Indigestione, acetone e intossicazione

bambini e indigestione
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Il bambino è pallido, un po’ stordito, accusa mal di stomaco e magari vomita e ha un po’ di diarrea? Noi nonne non ci spaventiamo: ci siamo già trovate più volte a fronteggiare un’indigestione, quando i nostri figli erano piccoli. Quindi ci armiamo di pazienza, facciamo sdraiare il piccolo sul letto o sul divano, lo teniamo tranquillo, cerchiamo di fargli bere ogni tanto qualche sorso di acqua a temperatura ambiente, teniamo a portata di mano un catino per evitare disastri nel caso che vomiti e… aspettiamo che passi.

L’importante però è essere certi che si tratti effettivamente di indigestione, soprattutto con bambini piccoli che non sanno ancora descrivere chiaramente i sintomi.  Quindi, cerchiamo di ricordare che cosa ha mangiato nei due giorni precedenti, e se ha fatto un po’ di “stravizi”, come può capitare durante le feste (per esempio, ha mangiato qualche dolcetto in più, magari fuori pasto). In questi casi, può aiutare anche mettere sull’addome del bambino una borsa di acqua calda, e comunque evitate di farlo mangiare nuovamente per qualche ora, aspettando che si “ripulisca”, e per qualche giorno dategli solo cibi molto leggeri e liquidi.

Alcune volte, invece, le manifestazioni tipiche dell’indigestione (mal di stomaco, vomito, diarrea) sono i segnali di una forma virale (quella che in genere viene definita “influenza intestinale“), che comporta anche qualche linea di febbre. Anche in questi casi, non c’è molto da fare se non aspettare che passi. Se la febbre si alza troppo, si può dare un po’ di tachipirina, magari sotto forma di supposta per non appesantire ulteriormente l’apparato digerente.

In entrambi i casi, per alleviare i crampi addominali può essere utile una tisana di camomilla, magari con un po’ di melissa, che ha un effetto calmante.

L’acetone

Talvolta la febbre causa l’acetone. Si tratta di un disturbo che accompagna spesso la febbre e il vomito, e che si riconosce dal caratteristico odore dell’alito e delle urine del bambino. Si tratta del segnale che l’organismo ha esaurito le sue riserve di zuccheri e ha cominciato a intaccare le sue riserve di grassi; in questo processo, si formano della sostanze, i corpi chetonici, che vengono eliminate attraverso i polmoni e i reni, e che quindi causano questo inconfondibile odore dell’alito e della pipì.
Per essere certi che si tratti effettivamente di acetone, basta bagnare con qualche goccia di urina le apposite strisce reattive che si acquistano in farmacia, e che con la loro colorazione indicano la presenza di questa alterazione. Perché tutto torni alla normalità però basta dare al bambino, invece dell’acqua, una bevanda leggermente zuccherata (tè, camomilla, tisane…) limitando i grassi nella sua alimentazione.

L’intossicazione

Diverso è invece se a causare il malessere è stato qualche cibo scaduto o conservato in maniera inappropriata. Se avete questo sospetto, meglio chiamare il medico, perché potrebbe trattarsi di un’intossicazione, che richiede un intervento più mirato e, in alcuni casi, se si sospetta che la causa possa essere un batterio o un virus particolarmente aggressivo, analisi volte a identificare la fonte dell’intossicazione.
Causata da cibi contaminati da batteri, virus o anche agenti chimici, l’intossicazione presenta in genere  sintomi che possono essere confusi con quelli di una normale indigestione: crampi addominali, nausea, vomito e diarrea e in alcuni casi anche febbre e brividi he cominciano da un’ora a un paio di giorni dopo aver mangiato i cibi avariati e che durano anche sino a 4 giorni.
In genere, se non è grave, viene trattata evitando cibi solidi e i prodotti latteo-caseari fino a quando la diarrea non è passata e bevendo liquidi (ad eccezione del latte o di bevande con caffeina) per sostituire i fluidi persi a causa di diarrea e vomito. Nei casi più gravi, se il bambino ha una forte diarrea e non riesce a bere liquidi, può essere necessario dargli fluidi per via endovenosa.

Disclaimer  
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il  parere medico.

 

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