A lezione di Yoga

Un contributo del maestro Yoga Gianpietro Storti

Considerato oggi spesso come una forma di ginnastica, lo Yoga è in realtà una vera filosofia di vita, un antichissimo e complesso sistema di conoscenze che affonda le sue radici nella millenaria cultura indiana e che si propone di armonizzare il sistema corpo- mente-spirito e di aiutare chi lo pratica a raggiungere una maggiore consapevolezza del suo corpo, in modo da far emergere la sua forza più profonda.
Per capire meglio di cosa si tratta, lasciamo la parola a Gianpietro Storti ([email protected]), naturopata e terapeuta secondo la medicina Ayurvedica, che studia da trent’anni Yoga e ha frequentato scuole in India e in vari Paesi europei, e lo insegna a Milano.

Un giorno un discepolo chiese al maestro:
Maestro, cosa posso dire a chi mi chiede spiegazioni su cosa è lo Yoga?
Il Maestro rispose:
Yoga è Samadhi!

 

Così, con una sola parola ecco spiegato lo Yoga.
Se ci fermassimo qui potremmo pensare: ma è tutto qui!
Oppure, questa parola non mi dice proprio niente.
Questo termine, di origine sanscrita, nel contesto dello Yoga indica quello che è il punto di arrivo, il livello di massima aspirazione di uno yogin.
Samadhi viene tradotto con il significato di “illuminazione, nirvana, estasi” a secondo delle varie culture.

Se questa parola rappresenta il punto di arrivo, è abbastanza logico pensare che prima ci sia qualcosa d’altro, se non altro un punto di partenza.
In effetti lo Yoga classico, ci parla di otto rami in cui viene suddiviso il percorso da seguire.

Yama: equilibrio con il mondo esterno.

Nyama: equilibrio con il proprio mondo interiore.

Asana: posizioni o esercizi per il corpo fisico.

Pranayama: controllo dell’energia attraverso il respiro.

Prathyara: raccoglimento.

Dharana: concentrazione.

Dhyana: meditazione profonda.

Samadhi: stato di unione con la meta, estasi.

Questi sono gli scalini attraverso i quali, opportunamente guidato, lo yogin sviluppa il suo percorso di ricerca personale.
Personale perché ogni individuo è unico, come unica è la sua storia, pertanto non c’è un meglio o peggio, uno bravo e l’altro scarso, uno rigido e l’altro flessibile, uno ansioso quindi incapace di rilassarsi e l’altro tranquillo, uno giovane e l’altro anziano.
Lo Yoga è uno strumento a disposizione di chi ha voglia ed il piacere di utilizzarlo, è al di la delle razze, delle religioni e dell’età.
Uno strumento di grande precisione, da utilizzare nella massima semplicità delle proprie possibilità del momento, che piano piano nel tempo darà il suo frutto. Nel tempo e con il proprio tempo, non serve correre e non serve restare impressionati davanti a foto di posizioni acrobatiche, serve restare nella semplicità, serve essere quello che si è.

Oggi lo yogin non è più colui che si ritira dal mondo, nascondendosi nelle grotte o nelle foreste; è uomo del mondo, che vive nel mondo e per il mondo.
Così, molto semplicemente, un passo dopo l’altro Samadhi sarà sempre più vicino.
Simbolicamente, lo stato di Samadhi viene rappresentato come un fiore di loto dai mille petali, completamente aperto, ogni piccolo passo fatto, ogni piccolo salto evolutivo permette di aprire uno dei petali, uno ad uno fino al millesimo.
Yoga è infatti un cammino di mille semplici passi.

 

 

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