Luigi Capuana – Il cavallo di bronzo

il-cavallo-di-bronzo-fiaba--re-e-reginottaUna fiaba classica di Luigi Capuana da raccontare ai bambini. Protagonisti, una principessa, un re e un nano. E, naturalmente, un cavallo fatato…

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C’erano una volta un re e una regina che avevano una figliuola più bella del sole e la amavano teneramente.
Un giorno arrivò alla reggia un cavaliere e disse al re: “Maestà, mentre passavo pel bosco qui vicino ho incontrato l’Uomo selvaggio che mi ha detto: ‘Vai dal re e digli che voglio la Reginotta per moglie. Se non l’avrò qui fra tre giorni, guai a lui!’.”

Il re, costernato, radunò i suoi consiglieri: che cosa doveva fare? L’Uomo selvaggio era terribile: poteva devastare tutto il regno! “Maestà,” disse uno dei ministri “cerchiamo una bella ragazza, vestiamola come la Reginotta e mandiamola da lui.”
Così fecero, ma il giorno dopo la ragazza tornò indietro.
“Maestà” disse, “ho trovato l’Uomo selvaggio, che mi ha domandato: ‘Chi sei?’. Ho risposto che ero la Reginotta, ma lui mi ha sbottonato la manica del braccio sinistro e ha urlato: ‘Non è vero! La Reginotta ha una voglia su quel braccio!’ e mi ha rimandato indietro. Se fra due giorni non avrà lì la sposa, guai a voi!”

Il re non sapeva che cosa fare e radunò di nuovo il suoi consiglieri. “Maestà,” disse il ministro “cerchiamo un’altra ragazza, chiamiamo un pittore che le dipinga una voglia simile a quella della Reginotta, vestiamola con uno dei suoi vestiti e mandiamola lì.”
Fecero come consigliava il minisroì, ma il giorno dopo la ragazza tornò indietro.
“Maestà” disse “ho trovato l’Uomo selvaggio, gli ho detto che ero la Reginotta, ma lui ha guardato tra i miei capelli e ha urlato: ’Non è vero! La Reginotta ha tre capelli bianchi sulla nuca’. Se domani la sposa non sarà lì, guai a voi!”

scarpe-ricamateIl povero re e la povera regina erano disperati, ma decisero di fare un ultimo tentativo. Mandarono nel bosco un’altra ragazza, con una voglia dipinta nel braccio e tre capelli tinti di bianco sulla nuca. Ma il giorno dopo ecco che anche quella ragazza tornò indietro.
“Maestà” disse “ho trovato l’Uomo selvaggio, ma lui mi ha dato un paio di scarpine ricamate e mi ha detto di infilarle. Però erano troppo piccole per i miei piedi! Allora mi ha rimandato indietro dicendo: ‘Guai! Guai!’.”
Allora il re e la regina si rassegnarono e accompagnarono la Reginotta, vestita con i suoi abiti più belli, verso il bosco.
La ragazza si addentrò tra gli alberi e i folti cespugli e ben presto non la videro più.

Dopo un anno arrivò al castello un nano gobbo e storto, con un naso che pareva un becco di barbagianni e degli occhietti piccini piccini. Il nano chiese di parlare con il re e gli disse: “Maestà, se mi darete metà del vostro regno e la Reginotta per moglie, andrò a liberarla dall’Uomo selvaggio.”
Il re gli promise tutto e il nano partì.

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Dopo una settimana arrivò un messaggero: l’indomani all’alba il re, la regina e tutto il popolo dovevano trovarsi vicino al bosco per festeggiare il ritorno della Reginotta.
Il re e la regina fecero come aveva detto il messaggero, ed ecco che allo spuntar del sole arrivò il nano che conduceva per mano la Reginotta vestita da sposa.

Figuriamoci la felicità! Si fece festa in tutto il regno.
Ma passava il tempo, e non si parlava né di nozze, né della metà del regno. Il re, ora che aveva ritrovato la figlia, non voleva mantenere la sua parola.
Il cavallo di bronzo -nanoIl nano ogni tanto gli domandava quando avrebbe avuto ciò che gli spettava, ma il re cambiava discorso. Finché un giorno si arrabbiò e diede al nano un calcio così forte che lo fece volare giù dalla finestra e lo cacciò al regno.
La Reginotta però da quel giorno diventò triste: non diceva una parola, non rideva più, diventò pallida e smunta.
“Che cosa ti senti, figlia mia?” le chiese un giorno il re
“Maestà, chi dà la sua parola la dovrebbe mantenere.”
Anche la Regina non viveva tranquilla: quel nano era potente, aveva vinto l’Uomo selvaggio. Sicuramente stava tramando una vendetta.

Passò del tempo, e il reuccio del Portogallo chiese in moglie la Reginotta. La ragazza non disse né di sì né di no, ma il re e la regina acconsentirono a queste nozze. Così il reuccio di Portogallo si mise in viaggio per andare a prendere la sua sposa.
Lungo la strada incontrò un uomo che trasportava su un grande carro un cavallo di bronzo così bello da sembrare vivo. Il reuccio lo comprò e portò in dono al re, che lo fece mettere nel suo giardino.
Quando lo vide, a Reginotta disse: “Questo cavallo mi piace tanto che ho una gran voglia di cavalcarlo.”
Così montò sul cavallo di bronzo e cominciò ad accarezzargli il collo e a spronarlo leggermente col tacco, dicendo:

“Cavallo, mio cavallo,

salta dal piedistallo.

Non metter piede in fallo,

cavallo, mio cavallo.”

Appena ebbe finito di dir così, il cavallo di bronzo si scosse, agitò la criniera, nitrì, e via con un salto: in un batter d’occhio cavallo e Reginotta non si vedevano più.
Tutti erano atterriti. Che fare? Ma ecco che apparve il nano. Il re capì subito che quel cavallo fatato era opera sua e gli disse, pentito: “Ah, nano! Se tu mi restituisci la mia figliola, essa sarà tua sposa, e avrai anche la metà del regno.”
“Maestà” rispose il Nano, “prima dovete riprendervi quel che mi deste l’altra volta.”
“Che cosa ti diedi?”
“Un bel calcio.”
Il re esitava, ma l’amore per la figliola gli fece dire di sì.
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Il nano però si mostrò più generoso di lui, e invece di dargli il calcio, disse:

“Cavallo, mio cavallo,

non metter piede in fallo.

Torna sul piedistallo,

cavallo, mio cavallo.”

In un batter d’occhio, cavallo e Reginotta furono lì.

Allora il nano disse al re: “Maestà, datemi un pugno sulla gobba. Non abbiate paura!”
Il re gli diede un pugno sulla gobba e questa sparì.
“Maestà, datemi una tiratina alle gambe. Non abbiate paura!”
Il re gli diede una tiratina alle gambine, e queste si raddrizzarono. “Maestà, afferratemi bene, la regina per le braccia e voi per i piedi, e tiratemi forte.”
Il re e la regina lo afferrarono e, tira, tira, tira, il nano diventò un bel giovine di alta statura.

Il reuccio del Portogallo, a vedere questo, decise di tornarsene al suo paese e disse: “Datemi almeno quel cavallo: farò la strada più presto.”
Montò sul cavallo di bronzo e, dette le parole fatate, in un attimo sparì.

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La Reginotta e il nano, ormai diventato un bellissimo principe, si sposarono e partirono subito per il loro castello, dove vissero a lungo felici e contenti.

(adattamento da Luigi Capuana)

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