Siamo nonne imperfette

nonna-nipote-palloncini-camerettaOggi finalmente le frustrazioni delle mamme sono state “sdoganate” (per usare un termine moderno, che a dire il vero non mi piace poi molto) e se ne può parlare apertamente. Fino a pochi anni fa non era così, anche se i problemi di cui si parla sono i problemi delle mamme di sempre. Solo che ai “tempi delle nonne” non era possibile dire che essere mamme comportava anche momenti di profondo sconforto, quando ci sembrava di aver perso gli ormeggi e che la nostra vita andasse alla deriva, guidata non si sa dove da un esserino alto qualche decina di centimetri.
Una sensazione tanto più acuta per noi, le mamme di allora che lavoravamo, e che ci sentivamo in colpa ogni momento per non essere sempre lì, pronte e disponibili, per i nostri figli, tanto più che intorno tutti dicevano, o lasciavano capire, o si capiva che pensavano, che insomma, se uno ha deciso di mettere al mondo dei figli, può fare al massimo un lavoro part-time, che gli permetta di seguire i bambini, ma accantonando ogni idea di “carriera” e stando fuori casa il meno possibile.

Oggi finalmente di questi sentimenti contrastanti si parla, eccome; anzi, è nata anche una serie televisiva, “Una mamma imperfetta”, che racconta proprio questo: la frustrazione di non riuscire a fare tutto quello che vorremmo, e nel modo che vorremmo.
Ebbene, mamme, se vi può consolare: anche le nonne si sentono “nonne imperfette”. Sì, perché mica ce l’abbiamo, noi, un manuale su “come fare la nonna”. Per esempio: ci dicono che non dobbiamo sovrapporci ai genitori, prendere il loro posto. Sì, belle parole; ma poi? Tanto per dirne una, quando il bambino è con noi e fa i capricci, come dobbiamo comportarci? Certo non cedere, per carità, e soprattutto non infrangere le “regole” date dai genitori; ma non va bene neanche lo scapaccione che, ai nostri tempi, sarebbe arrivato al culmine del capriccio (io ogni tanto ne davo uno; e voi?). Lasciarlo sfogare senza cedere, dicono; sì, ma con certi nipotini non è facile, quando arrivano a veri attacchi di rabbia.
E poi, fino a che punto possiamo essere disponibili? Molti figli sembrano credere che noi non abbiamo nulla da fare, se non andare a portare i nipotini a scuola, andarli a prendere, stare con loro quando sono malati, aiutarli nei compiti, accompagnarli in palestra, in piscina, al corso di inglese… Come se finché non siamo diventati nonni non avessimo una nostra vita, sia lavorativa sia sociale (o anche non sociale: leggere un bel libro sorseggiando una tazza di tè e ascoltando la nostra musica preferita, il pomeriggio…).
Diciamolo: i nostri figli, ora genitori, ci chiedono spesso di avere una disponibilità totale, forti anche del nostro innamoramento per i nipoti, che oggi sono anche pochi per cui nella maggioranza dei casi non dobbiamo neppure dividerci tra diversi bambini. Eppure, a molti di noi nonni capita di avere un moto di sconforto quando ci sentiamo chiamare con la richiesta di tenere i bambini perché il giorno dopo c’è sciopero a scuola, perché sono molto raffreddati, perché  genitori hanno un invito a cena o devono andare fuori città per lavoro. E i nostri programmi? Certo, poi ci passa: ci riorganizziamo,  pensiamo al piacere di stare con loro, e ci sentiamo anche un po’ in colpa per non aver  reagito con l’entusiasmo che i nostri figli sembrano aspettarsi.

Ma poi, più in generale, qual sarebbe il nostro ruolo? In realtà noi non abbiamo modelli a cui rifarci. Le nostre nonne erano ancora quelle di tanta iconografia. Mia nonna, per esempio, lavorava a maglia (è lei che mi ha insegnato a farlo, anche se sono sempre stata un’allieva piuttosto deludente), leggeva, ci dava le caramelle (di cui sembrava avere una scorta inesauribile), giocava con noi ma stando quasi sempre seduta in poltrona, ci raccontava fiabe e storie di famiglia. Era molto arguta e di grande simpatia, ma ricordo pochissimi casi in cui sia rimasta da sola con noi bambini per un pomeriggio, e praticamente nessuno in cui sia venuta a prenderci a scuola.
Mia mamma è stata un po’ più presente, per esempio d’estate, quando io lavoravo e lei portava qualche giorno al mare le mie figlie (che però poi si lamentavano per la sua eccessiva rigidità, mentre lei d’altro canto si lamentava per la loro vivacità), ma certo non aveva l’impegno costante richiesto a tante nonne di oggi.

Una volta il ruolo dei nonni era quello di “costruire ricordi” per i nipoti; costituivano figure di riferimento, certo, ma per lo più un po’ “a latere” rispetto alla famiglia, per cui diventavano spesso il caldo abbraccio in cui i nipoti si rifugiavano per coprire una marachella, per avere una caramella in più, per essere consolati quando qualcosa non andava.
Anche oggi noi nonni vorremmo rivestire questo ruolo, e ogni tanto lo facciamo, magari un po’ di nascosto dai nostri figli: lasciamo che i nostri nipoti mangino sul divano, anche sedendoci accanto a loro per sgranocchiare insieme qualche leccornia che i loro genitori definirebbero “schifezza” (proprio come mia madre aveva orrore delle caramelle a cui attingevamo a piene mani a casa dalle nonna); lasciamo che le nipotine che frughino tra i nostri bijoux e si agghindino come alberi di Natale, mettendo tutto in disordine; li facciamo restare alzati più a lungo, la sera, quando si fermano a dormire da noi; condividiamo con loro piccoli segreti…
Però quello che ci si chiede è anche un ruolo educativo, svolto nel rispetto di quello dei genitori. Insomma, ogni tanti ci viene da dire: uffa, ancora doveri, anche adesso? Non finisce mai?

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8 commenti su “Siamo nonne imperfette

  1. Sono un padre ed ho apprezzato molto questo bellissimo articolo in cui si mettono in risalto le difficoltà oggettive in cui vivono anche i nonni di oggi. Grazie di esserci cari nonni !!!!

    1. Grazie, Pippo, per le parole di apprezzamento. Siamo contenti di essere seguiti anche dai papà!
      Annalisa Pomilio
      Redazione di noinonin.it

    2. Ciao, sono una Nonna, ho letto l’articolo ed è tutto molto vero quello scritto. Io purtroppo con il mio mal di schiena posso fare ben poco,e allora……sono ormai 2 settimane che non vedo la mia nipotina, mio figlio mi dice stasera vengo con AURORA, ma poi non viene,o perché torna dal lavoro tardi,e poi e poi…
      Sono un pò triste,e poi ci siamo incontrati fuori di domenica sul lungomare e la mia nipotina non ha voluto neanche salutarmi. Mio figlio si arrabbia con lei e la sgrida con il risultato,che poi ci sto male di piu’. Scusate lo sfogo. Vi seguo sempre anche se non sempre commento. Con affetto.MERCEDES

      1. Cara Mercedes, ti siamo tutti molto vicini e ci dispiace molto quello che ci racconti. Purtroppo c’è un’età in cui i bambini diventano davvero ingestibili. Ma poi passa, e vedrai che anche la tua Aurora riscoprirà la nonna. Coraggio!
        Un carissimo abbraccio
        Annalisa
        Redazione di noinonni.it

  2. Avevo scritto un lungo commento ed è andata giù la linea. Tutto perso, uffa. Ora la vena poetica si è esaurita ma almeno vorrei ringraziarvi per avermi fatto scoprire un sito proprio per me, nonna novella. Il mio cucciolino è nato il 6 maggio ed io, per quanto inizialmente preoccupata di sentirmi chiamare nonna, ora che ha solo 4 mesi non vedo l’ora che a chiamarmi sia lui. È difficile, si, essere nonna. Giostrarsi fra quello che sarebbe il mio desiderio di comportamento e quello che invece è giusto fare per non risultare una suocera impicciona. Ma ce la farò. Con pazienza e buon senso. Grazie per l’articolo e un grande abbraccio a tutti i nuovi nonni.

    1. Grazie a te, Patrizia, nonna novella, e auguri per il tuo cucciolino. Certo, anche quello con i nipoti è un rapporto che si costruisce a poco a poco, ma che ci travolge. Un carissimo abbraccio e… torna a trovarci!

  3. Care nonne, e cari genitori, sono una nonna di quattro maschietti, di cui due (5 e 2 anni) da mio figlio, vivono in Spagna e mi considerano poco più che un’estranea, ovviamente (li vedo 3 o 4 volte l’anno).
    Gli altri due (3 anni uno e 3 giorni l’altro) da mia figlia, vivono vicino a me.
    Mi ritrovo completamente nell’articolo di Annalisa.
    Il problema è che i genitori lavorano tutto il giorno, tanto……. per il grande c’è l’asilo, ma per il piccolo nuovo arrivato… c’è solo la nonna (per giunta separata e quindi sola). Ora, andare a portare e/o a prendere il grande a scuola non è un problema. Quello che mi crea ansia e manda a rotoli la mia vita quotidiana, è il sapere appunto sempre all’ultimo momento cosa devo fare e quando.
    Saluto tutti con cordialità e molta solidarietà
    giuliana

    1. Cara Giuliana,
      sono contenta che tu ti sia ritrovata nell’articolo. E noi… siamo tutte con te!
      Questo è un tema di cui noi di noinonni ci siamo occupati a più riprese nel sito. Difficile trovare il giusto equilibrio! E spesso succede che i nostri figli sembrano convinti che senza di loro non sapremmo come passare la giornata. Però è vero che stare con i bambini è una gioia (faticosa, certo, ma sempre una gioia)! Insomma, come sempre la coperta è troppo corta.
      Un caro abbraccio e… continua a seguirci!
      Annalisa Pomilio

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