Che cos’è la “depressione stagionale” (SAD)

Vi sentite stanchi, demotivati? Non avete voglia di uscire, neanche per le attività che fino a poco fa facevate con piacere?  Siete tristi e di malumore, e vi accorgete che sentite più spesso del solito la voglia di farvi una coccola mangiando qualcosa di buono (un biscotto, in cioccolatino…)? Potrebbe essere SAD. La parola in inglese significa “triste”, ma in realtà è un acronimo (ah, questi anglosassoni, hanno una vera passione per gli acronimi!) e sta per Seasonal Affective Desorder (Disturbo Affettivo Stagionale): un disturbo che colpisce nei mesi invernali ed è legato alla scarsità di ore di luce di questo periodo.

È un’esperienza comune: in inverno, quando le giornate sono corte, e soprattutto nei giorni in cui il cielo è grigio e la luce, anche quando c’è, è livida e scarsa, ci sentiamo tutti un po’ giù di tono. Per chi soffre di SAD, però, c’è qualcosa in più: non a caso questo stato d’animo, chiamato anche “Winter Blues”(depressione invernale) è considerato un vero e proprio disturbo e i medici lo classificano con una diagnosi, che è stata introdotta all’inizio degli anni ’90.

D’altra parte le funzioni cognitive del cervello di tutti noi, anche di chi non soffre di SAD, sono influenzate dalle stagioni e in particolare non tanto dalle variazioni di temperatura quanto da quelle delle ore di luce della giornata. La luce solare, insomma, influenza anche l’umore e influisce sul nostro ritmo circadiano, l’”orologio biologico” che si adatta alla rotazione della Terra e regola nel corso della giornata non solo l’alternanza sonno/veglia, ma anche le altre funzioni.

Chi è particolarmente sensibile al variare delle ore di luce durante l’anno può, nei mesi invernali, risentirne in diversi modi tra cui i più immediatamente percepibili sono le variazioni di umore, i cali di energia, i cambiamenti nel ritmo del sonno e nell’appetito. Ma ci sono anche effetti più profondi, che arrivano per esempio ad alterato le funzioni metaboliche e la termoregolazione.

Che fare, dunque? Un primo “buon proposito” semplice da seguire è quello di uscire il più possibile a fare una passeggiata nelle ore di luce (chi soffre di SAD deve proprio sforzarsi, perché uno dei sintomi del disturbo è quello di non aver voglia di uscire). Ma ci sono anche cure specifiche, come la light therapy, cioè una terapia a luce bianca (quella più simile alla luce solare nelle ore centrali della giornata), da fare su indicazione dello specialista, che aiuta a ritrovare il ritmo circadiano.

Disclaimer  
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il  parere medico.

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La luce giusta per ogni momento della giornata

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