Stop al sovrappeso

Una bambina sovrappeso mangia un panino

I numeri parlano chiaro: secondo i dati diffusi dal Ministero della Sanità, in Italia il 20% circa dei bambini e degli adolescenti tra i 6 e i 17 anni è sovrappeso e circa il 4% è obeso. Dati sconfortanti, per un fenomeno che negli ultimi anni, invece di attenuarsi, è andato crescendo, con “picchi” preoccupanti in alcune regioni (spetta alla Campania, con il 36%, il triste primato del maggior numero di bambini e adolescenti con eccesso di peso), ma comunque ben distribuito un po’ in tutto il territorio nazionale.E, per quanto noi nonni tendiamo a guardare con tenerezza un bambino tondetto, e per quanta soddisfazione possa darci cucinare per lui e vedere che apprezza i nostri manicaretti, è bene tener d’occhio la bilancia fin da piccoli (senza però farne un’ossessione!) per evitare che un bimbo tondo e di buon appetito si trasformi in un adolescente sovrappeso.

Sovrappeso oppure obeso?

Prima di tutto, bisogna intendersi sui termini: cosa vuol dire “eccesso di peso” e cosa “obesità”? Secondo gli standard internazionali della World Health Organization (l’Organizzazone Modiale della Sanità, sito web http://www.who.int/en) adottati dal Ministero della Sanità, si parte dal peso “ideale”, stabilito in base all’Indice di Massa Corporea con un calcolo piuttosto semplice: il peso, in chilogrammi, diviso per il quadrato dell’altezza, in metri. In pratica, una persona alta 1,60 che pesa 55 chilogrammi avrebbe, in base a questa “formula”, un indice di massa corporea pari a 21,48 (1,60×1,60:55).  Chi, facendo questo calcolo, ottiene un risultato superiore a 25 è sovrappeso; superiore a 30, obeso.
In realtà, questo è un calcolo elaborato per gli adulti che, in mancanza di altri criteri, viene adottato anche per i bambini. Serve però solo a dare una prima percezione della situazione, perché sarà sempre il medico, con le sue rilevazioni (anche rapportate, per i più piccoli, alle tabelle dei percentili, i valori percentuali di peso e altezza dei bambini), a valutare le situazioni specifiche. In ogni caso, è meglio sempre rivolgersi al medico quando il bambino è cicciottello e tende a mangiare troppo, senza pensare che con l’età dimagrirà: i dati scientifici dimostrano che spesso non è vero, e che un bambini sovrappeso può trasformarsi in un adulto obeso.

I consigli dei pediatri

L’allarme l’hanno lanciato i pediatri, denunciando le abitudini sbagliate dei bambini. Che iniziano… dagli adulti. Anzi, dai primissimi mesi di vita, quando può succedere (a noi nonne è successo, ma erano altri tempi!) che la mamma si lasci scoraggiare se il bambino non cresce a vista d’occhio e pensi di non avere abbastanza latte, decidendo di passare troppo presto all’alimentazione artificiale, eccessivamente ricca di proteine e che quindi fa aumentare rapidamente di peso il bambino. Invece l’alimentazione al seno è fondamentale non solo per proteggere il bambino dalle intolleranze alimentari e da eventuali infezioni batteriche e virali, ma anche per dargli l’alimentazione più sana e adatta a lui, che gli permette di crescere in modo naturale e corretto.
Ecco quindi i loro consigli:

  • Privilegiate l’allattamento al seno, possibilmente fino ai 12 mesi.
  • Se la mamma non può allattare al seno, scegliere un latte a basso tenore proteico. Tenete presente che il latte materno ha 0,9 grammi di proteine per 100 ml, quindi… regolatevi!
  • Al momento dello svezzamento, bisogna procedere il più gradualmente possibile e iniziare dopo il sesto mese. Meglio comunque aspettare il compimento dell’anno d’età per introdurre il latte vaccino e i cibi con glutine.
  • Tra i 6 e i 12 mesi, inserire un solo alimento di origine animale e non superare i 20 g di carne, i 20 g. di formaggio o i 30 g. di prosciutto (i tre alimenti in alternativa). Tra i 12 e i 24 mesi  potete usare latte vaccino (non più di 300 ml al giorno) o latte a ridotto apporto proteico (non più di 500 ml al giorno).
  • Fino ai 6 anni, cercate di evitare qualsiasi bevanda zuccherata (compreso tè, tè deteinato, succhi di frutta) e date solo acqua (se ci riuscite!).
  • Togliete il biberon dopo i due anni, naturalmente con gradualità e rispettando i tempi del bambino. Il biberon, che soddisfa anche il bisogno di suzione dei bambino, porta però a bere più latte, che spesso viene dato come una bevanda mentre è un importante alimento, che quindi non dovrebbe essere aggiunto ai pasti.
  • A tre anni, eliminate il passeggino: il bambino deve abituarsi ad andare a piedi (questo presuppone un po’ di organizzazione, ma… ce la potete fare, se non cedete alle richieste di essere portati in braccio).
  • Non fate mai mangiare il bambino avanti alla televisione e, in generale, limitate il tempo trascorso davanti alla TV (questo vi obbligherà a trattative snervanti e a impegnarvi molto per giocare e intrattenerlo, ma… è anche un piacere, o no?)
  • Attenti anche alle porzioni: mail il piatto troppo colmo!

L’educazione alimentare

Una volta appurato che il bambino – o l’adolescente – è in sovrappeso, è necessario non sottovalutare la cosa, ma correre ai ripari, anche per evitare che il bambino cicciottello diventi un adulto con problemi cronici di eccesso di peso e alterazioni metaboliche più o meno gravi: le abitudini alimentari acquisite nell’infanzia, infatti, si mantengono anche da adulti e, se non sono corrette, possono causare disturbi di diverso tipo.
E allora, che fare? La parola d’ordine è educazione alimentare. E quindi, in primo luogo mettere un freno a tutti i “fuori pasto”: nella maggior parte dei casi, basta “rientrare” in un’alimentazione corretta, suddivisa i pasti distribuiti regolarmente nel corso della giornata, per vedere gradualmente scomparire i chili di troppo.
Poi, è fondamentale combattere la sedentarietà: troppo spesso l’attività fisica dei bambini si limita a quelle poche ore alla settimana del corso di nuoto (o di judo, di danza… )  a cui sono stati iscritti dai genitori. Mentre il movimento deve far parte della vita di tutti i giorni: basta andare a piedi a scuola, se possibile, fare una passeggiata (o una pedalata) nel parco, organizzare una partita al pallone con gli amici, portare a passeggio il cane… Sono mille le occasioni per muoversi, e devono essere promosse e stimolate dai genitori fin dai primi anni di vita.

Poche utili regole

Insomma, poche regole, che possono essere riassunte in un “decalogo” facile da seguire e utile per tutte le età:

  • Bere molta acqua, limitando le bevande gasate e zuccherate.
  • Frazionare i pasti. L’ideale sarebbe farne cinque al giorno
    (con due merende leggere a metà mattina e a metà pomeriggio) evitando i “fuori pasto”.
  • Mangiare frutta e verdura ogni giorno.
  • Ridurre i grassi a tavola, in particolare salumi, fritti, condimenti, dolci, ed evitare gli snack come patatine, popcorn eccetera.
  • Evitare di pensare al cibo come una forma di gratificazione (il meccanismo “visto che sono di cattivo umore, mangio qualcosa di goloso…”) e non presentare mai ai bambini il cibo come premio (tipo “se fai il bravo, ti compro il gelato”).
  • Ritagliarsi ogni giorno il tempo per fare un’ora di moto, possibilmente all’aperto.  Favorire il gioco all’aperto dei bambini.
  • Camminare a piedi ogni qualvolta sia possibile. Incoraggiare il bambino a praticare uno sport con regolarità.
  • Evitare di passare troppo tempo in poltrona, davanti alla televisione. Per i bambini, stabilire regole precise sia per la televisione, sia per i videogiochi: massimo due ore al giorno.

 

 

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