Superare il trauma della scomparsa di una persona cara
Un ragazzo che non riesce a superare il trauma della morte improvvisa del nonno, a cui ha assistito accidentalmente. Come aiutarlo? La risposta della psicologa Cristina Fumi (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC).
DOMANDA
Sono la mamma di un ragazzo di 14 anni. L’anno scorso è venuto a mancare tragicamente mio padre e purtroppo a trovarlo in condizioni gravissime siamo stati proprio io e mio figlio. Il trauma è stato fortissimo. Pensavo di essere riuscita ad aiutarlo, ma a distanza di un anno ancora non riesce a non pensarci: è un pensiero fisso. Ha problemi di concentrazione a scuola, tic, adesso è subentrata la paura di perdere anche la nonna. Come posso aiutarlo? Devo rivolgermi a uno psicologo? Grazie.
RISPONDE LA PSICOLOGA CRISTINA FUMI
La perdita è un’esperienza umana che tutti attraversano e affrontano nella propria vita: essa riguarda sia la perdita fisica del proprio caro, sia la perdita simbolica/psico sociale.
Il lutto è la specifica reazione alla perdita: è il processo dell’esperire le reazioni psicologiche, comportamentali, sociali e fisiche legate all’esperienza perdita.
Alla perdita è possibile reagire con dolore e tristezza, depressione; senso di colpa; rabbia e recriminazione; isolamento sociale.
Si può avvertire solitudine, stanchezza, spossatezza, senso di impotenza, struggimento; si può sentire incredulità, confusione, disorientamento, preoccupazione, allucinazioni.
Molte persone reagiscono alla perdita soffrendo di disturbi del sonno e dell’appetito, comportamento distratto e disorientato, ritiro sociale o iperattività, bassa stima di sé, depressione.
L’elaborazione del lutto richiede alla persona di affrontare e superare in modo adattivo, integrato e attivo la perdita; per esempio, rispetto alla persona che è venuta a mancare attuando una sorta di “scioglimento dei legami psicologici” con il defunto (investendo verso altri e nuovi legami), ma anche attuando da un lato una sorta di “adattamento personale relativo alla percezione del mondo e della propria identità” e dall’altro un investimento nuovo verso il mondo esterno, alla luce del fatto che la persona cara non c’è più.
L’elaborazione del lutto è un processo complesso, che richiede tempo e energia e, in taluni casi, l’intervento e l’aiuto di un terapeuta è auspicabile.
La forma di elaborazione del lutto dipende infatti da numerosi fattori che lo rendono un compito complesso e impegnativo per le persone coinvolte: per esempio chi era la persona deceduta, il tipo di relazione che c’era con lei; il tipo di morte (morte improvvisa per malattia, morti multiple nel tempo etc); le pregresse esperienze di perdita; le variabili sociali (la percezione di essere aiutati e sostenuti dalla rete amicale e sociale); i fattori di stress (stress legato al lavoro, a una malattia, a una separazione in concomitanza con la morte del proprio caro); le variabili legate a fattori personologici (disturbi di personalità etc).
Ci sono inoltre alcuni fattori che complicano ulteriormente l’elaborazione del lutto, come la morte improvvisa, l’aver trovato il proprio caro morto, l’aver percepito la sofferenza fisica ed emotiva della persona cara prima del decesso, i decessi multipli (per esempio, la perdita dei due genitori in poco tempo, etc), la perdita di un giovane o la perdita di un figlio.
Il lutto perciò è oggi riconosciuto come una forma di stress traumatico.
Per suo figlio, che ha perso il nonno in circostanze che lei definisce tragiche e improvvise, assistendo anche in prima persona alla sua morte, il trauma è evidentemente molto profondo. Il mio consiglio è quindi quello di rivolgersi a un psicoterapeuta della sua città per aiutarlo ad affrontare e superare il lutto, il cui impatto emotivo è stato particolarmente importante per il giovane che necessita quindi di un supporto psicologico specifico e specialistico.
Una tecnica di psicoterapia che risulta particolarmente efficace nell’affrontare ed elaborare il lutto complesso è l’EMDR. L’acronimo (desensibilizzazione e rielaborazione del trauma tramite i movimenti oculari) fa riferimento ai processi attuati per rielaborare l’evento stressante o traumatico: si giunge a una desensibilizzazione emotiva (si smorza il dolore causato dalla perdita) e a una rielaborazione adattiva, cioè adatta alla persona che deve rielaborare il lutto.
La comunità scientifica oggi considera l’EMDR un trattamento basato sulle evidenze scientifiche.: l’EMDR favorisce una naturale rielaborazione e integrazione delle esperienze traumatiche.
Un saluto caro e tanti auguri per il suo ragazzo
Cristina Fumi
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia