Movimento contro le malattie cardiovascolari

© Aletia | Dreamstime.com - Senior Woman Exercising In Gym Photo
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Parola d’ordine per noi nonni: muoversi… ma con criterio! È questa la conclusione di uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford e pubblicato su Circulation, la rivista dell’American Heart Association: fare attività fisica costantemente, tre volte alla settimana, diminuisce del 20% il rischio di alcune dei più temibili malattie cardio e cerebrovascolari che colpiscono nella terza età come l’ictus, l’infarto, la trombosi venosa e l’embolia polmonare. E c’è anche un’altra buona notizia: fare attività fisica significa non solo nuotare, correre, andare in bicicletta… e insomma fare quelli che siamo abituati a raggruppare sotto l’etichetta di “sport”, ma anche passeggiare e fare i lavori domestici.

La ricerca, tutta al femminile, è stata molto lunga e ampia: è stata infatti condotta su oltre un milione di donne che tra il 1996 e il 2001 avevano partecipato al programma “Million Women Study”, un ampio studio condotto in Inghilterra sulla salute delle donne di più di 50 anni (l’età media di coloro che vi parteciparono era di 55 anni). Ebbene, il confronto fra i dati emersi dai questionari compilati dalle donne coinvolte e quelli relativi ai ricoveri presso le strutture sanitarie, ha evidenziato che nei nove anni successivi tra chi praticava attività fisica il numero di ricoveri per problemi cardiovascolari è stato decisamente inferiore alla media.
L’attività fisica costante infatti abbassa la pressione, migliora la regolazione degli zuccheri nel sangue, abbassa il colesterolo e aumenta il livello del colesterolo buono, oltre a rendere più efficiente il funzionamento dei muscoli che facilitano il ritorno del sangue al cuore.

Quindi… muoviamoci! Ma senza esagerare: lo stesso studio parrebbe rivelare che un’attività fisica troppo intensa non solo non farebbe ulteriormente diminuire i rischi, ma anzi li farebbe aumentare.

 

Disclaimer  
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il  parere medico.

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