Trattate bene il vostro amico a quattro zampe!

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Maltrattare un animale è un reato punibile in base a una precisa norma del Codice Penale. E maltrattare un animale significa non solo fargli del male, ma anche sottoporlo a trattamenti che procurino un danno alla sua salute e a fatiche superiori alle sue forze.
Ce ne parla la veterinaria Arianna Del Treste.

Parto da una rapida riflessione: un animale non può essere considerato come una macchina in cui inserire il carburante per poterla utilizzare; perciò quando si adotta un animale, gli si dovrà garantire non solo la sopravvivenza, ma un’ottima qualità di vita.
Ma vediamo nello specifico.

Che cosa dice la legge?

“1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5.000 euro a 30.000 euro. 2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.”
Così recita l’articolo 544-ter del Codice Penale secondo cui quella barbarie inaccettabile che è rappresentata dal maltrattamento animale viene finalmente ritenuta reato.

Che cosa si intende, dunque, per “maltrattamento animale”?

S’intende non solo, com’è ovvio, l’azione di procurare “lesioni” o “sevizie”propriamente dette ad animali, ma anche quella di “somministrargli sostanze stupefacenti o vietate ovvero sottoporli a trattamenti che procurino un danno alla salute”; quindi, anche costringerli a fatiche insopportabili e non rispettose delle caratteristiche della specie, è ascrivibile al maltrattamento.
Personalmente, trovo profondamente giusto che una cattiva condotta commissiva, ovvero che preveda il procurare dolore, possa essere considerata grave quanto una omissiva, ovvero lasciar soffrire impunemente un qualsiasi essere vivente.

 Che cosa vuol dire “lasciar soffrire” un animale?

Esempio utile può essere quello fornito proprio di recente dalla sentenza 6829, emessa il 17 febbraio 2015 dalla Corte di Cassazione, che si è pronunciata duramente (oltre 10.000 euro tra ammenda pecuniaria e spese legali) nei confronti del detentore di un cavallo che teneva l’animale in uno spazio decisamente insufficiente alla sua mole e alle sue esigenze.
Insomma, se si tiene un animale in uno spazio molto angusto, pur assicurandogli cibo e cure mediche, la gestione è comunque ascrivibile a maltrattamento!

 Che cosa fare quando ci si accorge di un maltrattamento?

Come comportarsi, quindi, se ci si trova di fronte a un animale maltrattato? O se si assiste ad un incidente stradale con coinvolgimento di animali feriti?
Nel primo caso è bene raccogliere quante più prove possibili (video, foto…) e denunciare la situazione a una Forza dell’Ordine, quali Polizia Municipale o Provinciale, Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale.
Nel caso di incidente stradale, è possibile segnalarlo al Servizio Veterinario ASL di zona o a un numero specifico di pronto soccorso pubblico per animali, se questo risulta attivo sul territorio; qualora si assistesse a un’omissione di soccorso, sarebbe invece opportuno rivolgersi alle Forze di Polizia.

Niente più tagli a coda e a orecchie!

In passato si effettuavano i “tagli” di orecchie e coda in alcune razze canine (ad esempio, Dobermann) senza badare troppo al fatto che esse rappresentassero due snodi importanti del sistema di comunicazione del cane. Ora che l’Italia si è allineata con la Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, conclusa a Strasburgo il 13 novembre 1987 e pubblicata, dopo gli appositi adeguamenti, sulla nostra Gazzetta Ufficiale n. 283 del 3 dicembre 2010, questi interventi sono puniti dalla legge e considerati reato anche nel nostro Paese, a meno che non vengano ritenuti necessari dal Medico Veterinario per accertati motivi terapeutici.

 Arianna Del Treste

 

 

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