Quando i nostri amici animali invecchiano

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Certo, a tutti piacerebbe che i nostri amici animali rimanessero sempre dei cuccioli. Purtroppo non è così: anche loro invecchiano, con tutto ciò che questo comporta. Ecco i consigli della veterinaria Arianna Del Treste , per accompagnarli al meglio anche in questa fase della vita.

Sarà che anche da adulti i nostri amici animali restano comunque meno alti di noi, sarà che noi esseri umani perdiamo la voglia di giocare quando diventiamo grandi e loro no, o sarà che suscitano in noi un inevitabile istinto d’accudimento… fatto sta che, generalmente, tendiamo a percepire i nostri amici a quattro zampe come degli eterni cuccioli.
Fugit irreparabile tempus, invece. E anche per i nostri amici a quattro zampe…
E al di là della corrispondenza più o meno veritiera tra gli anni anagrafici“umani” e quelli “animali” (o viceversa), è bene ricordare che ogni organismo vivente, anche quello di Fido e Micio, ha un suo tempo biologico ed anche una sua specifica “clessidra”, rappresentata dai telomeri.

Invecchiare: una questione di telomeri

I telomeri sono le porzioni terminali dei cromosomi ed è stato dimostrato che si accorciano progressivamente con il passare del tempo (e cioè, per la biologia, con l’aumento numerico delle divisioni cellulari).
È importante precisare che la capacità d’invecchiamento cellulare è influenzata fortemente dal grado di stress subito dalla cellula, che in base ad esso andrà incontro a un numero più o meno elevato di divisioni mitotiche. Comunque sia, quando la cellula avrà raggiunto il confine massimo della sua capacità replicativa, detto “limite di Hayflick”, non sarà più in grado di assolvere alle sue funzioni; è proprio a questo limite numerico, dunque, che si riferisce il peculiare range di sopravvivenza di ciascuna specie animale.

In realtà, è difficile fare statistiche certe, in relazione al fatto che ciascun tessuto invecchia in maniera autonoma: ad esempio, è possibile che in un individuo quello epatico vada incontro ad uno status d’invecchiamento più rapido rispetto ad altri tessuti, in relazione allo stress cui è andato incontro durante l’intera esistenza.
Esistono svariate teorie al riguardo (immunologica, dell’errore, etc…) e la geriatria veterinaria è una dottrina ancora in via di evoluzione e con molta  strada da percorrere.
Si concorda però sul fatto che le molecole ossidanti, quali i famosi radicali liberi, siano alla base dell’invecchiamento cellulare; questi composti, essendo chimicamente instabili, presentano un’elevata tendenza a reagire con qualsiasi bio-composto che entri in contatto con essi, determinando così dei danni al bio-composto.

Come cambia l’organismo nell’animale anziano?

Il gatto solitamente entra in fase pre-senile intorno ai 7 anni di età e mediamente vive fino a 14-15 anni, con picchi massimi che possono raggiungere i 20.

Per quanto riguarda il cane, invece, le statistiche sono molto più fluttuanti, data la ben maggiore variabilità di taglia e peso corporeo che si riscontra in questa specie: ad esempio, un Alano tenderà ad un tempo di sopravvivenza decisamente inferiore (spesso anche al di sotto dei 10 anni), rispetto ad un cagnolino di taglia toy.

In generale, comunque, dall’ingresso nella fase pre-senile, iniziano tendenzialmente a insorgere alterazioni a carico di organi ed apparati: ad esempio, fegato e reni possono andare incontro a disfunzione/ipofunzionalità; è frequente riscontrare alterazioni anche a livello dell’apparato cardio-circolatorio; nella cavità orale si determinano con facilità l’accumulo di tartaro dentario e, spesso, fenomeni di iperplasie gengivali, e anche vista ed udito possono subire delle alterazioni.
Certamente colpito dall’età avanzata, poi, è l’apparato locomotore (con deterioramento delle cartilagini articolari e diminuzione della massa muscolare); non resta indenne neanche la funzionalità cerebrale, che può incorrere in stati deficitari.
Inoltre, non risultano infrequenti le problematiche endocrine (ad esempio, diabete mellito e Sindrome di Cushing) e quelle a carico dell’apparato riproduttivo.

Cosa fare per accudire al meglio gli amici animali anziani?

Certamente la prima cosa da assicurare al nostro amico animale, fin da cucciolo, è uno stile di vita che includa attività fisica adeguata, una dieta consona con il giusto apporto energetico in ogni fase di vita, visite di controllo da effettuarsi regolarmente.

Nell’anziano, i controlli diventano davvero importanti (anche con con esami ematici ed eventuali altri accertamenti che il medico veterinario richieda per verificare il livello di funzionalità dei vari organi ed apparati) così come la dieta, la cui la regola aurea deve essere “adeguata e senza eccessi”: esagerare con i grassi determinerebbe un eccessivo lavoro epatico e difficoltà digestive; troppe proteine sovraccaricherebbero il rene; un eccesso di carboidrati potrebbe predisporre a patologie quali il diabete, nonché portare o al sovrappeso o all’obesità.
Inoltre, esistono molti integratori nutrizionali indicati per questa fase della vita, per sostenere la funzionalità epatica e renale, quella cerebrale, cardiaca, osteoarticolare, da somministrare però su consiglio del vostro veterinario.

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