La leggenda della principessa della neve

Una bellissima leggenda di montagna, ambientata sul Passo Ombretta, nel Trentino.

C’era una volta un regno che non aveva principesse. Il re e i suoi sudditi erano molto rammaricati e dicevano che un reame senza principesse era come un giardino senza rose. Ma chi ne soffriva di più era la regina Chiomadoro, che avrebbe tanto desiderato una figlioletta, una bimba da coccolare e su cui riversare il suo affetto.

Chiomadoro si rifugiava spesso sulla cima del torrione del castello, a singhiozzare senza essere vista. Di fronte al castello, in un magnifico palazzo di ghiaccio sulla cima della Marmolada, viveva però la Regina delle Nevi; lei sentì Chiomadoro piangere e le chiese il motivo della sua tristezza. Quando lo seppe, la Regina delle Nevi si impietosì e fece cadere nel giardino del castello una culla. Al suo interno c’era una piccola principessa di neve, Ombretta!

La principessina doveva stare lontana dal sole, altrimenti si sarebbe sciolta. Perciò per proteggerla, il re impose ai suoi sudditi di invertire il giorno con la notte.
All’inizio erano tutti così felici dell’arrivo della principessa che a nessuno pesava questo sacrificio. Pian piano però, con il passare del tempo, cominciarono a soffrirne: erano sempre di cattivo umore, diventarono pallidi e molto stanchi.
La principessa Ombretta intanto cresceva ed era una fanciulla bellissima e molto dolce, sempre pronta ad aiutare gli altri. Non riusciva a capire però come mai gli abitanti del regno fossero sempre così stanchi e tristi. Ma nessuno osava rispondere alle sue domande…

Un giorno, mentre passeggiava nel bosco intorno al castello, incontrò una vecchina. Pose anche a lei la domanda che ormai da tempo faceva a chiunque incontrasse, ma stavolta seppe la verità: gli abitanti del regno soffrivano per la mancanza del sole, a cui avevano rinunciato per proteggerla, e rischiavano di morire.
Ombretta allora decise di porre fine a questa sofferenza: se si fosse sciolta, non ci sarebbe stato più motivo di vivere al riparo del sole e tutto sarebbe tornato come prima. Perciò ai primi raggi dell’aurora uscì all’aperto.
Il Sole rimase stupito e ammirato dal suo sacrificio. Perciò non volle scogliere la bella fanciulla, ma la fece salire sul suo cocchio, per regnare sul mondo insieme a lui.

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