In visita al Museo dell’ombrello di Gignese

Ci sono tanti motivi per andare a visitare Gignese (Verbania), il ridente paesino adagiato sulle alture del Vergante, alle spalle di Stresa: il fresco che rende piacevolissima l’estate, i profumi e i colori delle fioriture primaverili, le belle passeggiate nei boschi, il Lago Maggiore a due passi… Ma se vi trovate da quelle parti, non tralasciate di andare a visitare, anche insieme ai nipoti, un museo davvero curioso: il Museo dell’ombrello e del parasole.

Un museo che ci parla di una lunga tradizione: fin dalla fine del Settecento, infatti, questa era una terra di ombrellai. Un mestiere duro, all’epoca, e che si iniziava fin da piccoli: tradizionalmente, i bambini venivano portati il giorno di Capodanno a Torino, dove venivano affidati agli ambulanti per apprendere il mestiere.  Imparavano e poi, cresciuti e diventati autonomi, cominciavano loro a girovagare, per l’Italia e oltralpe, costruendo e riparando questi oggetti. Oggetti oggi usati soprattutto per non bagnarsi quando piove, ma che un tempo erano considerati beni di lusso e che seguivano i dettami della moda.

È da questa tradizione che nasce il Museo dell’ombrello di Gignese, voluto nel 1939 da Igino Ambrosini, imprenditore ed erede di una famiglia di ombrellai, appassionato di storia locale.  Un museo che oggi accoglie circa 1500 pezzi, tra bastoni, impugnature, ombrelli e parasole.
Ma non solo: il museo ci permette di seguire la vita degli ombrellai, di capire, almeno in parte, come nascevano questi strumenti, talvolta vere opere d’arte, grazie alla ricostruzione di un laboratorio e l’esposizione di tanti “attrezzi del mestiere”.

Grazie ai chiari cartelli esplicativi, la visita ci guida alla scoperta dell’evoluzione di quest’oggetto dai primi anni del ‘900 a oggi. Ed è una vera scoperta: le trine, i merletti, le sete, i cotoni con cui erano fatti… le stecche e i fusti, di legno e di metallo… e poi le impugnature finemente cesellate, vere opere d’arte, spesso intagliate in materiali pregiati.
Il piano terra del museo ci conduce alla scoperta della “bottega” dell’ombrellaio, dei materiali e degli strumenti.  Al primo piano, poi, foto di moda e documenti storici che permettono di capire qual era lp0uso del parasole, e come è cambiato nel tempo.

Ma poi ci sono loro, gli ombrelli. Veri meravigliosi capolavori, eleganti ed eterei, che ci parlano di un’epoca ormai trascorsa anche grazie ai reperti storici: ombrelli appartenuti a pittori, prelati, e anche il parasole della Regina Margherita, che era solita villeggiare  a Stresa.

Non vi sembra che ci siano tanti buoni motivi per andare a visitare questo piccolo grande museo?

 

Informazioni

Museo dell’ombrello e del Parasole – Viale Golf Panorama n. 4 – 28836 Gignese (VB)
Tel. +39 3760479465
[email protected]
 www.museodellombrello.org

 

Ecco alcune immagini del Museo dell’ombrello

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