Christopher Robin torna al Bosco dei 100 Acri

Il Bosco dei 100 Acri: basta il nome a evocare in tutti noi, e anche nei nostri nipotini, l’immagine indimenticabile di Winnie Pooh, l’orsetto goloso di miele che vi abita, e del suo inseparabile amico Christopher Robin.
Ormai però Christopher è cresciuto e ha dimenticato il suo amico orsetto. Ed è proprio da qui che parte il film Disney Ritorno al Bosco dei 100 Acri.

Siamo nel 1949, Christopher vive e Londra con la moglie e la figlia e lavora in una ditta che fabbrica valigie. Una ditta in crisi, e proprio per questo Christopher ha un compito difficile e importante: deve trovare una soluzione per rimettere in piedi l’azienda e per evitare il licenziamento dei dipendenti.
Per farlo, torna nella casa di campagna dove ha trascorso l’infanzia e dove si trova l’ingresso del Bosco dei 100 Acri. Ed è qui che Christopher ritrova i suoi amici di un tempo, che lo aiutano a recuperare l’immaginazione e il coraggio che pensava ormai perduti, e grazie ai quali sarà in grado di risolvere brillantemente i suoi problemi di lavoro.

Un film non indirizzato ai bambini più piccini, dunque, ma perfetto per quelli più grandicelli, e capace di “parlare” anche a noi adulti e di trasmettere a tutti un messaggio importante: non bisogna dimenticare le cose vissute e imparate nell’infanzia. Non solo: il film fa riflettere anche sui meccanismi perversi del mondo del lavoro, che toglie tempo e ci rende incapaci di immaginare e di osservare ciò che ci circonda, come appunto fanno i bambini. E in questo senso è perfetta l’interpretazione di Ewan McGregor nel ruolo di Christopher adulto, come perfetta è la sua capacità di interazione con l’orsetto di pezza e gli altri personaggi “animati”.

 

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