Pupazzi di neve in “formato mignon”

Un’idea da copiare al volo che ci manda Giovanna Ventimiglia, l’attivissima e creativa nonna che collabora con il nostro sito. Sono pupazzi di neve “formato mignon”, che lei definisce “un lavoretto della disperazione”. Facili e divertenti, sono un modo creativo per far giocare i bambini con la neve quando sono costretti, per qualsiasi ragione, a restare a casa.

 Come si fa

Ecco come Giovanna descrive il lavoretto.

Quando nevica i bambini non dovrebbero mai essere malati perché per loro vedere la neve e non poter andare a giocare fuori è molto duro. Ero di turno come baby-sitter,  perché Sara e Matteo erano entrambi malati e i genitori entrambi al lavoro. Fuori tanta neve bianca che li chiamava a giocare e la voce piagnucolante del piccolo che, tra un colpo di tosse e l’altro, chiedeva: ‘Nonna andiamo a fare un pupazzo di neve?’
Io cerco sempre di mettermi nei loro panni e quindi… idea geniale! Ho detto loro: “Adesso facciamo dei piccoli pupazzi di neve.”
Sara, la più grande e assennata: “Ma nonna, non possiamo andar fuori!”
Io allora ho detto: “È vero, ma forse si può ugualmente, basta rispettare assolutamente una regola. Siete d’accordo?”

Ho preso una bacinella da bucato, sono andata fuori e mentre raccoglievo un po’ di neve, ho detto a Sara di preparare sul tavolo della cucina, due piatti, due bicchieri di plastica e due cucchiai.
Quando sono entrata in cucina, ecco la proposta e la regola: “Ora riempite di neve col cucchiaio i bicchieri di plastica, pressate ben bene e rovesciate su questo vassoio che vi ho preparato. Faremo tanti omini di neve e poi li decoreremo con, gli smarties. Alla fine, premieremo l’omino di neve più bello.”
Era l’unica cosa colorata e piccola abbastanza per gli omini di neve che avessi a disposizione.
Ma ecco anche la regola, che vale solo se i bambini sono malati: “La neve non si deve toccare, altrimenti si hanno delle penalità e il voto per il miglior omino di neve sarà basso”.
Pensavo che non mi avrebbero dato molto ascolto e comunque avevo messo nel conto che, essendo un gioco di breve durata, toccare un po’ di neve non poteva essere così pericoloso. Invece ce l’hanno messa tutta per non toccare la neve. Ogni tanto il piccolo, dava qualche tocco, mi guardava per vedere se beccava la penalità e io gli facevo l’occhiolino.

Hanno fatto sei pupazzi di neve e poi li hanno decorati con gli smarties.
L’idea degli smarties, non è stata molto buona, perché era difficile infilarli nel ghiaccio e perché a contatto con la neve sbiadivano, quindi consiglio di pensare a qualcosa di piccolo da usare: magari dei bottoncini colorati. Sara e Matteo però non ci hanno badato molto e si sono divertiti un sacco.
Quando abbiamo visto che i pupazzi di neve cominciavano a sciogliersi, li abbiamo messi sul balcone e… al ritorno di mamma e papà erano ancora lì!

 

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