Charles Perrault – Enrichetto dal ciuffo

Enrichetto-dal-ciuffo-BC’era una volta una regina che desiderava tanto avere un figlio. Perciò quando si accorse di aspettare un bambino le sembrò di toccare il cielo con un dito. Quale non fu la sua delusione quando infine il principino nacque: era un bambino così brutto, ma così brutto, che la povera regina non riusciva a darsi pace! Il bimbo era nato con un ciuffettino di capelli che stava dritto in cima alla testa e per questo era chiamato Enrichetto dal ciuffo.
I poveri genitori erano davvero desolati; fortunatamente però arrivò una fata che li rassicurò: il bambino non solo sarebbe stato molto intelligente e pieno di spirito, ma avrebbe anche potuto rendere altrettanto intelligente e piena di spirito la persona che avrebbe amato.
La fata aveva detto la verità. Infatti, appena cominciò a parlare, si vide subito che il bambino era molto intelligente e saggio. E in tutto quello che faceva era così aggraziato, che piaceva a tutti.

Qualche anno dopo la Regina di un Paese vicino ebbe due bambine. La prima era più bella del sole e la Regina si rallegrò tantissimo per la sua nascita. Però la stessa fata che rassicurato i genitori di Enrichetto dal ciuffo dichiarò che la piccola sarebbe stata tanto stupida quanto era bella.
La Regina rimase molto male; ma poco tempo dopo ebbe un dispiacere anche più grosso nel vedere che la seconda figlia era talmente brutta da fare paura.
“Non vi disperate, signora,” le disse la fata. “Vostra figlia sarà talmente intelligente, che chi la conoscerà non si accorgerà nemmeno della bellezza che le manca.”
“Speriamo” rispose la Regina. “Ma non si potrebbe fare avere un po’ di intelligenza anche alla maggiore, che è tanto bella?”
“Per questo, signora, non posso far nulla”, disse la fata. “Le concedo però il dono di far diventare bella la persona che amerà.”

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A mano a mano che le due principesse crescevano, crescevano i loro pregi, tanto che non si parlava d’altro che della bellezza della più grande e dell’intelligenza della minore. Però anche i loro difetti con l’andare degli anni diventavano più evidenti. La minore imbruttiva sempre più, e la maggiore diventava stupida ogni giorno di più.
Quando si trovavano con altre persone, all’inizio tutti circondavano la più bella per vederla e ammirarla, ma dopo pochi minuti la lasciavano per andare dalla sorella, per sentire le cose che diceva: e in meno di un quarto d’ora la maggiore non aveva più nessuno intorno a sé, mentre tutti circondavano la sorella minore.
La maggiore, sebbene molto stupida, si accorgeva di questo e ne soffriva.

boscoUn giorno, mentre passeggiava nel bosco e piangeva sulla sua disgrazia, vide venirle incontro un omiciattolo brutto ma vestito con grandissima eleganza. Era il principe Enrichetto dal ciuffo, che si era innamorato di lei dopo aver visto il suo ritratto e aveva abbandonato il regno di suo padre per vederla.
Quando Enrichetto la vide iangere, le disse: “Io non capisco come mai una fanciulla bella come voi possa essere così triste. La bellezza è un dono così grande che nulla può ferire chi la possiede.”
“Preferirei essere brutta quanto voi” rispose la principessa “e essere intelligente, piuttosto che avere la bellezza che ho ed essere una stupida come sono.”
“Se è questo che vi tormenta, signora, io posso mettere fine alla vostra tristezza.”
“E come farete?” chiese la principessa.
“Io ho il potere” disse Enrichetto dal ciuffo, “di donare alla persona che amo tutta l’intelligenza che desidera. E siccome quella persona siete voi, se promettete di sposarmi avrete tutta l’intelligenza che vorrete.”
La principessa non rispose nulla.
“Vedo bene” disse allora Enrichetto dal ciuffo “che la mia proposta non vi è piaciuta, e non me ne meraviglio. Ma vi lascio un anno intero perché possiate prendere una decisione.”
Allora la principessa, pur di diventare subito intelligente, accettò di sposare Enrichetto di lì a un anno, in quello stesso giorno.

principeAppena ebbe fatto questa promessa, si sentì subito molto diversa e cominciò a dire delle cose piene di intelligenza e di saggezza.
Quando tornò al palazzo, nessuno sapeva che pensare di un cambiamento così improvviso e straordinario.
La fama di questo cambiamento si sparse e tutti i giovani principi degli Stati vicini fecero a gara per farle la corte e molti chiesero la sua mano. Ma nessuno di questi giovani riuscì a conquistare il cuore della principessa, che respingeva i pretendenti uno dopo l’altro.
Dopo qualche tempo perciò il Re suo padre, preoccupato, le chiese di arrivare a una decisione e di scegliere uno sposo.
La principessa rispose che aveva bisogno di riflettere e per farlo andò a cercare un po’ di solitudine nello stesso bosco in cui aveva incontrato Enrichetto dal ciuffo.

pentolaMentre passeggiava tutta immersa nei suoi pensieri sentì un rumore sordo, come di molte persone che vadano e vengano e si diano un gran da fare. Allora tese l’orecchio con più attenzione e sentì qualcuno che diceva: “Passami la pentola”; e un altro: “Metti della legna sul fuoco”.
Avanzò ancora, e vide una grande cucina piena di cuochi, di sguatteri e di tutto ciò che è necessario per una grande festa. E poco distante una lunghissima tavola che una schiera di camerieri stava apparecchiando.
La principessa, stupita, domandò la ragione del grande banchetto che stavano preparando.
“Lavoriamo” le risposero i camerieri “per Enrichetto dal ciuffo, che domani si sposa.”
La principessa si ricordò solo allora che un anno prima, e in quello stesso giorno, aveva promesso di sposare il principe Enrichetto dal ciuffo. Che fare? Allora era una stupida ma ora, che era diventata intelligente, non aveva nessuna intenzione di sposare un uomo così brutto!
Decise perciò di tornare in tutta fretta al palazzo.

Non aveva ancora fatto trenta passi che s’imbatté proprio in Enrichetto dal ciuffo.
“Eccomi qui, signora,” le disse il principe, “puntuale alla mia parola: e non ho il minimo dubbio che voi siate venuta qui per mantenere la vostra e per far di me, col dono della vostra mano, l’uomo più felice della terra.”
“Vi confesserò francamente,” rispose la principessa, “che su questo non ho preso ancora nessuna decisione; e ho paura che, se dovrò prenderne una, non sarà quella che desiderate.”
“Voi mi stupite, signora”, disse Enrichetto dal ciuffo.
“Lo capisco”, disse la principessa, “e mi troverei sicuramente in difficoltà se voi foste un uomo poco intelligente. Mi avete dato la vostra parola, mi direste, e ora dovete sposarmi. Ma poiché voi siete la persona più intelligente del mondo, sono sicura che capirete. Voi sapete che anche allora, quand’ero stupida, ho esitato ad accettare di sposarvi. Vi pare possibile che possa accettare ora, con tutta l’intelligenza che mi avete dato? Se volevate sposarmi, non dovevate farmi diventare intelligente.”
cuore“Se, stando a quello che dite, un uomo poco intelligente potrebbe rinfacciarvi il fatto che non mantenete la vostra parola”, rispose Enrichetto dal ciuffo, “perché non posso farlo io, visto che da questo dipende la mia felicità perché vi amo con tutto il cuore? Ma veniamo al sodo. A parte la bruttezza, c’è in me qualche cosa che non vi piace?”
“Tutt’altro”, rispose la principessa.
“Quand’è così” rispose Enrichetto dal ciuffo “sono felice, perché non sta che a voi a fare di me il più bello degli uomini.”
“Ma com’è possibile?”, chiese la principessa.
“È facile”, rispose Enrichetto dal ciuffo. “Basta che voi mi amiate tanto, da desiderarlo. Infatti la stessa fata che mi fece il dono di rendere intelligente la persona che avessi amato, diede a voi quello di far diventare bello colui che amerete.”
“Se la cosa sta così” disse la Principessa, “ desidero con tutto il cuore che diventiate il principe più bello del mondo.”
La principessa aveva appena finito di dire queste parole, che subito Enrichetto dal ciuffo apparve ai suoi occhi il più bell’uomo della terra.
coronaSecondo alcuni questo cambiamento non avvenne per il dono della fata, ma per merito dell’amore. Fatto sta che la principessa gli promise che l’avrebbe sposato, purché avesse ottenuto il consenso del Re suo padre. E il Re accettò con piacere come suo genero Enrichetto dal ciuffo, di cui conosceva l’intelligenza.
Così il giorno dopo furono fatte le nozze, e i due sposi vissero a lungo felici e contenti.

Illustrazioni di Paola Minelli 

(riduzione e adattamento da Charles Perrault, Fiabe)
 

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Trovi un’altra fiaba di Charles Perrault anche a questo link:
Charles Perrault – Il gatto con gli stivali

 

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