Risponde lo psicologo – Una nonna separata
Ci scrive una nonna separata, ancora molto amareggiata per essere rimasta sola e in crisi nel vedere che la sua famiglia si è in qualche modo divisa. Risponde la psicologa Costanza Marzotto, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e coordinatrice del Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia di questa Università.
LA DOMANDA
Sono una nonna separata. Una separazione molto doloroso, avvenuta quando avevo ormai sessant’anni e, pur essendo consapevole che il nostro matrimonio non era felice, pensavo che dopo 35 anni di vita in comune e due figli avremmo continuato a stare insieme come due compagni che avevano condiviso un lungo tratto di vita. La decisione del mio ex marito di separarsi, e il modo in cui l’ha fatto, mi ha ferito profondamente e mi porto dietro una serie di amarezze e una rabbia che, a distanza di quattro anni, si è attenuata ma non è scomparsa.
Scrivo perché mi rendo conto che questa rabbia mi impedisce di godermi con serenità le cose belle che la vita ancora mi offre. A Natale, per esempio, i nostri figli hanno fatto in modo ancora una volta di vedere me e il mio ex marito in momenti diversi, per non farci incontrare.
Io so che l’hanno fatto per risparmiarmi l’amarezza di vedere lui con la sua nuova compagna, ma mi sento comunque ferita. Mi sembra che per i nipoti non sia bello avvertire queste divisioni in famiglia; ma soprattutto mi sento in colpa come mamma: non sono stata io a proteggere loro, a fare la mamma, ma sono stati loro a proteggere me. Mi sono sentita inutile e fragile, uno stato d’animo per me inusuale e difficile. Vorrei un consiglio, se fosse possibile. Ho letto che ci sono dei gruppi di condivisione per i nonni di genitori separati. C’è forse qualcosa di simile anche per i nonni separati?
RISPONDE LA PSICOLOGA COSTANZA MARZOTTO
Cara Nonna Separata,
mi colpisce molto la sua presentazione, come se ancora oggi – come lei scrive a distanza di 4 anni – la separazione fosse un trauma non ancora elaborato, un lutto ancora aperto, un colore indelebile per la sua identità. Forse è arrivato il momento in cui soffermarsi anche sulle altre tinte, le altre sue peculiarità. Nella sua storia c’è una dimensione molto generativa, che quasi sembra invisibile: eppure sono nati dei figli, sono arrivati dei nipoti, ma il senso di colpa la fa ancora soffrire.
Le risorse su cui può contare cara Nonna Separata, sono diverse alcune reperibili all’interno della sua persona e della sua storia, altre offerte dal mondo esterno.
Il perdono, è un gesto fondamentale, sia verso sé stessa, che per il suo ex coniuge, per far circolare nelle relazioni del “corpo” famigliare, le dimensioni simboliche del legame “la fiducia, la speranza e la giustizia”. Il per-donare mette in moto la logica delle relazioni tra le generazioni, dove è previsto un tempo per dare, un tempo per ricevere e un momento per ricambiare: dapprima come madre ha offerto la cura gratuita ai suoi figli, che oggi possono ricambiare con affetto e attenzioni particolari verso chi li ha generati.
Certamente la partecipazione ad un gruppo di persone separate, a prescindere dall’età, potrebbe essere un’altra risorsa per trovare buone strategie di fronteggiamento nella vita quotidiana (ad esempio per organizzare il prossimo Natale), ma forse un percorso psicologico con una persona sensibile e appositamente preparata, potrebbe aiutarla nell’elaborazione di quel dolore ancora depositato nel suo cuore e così riconoscere il bene generato e intravedere nuove prospettive.
La penso e le invio un affettuoso augurio di buon anno nuovo,
Costanza Marzotto
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia