Un bosco a due passi da Milano

logo-bosco-vanzago-oasi-wwfUn tempo, migliaia di anni fa, tutta la Pianura Padana, e quindi anche l’area su cui si estende Milano e la fitta rete dei suoi comuni limitrofi, era coperta da foreste. Poi, col tempo, si sa… un pezzo per volta, queste foreste sono scomparse, mangiate dalla città. Tutte, o quasi tutte. Ne resiste infatti ancora almeno un tratto, e oggi costituisce una bellissima oasi a due passi dal capoluogo lombardo: il bosco di Vanzago.
Basta arrivarci, e varcare il grande cancello, per sentirsi immersi in un’altra dimensione. Silenzio, una luce ambrata che filtra attraverso il fogliame degli alberi, grandi cartelli che spiegano quali piante e quali animali vivono nell’oasi, il piccolo negozietto dove si possono acquistare alcuni manufatti in legno realizzati dai volontari oppure i prodotti dell’oasi (il miele, il riso…), i portici sotto i quali trovano riparo gli attrezzi usati per curarlo, il piacevole pergolato che ombreggia tavoli e panche,  le sale dove ci si riunisce, e dove i bambini giocano, in caso di maltempo. E la targa con cui si ringrazia il signor Cantoni, a cui un tempo appartenevano questi 200 ettari di meraviglia che ebbe l’idea di lasciare in lascito testamentario al WWF.

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© Andrea Rutigliano

Ma la magia inizia quando ci si addentra nel bosco. Non è possibile visitarlo da soli: sono permesse solo visite guidate, nel weekend. E giustamente, per non disturbare le tante specie animali che vivono qui, un tempo molto diffuse ma altrove ormai sempre più rare: volpi, faine, tassi, ghiri, lepri selvatiche, ricci, scoiattoli… E anche i caprioli, l’animale-simbolo del parco.
Si procede in silenzio, in una passeggiata piacevolissima che arriva fino al lago, al cui centro sorge un isolotto, rifugio delle anatre e dei caprioli. Il lago è importantissimo soprattutto per gli uccelli, sia quelli migratori, che qui possono sostare nel corso dei loro voli di spostamento, sia quelli stanziali (il martin pescatore, l’airone, il germano…), che qui nidificano. E c’è perfino un capanno riparato in cui è possibile osservare gli animali senza disturbarli!

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© Paolo Bianchi

Il Bosco di Vanzago poi riserva anche un’altra sorpresa: le mucche! Sì, proprio così. Una sorpresa che è difficile aspettarsi, in un luogo che pensiamo riservato alla fauna selvatica. E invece anche le mucche a Vanzago sono inserite in un progetto di protezione del WWF: si tratta infatti di esemplari dell’antica razza Varzese, che qualche anno fa rischiava l’estinzione. Due esemplari sono stati quindi introdotti nel parco nel 2002, si sono riprodotti e i vitellini sono stati dati a diverse fattorie, favorendo così la rinascita di questa specie. Oggi nell’oasi ce ne sono sei, più alcuni vitellini, e vivono liberi in alcune zone adibite a pascolo.

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© Ruggiero Lombardi

Una gita appassionante per grandi e bambini, dunque. Ma ai bambini il Bosco di Vanzago offre ancora di più: tante iniziative, attività e incontri pensati proprio per loro, perché la gita al bosco non sia una semplice passeggiata, ma diventi un’esperienza coinvolgente e istruttiva.

Il fiore all’occhiello dell’oasi però non è visitabile. È il CRAS, il Centro di Recupero degli Animali Selvatici. Qui la gente del posto (e anche molti che vengono da più lontano) porta gli animali feriti: colpiti da qualche cacciatore, finiti tra le grinfie di un gatto, andati a sbattere contro le finestre di uno di quegli edifici moderni tutti vetri, feriti inavvertitamente da un’automobile o da una bicicletta… Qui trovano un veterinario espertissimo che li cura e volontari che li seguono, finché non sono in grado di tornare liberi, in strutture pensate apposta per loro: voliere e gabbie grandissime che li riabituano piano piano agli spazi più ampi, fino a restituire loro la libertà.

Informazioni: www.boscowwfdivanzago.it

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