Educare nell’incertezza


Tre giorni per interrogarsi sui modelli educativi più adatti a rispondere alle esigenze di una famiglia – e di un mondo – che cambia velocemente, e per riflettere sul proprio ruolo educativo e sul modo più corretto di rapportarsi alle giovani generazioni. Tutto questo a Rovereto (TN), che dal 23 al 25 settembre ospita Educa, l’incontro-evento indirizzato a tutti coloro che si occupano di bambini e ragazzi e che vogliono farlo con consapevolezza ed entusiasmo, senza aderire passivamente al coro delle lamentele sulla crisi dell’educazione, sulla delegittimazione della scuola, sull’ingovernabilità dei bambini e degli adolescenti e sulla loro strutturale superficialità e irresponsabilità.
Un programma impegnativo, che quest’anno si traduce in un tema difficile e di bruciante attualità: Educare nell’incertezza.

Educare promuovendo la creatività e le risorse interiori

Ecco in che modo Educa presenta il tema scelto per la riflessione di quest’anno: Oggi la crisi non può più essere considerata un’eccezione, genera un’ansia individuale e collettiva che investe non solo l’economia, ma anche giovani, famiglie e scuola. È però possibile costruire e innovare le politiche e le pratiche educative basandole sulla capacità di leggere l’incertezza nelle sue diverse sfaccettature: quella creativa, motore di cambiamento, e non solo quella deprivante di diritti. L’educazione può favorire la scoperta delle abilità, di capacità utili a fare i conti con il mondo, facendo della capacità creativa e di mutamento un vestito su misura.(…) In pratica, la scommessa di Educa – e degli educatori che si impegnano con passione accanto ai bambini e agli adolescenti – è quella di far sì che gli educatori diventino una guida nella ricerca di una “bussola interiore” utile ad orientarsi dentro la realtà, la scuola riesca a trovare e sperimentare risposte che sostengano i ragazzi in un contesto così mobile, promuovendo non solo la capacità di fare e conoscere, ma anche l’essere, e puntando sulla creatività e le risorse interiori dei ragazzi.”
Un tema sul quale siamo tutti chiamati a riflettere, e sul quale interverranno più di novanta ospiti, tra accademici, filosofi, giornalisti, psicologi e artisti. Ma che verrà sviluppato nel corso dell’intero anno con progetti portati avanti attraverso laboratori di approfondimento in diverse città italiane: in questo modo Educa diventa non solo un’occasione di incontro e di confronto, ma un laboratorio permanente intorno al quale si raccolgono tutti coloro che scelgono di educare cercando di fornire ai bambini e ai ragazzi strumenti efficaci per interpretare e agire nella realtà che li circonda.
Come dice la psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris, “Bisogna anzitutto chiedersi di cosa ha bisogno un bambino che cresce nelle diverse età e distinguere poi i desideri reali dai bisogni indotti. Oggi tutti vogliono vendere qualcosa ai piccoli. (…). È la società del consumismo che cerca di indurre nei piccoli una serie di desideri: sono però artificiali. Dopo averli visti sullo schermo il bambino li vuole per avere quelle gratificazioni che, non giocando liberamente, non ha. Un bambino che può divertirsi giocando non ha bisogno di avere tutti quegli oggettini proposti dalla pubblicità né di vestirsi all’ultima moda. Gli stilisti per l’infanzia mettono i due pezzi a bambine di 4 anni o convincono le mamme a comperare vestitini sexy alle figliolette, trasformandole in piccolissime Lolite. Vengono agghindate come fossero delle veline. Che senso ha questo? Sono cose aberranti. Le mamme si preoccupano del look e si specchiano nelle figlie, le vedono già grandi mentre, per la loro salute mentale, dovrebbero consentire loro di giocare liberamente. Se mi permette uno slogan direi: Non creiamo Lolite, viva Pippi Calzelunghe.”

Un programma fitto di incontri

Educa comincia in realtà il 22 settembre, con la presentazione in anteprima del libro di Vinicio Ongini Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale, per continuare con un programma fitto di appuntamenti di grande interesse che prevede anche laboratori formativi e percorsi di approfondimento per insegnanti e genitori…
Tra gli appuntamenti più attesi, la conferenza-spettacolo Fluidentità dell’antropologo e giornalista Duccio Canestrini, la riflessione sulla spiritualità condotta dal  filosofo Roberto Mancini e  l’incontro-spettacolo sule tema dell’incertezza nel mondo dell’infanzia condotto Marco Dallari, professore di Pedagogia generale e sociale all’università di Trento, insieme alla compagnia teatrale Abbondanza Bertoni.
Altri ospiti saranno il filosofo Pietro Barcellona dell’Università di Catania, che parlerà del bisogno di coltivare discorsi slegati dalla logica dell’utilità e gli psicologi Gustavo Pietropolli Charmet, che rifletterà sull’adolescenza, e Anna Oliverio Ferraris, che affronterà il tema del corpo come linguaggio.
Ospite d’eccezione, il funambolo della parola Alessandro Bergonzoni, che sabato 24 alle 21.00 presso l’Auditorium Melotti, presenterà il suo ultimo monologo: Urge. “Urge la vastità, urgono i sogni e non i bisogni: soldi, auto nuova, la barca, quelli sono bisogni… Il sogno è la verità. Urge capire, urge rendersi conto, urge agire.

Informazioniwww.educaonline.it

 

 

 

 

 

 

1 commento su “Educare nell’incertezza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *