Risponde lo psicologo – Tre gemelli: in classe insieme?
Tre gemelli che iniziano la scuola primaria. Meglio metterli in classi diverse oppure tenerli uniti? Il parere della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Siamo genitori di tre gemelli che a settembre inizieranno la scuola primaria. È nostra intenzione non separarli, mentre la scuola è di tutt’altro avviso.
Premetto che siamo soli e non abbiamo nessun aiuto. Io lavoro e rientro a casa non prima delle 20. Mia moglie in caso di separazione dei gemelli si vedrebbe costretta a seguire tre programmi diversi e in più si sommerebbero le difficoltà delle attività sportive da far intraprendere ai ragazzi. Tenga presente anche le difficoltà di un inserimento in tre classi (un bambino sarebbe sempre penalizzato perché siamo solo in due), oltre alle difficoltà di colloqui che si moltiplicano.
Anche se sulla carta il corpo insegnanti sostiene che ci verrà incontro, il problema è che le cose girano sempre molto bene sulla carta ma poi la realtà è tanto diversa e solo noi genitori di parti trigemellari sappiamo in concreto quali siano le difficoltà quotidiane.
Qual è il suo suo parere? Grazie della risposta!
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile Signore, capisco le difficoltà pratiche che, nel vostro caso, si moltiplicano per tre, ma dal punto di vista psicologico sarebbe consigliabile separare i gemelli almeno nel contesto scuola, per permettere a ognuno di poter vivere un ambito esclusivo e di arricchire la propria identità.
Il “legame privilegiato” di amore e complicità col proprio gemello (o, nel vostro caso, con i propri gemelli) può rivelarsi infatti negativo quando limita lo sviluppo armonico delle singole personalità, che può avvenire solo attraverso la reciproca differenziazione.
Il mancato riconoscimento delle identità individuali di ognuno può far sì che i gemelli si sentano incompleti e vuoti senza i propri alter ego; come se il proprio Io si spezzasse e ne mancassero delle parti.
Per questo, mentre in passato si tendeva addirittura ad accentuale la somiglianza tra i gemelli (per esempio, vestendoli allo stesso modo), a un certo punto c’è stata una radicale inversione di tendenza e i bambini hanno cominciato a essere divisi fin da piccolissimi. Ma anche questa scelta aveva la controindicazione di sottoporre i bambini a separazioni troppo precoci, per le quali non sempre erano pronti.
La differenziazione e la possibilità di essere individuati come unici nasce proprio nel rapporto con i genitori, e in particolar modo con la madre. È lei che fin dall’inizio può aiutare i gemelli a distinguersi l’un l’altro, riconoscendoli come persone separate e diverse, nonostante la somiglianza. È lei che può cogliere quelle minime differenze che rendono diversi anche i gemelli identici, coltivando la loro unicità.
Infatti, nonostante tutti i vantaggi, quello che può mancare ai gemelli è il rapporto esclusivo con la madre, necessario a tutti i bambini per costruire il nucleo più profondo della propria identità. Quando questo manca, si tende a compensare attraverso il legame con il fratello gemello (o, nel vostro caso, con i fratelli gemelli). In realtà ognuno di loro deve sapere che il suo valore non dipende dal legame con gli altri e dalle cose che li rendono simili tra loro, bensì dalla propria unicità di persona, le lo rende unico e irripetibile.
Tornando alla domanda, la premessa fondamentale è che ogni genitore ha il diritto/dovere di scegliere ciò che ritiene meglio per il proprio figlio, al di là delle indicazioni, che talvolta possono essere controverse e contraddittorie.
Tuttavia, proprio per coltivare questo senso di unicità ritengo che possa essere positivo iscrivere i gemelli nella stessa scuola ma in classi diverse, in modo da dare a ciascuno l’opportunità di mettersi in gioco a prescindere dalla “fratellanza”, incontrando fatiche e soddisfazioni che implichino il poter contare esclusivamente sulle proprie forze.
Certo, bisogna mettere in conto una fatica iniziale, difficoltà fisiologiche in tutte le separazioni, ma che si supereranno in tempi brevi se i genitori coltiveranno la profonda convinzione che questo è un bene per i propri figli che garantisce loro la possibilità di sperimentarsi e si scoprirsi capaci di affrontare la realtà anche senza la “stampella” che un rapporto tra gemelli a volte può costituire.