Fiaba per bambini – Bianchino, pesciolino pallidino

Una bella fiaba piena di poesia da leggere ai bambini. Ce la manda Tonina Perrone, una nonna insegnante, che  scrive fiabe e poesie per il suo nipotino.

Un giorno, nel Regno del dio Nettuno, nacque un pesciolino tutto bianco.
Tutti lo prendevano in giro, perciò lui si rifugiò in una grotta sotto il Grande Scoglio e per tre giorni pianse disperato.
Passò di lì, quatta quatta, una meravigliosa Stella Marina e vedendolo si preoccupò.
– Piccolo perché stai lì rintanato a piangere? Forza, esci e vai a giocare con gli altri.
Tra i singhiozzi dalla grotta si udì una vocina: – Tutti mi prendono in giro, mi chiamano “Bianchino pesciolino pallidino”
– Mi dispiace tanto, ma tu devi reagire. Non ti curar di loro e sguizza tranquillo.
Non ci fu verso, il piccolo si rintanò ancora di più verso il fondo della grotta.

La Stella Marina decise di andare dal dio Nettuno, non si poteva vedere tutto quel dolore e rimanere indifferenti.
Arrivata da Nettuno, gli illustrò la situazione che si era creata nel Regno. Questa discriminazione minava l’armonia e la pace del mondo azzurro!
Il dio chiamò a sé i suoi sudditi con tre poderosi colpi di tridente sul fondale. In men che non si dica ebbe tutti al suo cospetto.
– Dite, Sire! – esclamò preoccupato ser Polpo.
– Che accade? – domandò incuriosito il Delfino.
Dopo un sonoro chiacchiericcio il regno piombò in un terrificante silenzio e solo allora si udì la voce tonante di Nettuno: – Mi è giunto all’orecchio che nel mio Regno stanno accadendo fatti inauditi, vergognosi! Tutti noi siamo diversi, ma non per questo uno è meno pregevole di un altro. Non sono i colori delle squame o le dimensioni a rendere importante ognuno di noi. Pertanto decreto che il piccolo che vive sotto il Grande Scoglio non venga più importunato, tantomeno preso in giro. Riterrò responsabili voi delle azioni delle vostre proli! Siamo intesi, pesce Donzella? Avete compreso, pesce Perchia e voi pesce Pagello?
I nominati abbassarono lo sguardo.
– La seduta è sciolta! – sentenziò il dio del mare con tono severo.

Dall’alto del cielo la Luna aveva osservato tutto e chiese: – Nettuno che succede nel tuo magnifico regno?
– Carissima Luna, è nato un pesciolino candido come il tuo viso ed è deriso da chi sfoggia sgargianti colori. Non so che fare, oltre alla ramanzina appena terminata.
– Non disperare, ho un’idea molto colorata. Ci vedremo qui domani e vedrai.

Arrivò l’alba e il Sole iniziò a sorgere; quello era uno dei due momenti della giornata in cui Luna poteva parlare con suo fratello.
– Sole, fratellone mio, devi farmi un favore.
– Dimmi sorellina – rispose accarezzandola con i suoi raggi dorati.
– Devi illuminare una nuvola, far comparire Arcobaleno e chiedergli un raggio con i suoi colori. Io lo porterò a Nettuno così lui potrà salvare un piccolo pallido pesciolino dalla solitudine.

Il Sole sorrise alla dolce sorella e andò in cerca di una nuvola carica di pioggia. Trovatala, la illuminò e nella vallata comparve Arcobaleno.
– Arcobaleno, gentilmente, donami uno dei tuoi raggi colorati. È per un’azione buona e giusta.
Al tramonto Sole passò a Luna il raggio donato da Arcobaleno.

Quella notte Luna era bellissima, aveva il contorno del suo pallore illuminato da uno sfarfallio di colori, ma gli umani non lo potevano vedere.

Chiamò Nettuno: – Dio del mare, prendi questo raggio colorato e lancialo nella grotta del piccolo pesciolino. Vedrai un’esplosione di luci e lui non sarà più bianco e pallido come me. Fammi questo regalo, amico caro.
– Mi chiedi di farti questo regalo? Sei tu dolcissima creatura che stai donando la gioia a un piccolo abitante del mio regno.
Il dio prese tra le sue mani il raggio e lo scagliò nella grotta dove ignaro dormiva Bianchino.
All’improvviso si creò un vortice di luci.
Poi un’esplosione bianca invase il mare e dal centro iniziò a sgorgare una miriade di scintille colorate che inondarono la grotta giungendo anche al suo interno.
Il mare fu tutto illuminato e i suoi abitanti si destarono. Tutti accorsero impauriti e incuriositi al Grande Scoglio.

Non fecero in tempo a porre alcuna domanda che dal fondo della grotta uscì un esserino bellissimo.
Aveva le squame di mille colori, le pinne e la coda candide come Luna.
Si avvicinò al cospetto del dio del mare timidamente: – Sire, sono Bianchino – sussurrò abbassandolo sguardo.
Miss Sirena interruppe il silenzio che regnava per lo stupore generale.
– Nettuno e questo sarebbe il pesciolino tanto deriso? – e rivolgendosi al pesciolino – Sei bellissimo piccolo caro. Tu hai tutti i colori del regno.
Un’ostrica lo fece specchiare.
Incredulo, il pesciolino iniziò a sguizzare qua e là felice.

Luna dall’alto del cielo sorrise all’esplosione di tanta felicità e pensò: – Aiutare chi ha bisogno ci fa sentire grandi e importanti, forse più di un re, ma soprattutto ci regala gioia e pace al cuore.

Tonina Perrone
https://toninaperrone.wordpress.com

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