Bimbi disabili e pet: una bella amicizia

Quello tra animali e bambini è da sempre ritenuto un connubio felice, capace di arricchire il bagaglio esperienziale di entrambi. Ora un recente studio dell’Università dell’Oregon (USA) conferma l’utilità dell’attività fisica svolta con il proprio amico a quattro zampe per i bimbi disabili.
Ce ne parla la veterinaria Arianna Del Treste.

Lo studio, che ha riguardato l’interazione tra un ragazzo di 10 anni con paralisi cerebrale e il suo cane, ha registrato importanti miglioramenti relativi all’attività fisica, alle capacità motorie e, complessivamente, alla qualità di vita del giovane paziente. In particolare, il cane lo ha aiutato ad incrementare il tempo trascorso all’aria aperta.

I ricercatori hanno ideato un’attività fisica mirata, in cui occorreva l’animale, adeguatamente educato, non è stato un semplice compagno di giochi, ma si è trasformato in un vero e proprio partner, in grado di migliorare l’attività fisica e la qualità di vita del bimbo.
Ma si è trattato di un miglioramento a senso unico? Assolutamente no. Anche il cane ha beneficiato della maggiore attività fisica e dello scambio con il piccolo.
La valutazione è stata infatti effettuata su entrambi: l’attività fisica quotidiana, le capacità motorie e la qualità di vita del bambino sono state valutate prima dell’inizio dell’interazione con il pet; contestualmente, un veterinario ha esaminato il grado di partecipazione del cane e l’interazione uomo-animale.

Il cane era uno Spitz Tedesco Nano, detto anche Volpino di Pomerania, di un anno d’età. I cani di questa razza, dal mantello folto e dall’aspetto tenero, hanno solitamente un temperamento leale ed amichevole; una fama confermata da questo studio, in cui uno Spitz si è rivelato un partner assolutamente ideale.

È bene ricordare, però, che sebbene si tratti di un lavoro interessante, è necessario avere ulteriori conferme scientifiche e che, qualora si voglia tentare di stabilire un rapporto tra un pet e un bimbo disabile, sarà necessario affidarsi al parere di professionisti, sia medici specialisti che veterinari esperti in comportamento animale.
I ricercatori dell’Università dell’Oregon hanno studiato il rapporto tra bambino e cane per un periodo di 8 settimane, con un programma di attività fisica controllata della durata di 60 minuti ogni 7 giorni.
Il bimbo aveva il compito di partecipare a diverse attività, da quelle responsabilizzanti, come prendersi cura del mantello, spazzolandolo con entrambe le mani, fino a quelle più strettamente motorie come restare in equilibrio su un apposito strumento oscillante.

I risultati ottenuti sono stati considerati dai ricercatori molto incoraggianti: si è notato che la relazione tra il cane e il bambino è andata via via migliorando nel corso del tempo e che il comportamento positivo del cane verso il bambino ha rappresentato un significativo segnale di benessere.
Pertanto questo team di studiosi si propone di ripetere lo studio allargando il numero dei bambini coinvolti, in modo da avere risultati numericamente più ampi.
Speriamo che anche questo ulteriore studio confermi la positività dell’interazione tra pet e bambini portatori di disabilità.

Dottoressa Arianna Del Treste

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