Una fiaba per i bambini – Com’è nata la neve

© Norbert Buchholz | Dreamstime.com
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Un lettore di noinonni.it, Onorio Gonano, ha scritto per i suoi nipotini questa bella fiaba sull’origine della neve. Ve la proponiamo, perché   possiate leggerla anche voi ai vostri nipotini.

Nevica! Tutto si sta ricoprendo di un soffice manto bianco. Che spettacolo! Monica e Barbara sono con il nasino incollato al vetro della finestra: è la prima volta che vedono nevicare. Piene di meraviglia, con gli occhi sbarrati, cercano di seguire la miriade di fiocchi che scendono leggeri dal cielo roteando, quasi volessero rincorrersi.

A un tratto Barbara si volge verso il suo papà e gli chiede: “Papà, perché viene la neve?”
Allora il papà si avvicina, la prende sulle ginocchia e con lo sguardo che si perde in quel bianco sfarfallio incomincia a raccontare: “Avvenne, tanto tanto tempo fa, che il Signore, dopo aver completato la creazione dell’Universo, decise di affidare ogni sua creatura alle cure di un Angelo. Un giorno, mentre passeggiava per i viali del cielo in compagnia di alcuni di essi, fra cui l’Angelo Custode della Terra, manifestò l’intenzione di visitare il nostro pianeta.
Sentendo ciò il nostro Angelo cominciò a preoccuparsi: temeva di fare una figuraccia! Perciò pensò che fosse opportuno precedere il Creatore di qualche giorno per avvertire le creature della Terra della sua venuta e per preparargli una degna accoglienza.

Il giorno seguente di buon mattino si mise in marcia e, cammina cammina, verso sera raggiunse la Terra. Era molto stanco per la lunga camminata e giunto sulla riva di un laghetto decise di darsi una rinfrescata e di passare la notte al riparo di una pianta. Stava per addormentarsi quando udì delle voci in lontananza e incuriosito decise di andare a vedere cosa stesse accadendo. Fatti appena un centinaio di metri arrivò in prossimità di una radura dove si erano dati convegno molti animali di diverse specie, che discutevano animatamente.
L’Angelo si avvicinò al gruppo e chiese loro come mai fossero così eccitati. Tutti insieme si misero a raccontare all’Angelo quello che stava succedendo ma il poveretto, in tanta confusione, non riusciva a capire un bel niente. L’Angelo allora chiamò il saggio Gufo perché gli spiegasse il motivo di tanta animazione. Il Gufo si fece avanti timidamente dicendo: ‘Noi ci siamo riuniti in consiglio per decidere come reagire alle continue provocazioni e violenze di cui siamo oggetto da parte degli uomini’.

Il povero Angelo rimase di pietra, gli sembrava impossibile che quelle creature ce l’avessero con l’uomo. che lui riteneva la cosa più perfetta che fosse uscita dalle mani di Dio. ‘Saranno invidiosi’, pensò fra sé, e li invitò a spiegarsi meglio.
‘Caro Angelo’ disse il Gufo ‘domani, quando farà giorno, potrai renderti conto di persona di come stanno le cose! Gli uomini ci stanno sterminando: l’acqua non la si può più bere, l’aria è talmente inquinata che è diventata irrespirabile… Perciò abbiamo deciso di passare all’offensiva e di sterminarli, prima che loro facciano morire tutti noi.’ ‘Capisco la vostra collera e la vostra amarezza’ replicò l’Angelo, ‘ma permettetemi di provare a parlare con gli uomini per vedere se riesco a farli ragionare in modo da risolvere pacificamente la cosa.’

Il mattino seguente, alzatosi molto presto, l’Angelo si mise in cammino per raggiungere il paese degli uomini. Ma più si avvicinava e più aumentava la sua collera. Le cose stavano peggio di come se le era immaginate, i segni di distruzione e di desolazione erano evidenti ovunque, si camminava in mezzo ai rifiuti e alle immondizie, mentre gli uomini non badavano che ad oziare e divertirsi.
Giunto al centro del villaggio, l’Angelo chiamò a raccolta tutti gli uomini e li affrontò pieno di collera: ‘Brutti sciagurati, non vi rendete conto di quello che state facendo? State distruggendo tutto quello che il Signore, con tanto amore, ha creato. Fra qualche giorno Egli verrà a visitare la Terra e quando vedrà questo scempio il suo castigo sarà terribile!’
Gli uomini, terrorizzati dalle minacce dell’Angelo, si misero a piangere e a implorarlo di aiutarli, promettendogli che non si sarebbero più comportati a quel modo.
Il nostro Angelo, che era molto buono, vedendo tanta disperazione si impietosì e decise di aiutarli (‘ma per questa volta soltanto’, precisò!), anche perché, fra loro, c’erano molti bambini che non avevano alcuna colpa.
Sapendo di non avere abbastanza tempo per rimettere a posto tutto quel disastro, ebbe una brillante idea: parlò con le nuvole e con il vento, e li pregò di aiutarlo. In men che non si dica, si scatenò una formidabile tempesta di neve che in breve tempo ricoprì ogni cosa con un soffice e splendido manto bianco. Di lì a poco ricomparve il sole e, alla sua luce, tutto brillava come fosse ricoperto di polvere di diamante. Una vera meraviglia!
Il Signore stupefatto, apprezzò molto quello spettacolo e gradì l’accoglienza che gli era stata riservata, ritornando in Paradiso veramente soddisfatto delle sue creature.

Da allora però la neve continua a cadere, per ricordare a noi uomini che non abbiamo mai mantenuto la promessa fatta all’Angelo e che quindi non potremo più contare in futuro sul suo aiuto.”

Trovi un’altra fiaba sull’origine di un fenomeno naturale a questo link:
Com’è nato il deserto (leggenda araba)

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