bastano poche battute perché inevitabilmente noi donne (nonne e mamme) ci sentiamo calate nella situazione. Certo, noi magari davamo meno importanza alla “carriera” (anche se comunque ci tenevamo ad avere delle soddisfazioni dal nostro lavoro), non sempre ci portavamo il lavoro a casa (all’epoca, senza cellulare e computer, non era così facile, anche se io mi ricordo dei pacchi di bozze e di manoscritti che migravano dalla scrivania al comodino…), ma insomma, fatte le dovute differenze, un po’ tutte ci riconosciamo in Kate Reddy, la protagonista del film.

Tratto dal bestseller omonimo di Allison Pearson, il film, benché condotto con la leggerezza e il senso dell’umorismo tipici della commedia americana, vuole in realtà essere una riflessione sulla molteplicità di ruoli che la donna, ieri come oggi, è chiamata a ricoprire, e sulle sue difficoltà a tenere in mano tutti i fili della sua vita muovendoli con grazia e organizzazione perfette… finché ci riesce. E vuole anche, con garbo e ironia, lanciare qualche frecciata agli uomini, che spesso assistono alle difficoltà delle loro compagne senza minimamente pensare di lasciarsene coinvolgere accollandosi almeno una parte del carico che da sempre grava su di loro, a dispetto delle lotte e delle tante teorizzazioni sull’emancipazione della donna.

 

 

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