… e se il bimbo arriva in casa dopo il pet?

bambino-gattoÈ certamente una gioia sconfinata sentire una casa calda e viva ed essere circondati da bimbi e animali domestici! Quando arriva un bimbo in una casa in cui c’è già un pet, però, possono determinarsi delle piccole difficoltà, che è possibile evitare o ridurre grazie a qualche accorgimento…
Ecco i consigli, utili sia a noi nonni che ai genitori.

 

Per un bambino in crescita, avere al fianco un animale domestico è assolutamente un’esperienza di vita positiva, ma è necessario seguire l’interazione bimbo-pet in ogni sua fase e fin dal principio, in modo che la convivenza risulti serena e senza rischi per tutta la famiglia.

Prima di tutto, è bene considerare che l’arrivo del bimbo comporterà inevitabili variazioni dell’ambiente-casa, che dai nostri animali viene letto massimamente come una “mappa olfattiva”; pensiamo, quindi, a come potrà sembrare “un altro mondo” quello che improvvisamente si presenterà al naso di Garfield e Pluto, dopo che la casa sarà stata invasa dagli odori organici del neonato e da quelli di pappette, bagnetti e creme…
Anche da un punto di vista uditivo, ovviamente, rappresenterà una novità non da poco il rumore del pianto che all’improvviso spezzerà la quiete della “casa- cuccia” del nostro amico quadrupede.

Come fare, allora, per far sì che tutte queste trasformazioni siano solo delle splendide novità, com’è giusto che sia, senza che diventino fonte di stress per il nostro pet?
Se nella casa vive già un gatto, sarà bene particolarmente in questo caso porre grande attenzione a non stravolgere le radicate abitudini del felino (sensibile, abitudinario e stress-sensibile).
È sicuramente consigliabile inserire gradualmente quello che dal nostro cane o gatto verrà considerato il “pacchetto olfattivo ed uditivo” della casa:

  •  è certamente una buona idea iniziare a posizionare gradualmente in casa gli oggetti deputati alla cura del bambino (lettino, seggiolone…), in modo che il pet possa cominciare ad abituarsi alla modifica dello spazio; affinché questa avvenga nel modo meno traumatico possibile, bisognerebbe evitare lo spostamento repentino di cuccia e giochi dell’animale. Anzi, se possibile, facciamo corrispondere all’inserimento degli oggetti per il bambino un incremento del numero di quelli per l’animale.
  • Può essere d’aiuto far ascoltare al gatto (o al cane) la registrazione, a volume inizialmente molto basso, del pianto o degli urletti giocosi del neonato prima che quest’ultimo entri in casa, anche provando ad associare la registrazione a eventi positivi per l’animale (ad esempio, coccole e cibo); così permetteremo al nostro animale di abituarsi in maniera meno brusca alla variazione uditiva dell’ambiente che si determinerà all’arrivo del piccolo.
  • Prima che il bambino entri in casa, sarebbe bene iniziare a  portare panni e copertine intrise del suo odore, così che il nostro animale da compagnia possa iniziare a conoscerlo a distanza mediante l’olfatto.

 

Bene, ora il bambino è entrato in casa! Come possiamo indirizzare al meglio l’interazione bimbo-animale?

  • Certamente non dovremo impedire al cane o gatto di avvicinarsi al neonato, purché questo avvenga senza forzature (solo quando il pet mostri spontaneamente il desiderio di farlo) e sempre in nostra presenza.
    La prima regola sarà: vigilare! Questo varrà anche per quando il bimbo inizierà a crescere e quindi a voler interagire con il pet: si potrebbero venire a creare situazioni a rischio, poiché i bimbi non sanno entrare in contatto in maniera misurata e corretta con l’animale e potrebbero quindi determinare involontariamente reazioni inaspettate da parte dell’amico peloso; pertanto, la presenza di un adulto attento durante il loro eventuale contatto sarà d’obbligo.
  • Sarà bene assicurarsi che la culla sia stabile, in modo che non si rovesci con una zampata canina o un balzo felino; inoltre, può essere una buona idea coprirla con una retina di protezione.
  • Per far sì che l’animale associ il nuovo arrivato a sensazioni positive, è bene premiarlo con cibo e coccole se si approccia in maniera adeguata; qualora decida di stare a lungo nella stessa stanza in cui siamo col bambino, è consigliabile fornirgli un gioco di attivazione mentale (come quelli in cui si inseriscono delle crocchette e il pet deve ingegnarsi per tirarle fuori), così da canalizzare la sua attenzione anche verso un altro elemento.

Ovviamente, quando il bambino inizierà a crescere, dovremo insegnargli a rispettare il gatto o cane con cui vive e circoscrivere gli spazi di ognuno: ad esempio, evitando di far gattonare il piccolo nei pressi delle ciotole dell’animale e localizzando la cuccia in un punto non facilmente accessibile al bimbo, in modo che quest’ultimo non vada a  toccare gli oggetti del pet rischiando di determinare sue reazioni sgradite.

Arianna Del Treste

 

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