Risponde lo psicologo – Rivalità tra fratelli? È una cosa naturale!
Ancora un contributo su un interessante tema di psicologia a misura di bambino che ci arriva dalla dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza e collaboratrice di www.bimbiarimini.it, il sito nato per segnalare tutto ciò che succede nel “pianeta” dell’infanzia nel territorio di Rimini.
Oggi la dottoressa Arenella risponde a una domanda su un tema molto sentito: come affrontare la rivalità tra fratelli. È un tema di cui si è occupato anche NoiNonni, naturalmente in un’ottica diversa, nell’articolo “Quando nasce un fratellino: nonni in prima linea”.
DOMANDA
Ho due figli di 4 e 5 anni, e negli ultimi tempi la rivalità tra loro è diventata insopportabile. Fanno a gara quasi in tutto (chi arriva primo alla porta, chi la apre prima, chi si veste per primo, chi si lava le mani per primo) e chi è “solo” secondo si arrabbia molto e comincia a fare capricci. Volevo chiederle se è un comportamento normale, fino a che punto devo permettere loro di fare questa “gara” e in che modo posso far diminuire questo rapporto competitivo fra i due bimbi.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
La rivalità tra fratelli è una cosa estremamente naturale. Il loro legame nasce e si sviluppa sulla base della necessità di lottare e difendere il “proprio posto” in famiglia.
Il sentimento iniziale di fronte all’arrivo di un fratello è una naturale gelosia, più o meno manifesta, che solo più tardi lascia spazio a sentimenti di affetto e solidarietà. Con il passare del tempo ci si accorge che il fratello non è solo un nemico da battere, ma anche un alleato di fronte alle paure, o un modello a cui ispirarsi per crescere.
Ogni bambino ha un estremo bisogno di essere visto e riconosciuto come “unico”, ed è per questo che, tra fratelli, vige la cosiddetta “legge della differenziazione”, secondo la quale i secondogeniti (e terzogeniti, e così via) devono sviluppare caratteristiche e comportamenti diversi dal primogenito, per garantire la propria unicità. Esagerando si può dire che, se il primogenito è buono, ubbidiente e studioso, è molto probabile che il secondogenito avrà aspetti di ribellione, di svogliatezza, eccetera. Gli americani dicono che “il primo è più intelligente, ma il secondo se la cava meglio nella vita”.
Oggi gli adulti tendono a censurare (con l’effetto in realtà di alimentare) la normale gelosia e le differenze tra fratelli: al compleanno del piccolo si fa il regalo anche al grande “altrimenti ci resta male”; se si compra una cosa a uno, bisogna comprarla uguale anche all’altro; tutti i gesti devono essere calibrati e suddivisi equamente…
In realtà questo comportamento rischia di confermare al primogenito che è stato vittima di un’ingiustizia, che la gelosia è insormontabile e lui non può tollerarla. Il dover fare le stesse cose per i diversi figli significa negare le differenze, non vedere che ognuno di loro è unico e speciale, ed ha, perciò, bisogni diversi in momenti diversi! Nel tentativo di essere giusti si rischia di compiere l’ingiustizia più grande, cioè non vedere i figli come gli esseri unici e irripetibili che sono.
Tornando alla domanda, quanto minore è la differenza d’età, tanto maggiore è la conflittualità, quindi è normale che ci siano gare e competizioni per ogni cosa. È importante che i genitori (o comunque gli adulti che seguono i bambini nella loro crescita) stabiliscano dei turni per scelte come il programma tv da vedere o la favola da leggere di sera; che di fronte a litigi evitino di intervenire in modo da lasciare ai bambini un’autonomia anche per la risoluzione dei conflitti (a meno che non si arrivi alle mani!) e, se proprio è necessario intervenire, farlo o punendo entrambi o nessuno dei due, in modo da incentivare la complicità, l’alleanza tra loro. Per il resto è fondamentale evitare i confronti (“guarda tuo fratello come è bravo…”) ma vedere, sostenere e valorizzare l’unicità di ciascuno.
Di fronte a questi atteggiamenti la rivalità dovrebbe naturalmente ridursi, anche se chi ha dei fratelli sa che la domanda ‘chi sarà il preferito di mamma e papà?’ in fondo in fondo ci accompagna per tutta la vita!
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MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.
Risponderà alle vostre domande e sollecitazioni (per scrivere potete utilizzare l’indirizzo mail: [email protected]), anche su temi legati all’attualità e a fatti di cronaca.
Ho un bimbo di 5 anni. A qualsiasi persona conosca disegna sempre dei fiori con un sole in alto a sinistra tutto colorato con colori vivi. Vorrei capire il significato del disegno.
Cara Maria,
grazie per esserti rivolta a noi.
Abbiamo inoltrato la tua domanda alla psicologa Manuela Arenella. Ti faremo sapere la sua risposta appena possibile.
Tanti auguri per te e per il tuo bimbo
Annalisa Pomilio
Redazione di noinonni.it
Cara Maria,
ho provato a risponderti alla mail indicata, ma mi ha dato errore. Ti trascrivo perciò qui la risposta della psicologa.
Tanti auguri per la tua famiglia e il tuo bimbo
Annalisa Pomilio
Redazione di noinonni.it
Il disegno è uno strumento potentissimo attraverso cui il bambino comunica i suoi vissuti ed elabora vari aspetti legati al suo mondo interno. E’ molto importante che resti qualcosa che il bambino può vivere in piena libertà poiché, al pari del gioco, comunica aspetti legati al mondo interno solo se il bambino è lasciato libero di disegnare quando vuole e ciò che vuole.
Per noi adulti è molto difficile accettare la piena libertà e creatività dei bambini, che spesso disegnano in modo imperfetto e con colori improbabili rispetto alla realtà oggettiva.
Spesso si sentono commenti del tipo “aggiungi altri particolari!”, oppure “ma guarda bene, gli alberi non sono blu!” .
Se un bambino modifica il suo disegno sulla base di stimoli dati dagli adulti, quel disegno non potrà più definirsi spontaneo, e quindi non potrà essere utile per comunicare qualcosa sul mondo interno del bambino.
E’quindi importante limitare i nostri interventi e, anche se vediamo cose che non ci piacciono, celebrare sempre ciò che il bambino produce, poiché è fondamentale che si senta libero di esprimersi .
Certo, piacerebbe a tutti che i propri figli disegnassero sempre paesaggi sereni e ricchi di colori, o persone sorridenti, ma non dobbiamo mai dimenticare che la perfezione non esiste, e la possibilità di cogliere segnali di disagio è preziosa, perché ci permette di intervenire per risolverli.
L’interpretazione dei disegni è qualcosa di molto complesso, che non può prescindere dalla conoscenza di alcune informazioni sul bambino e sul contesto in cui vive.
Da quanto descritto nella domanda in questione, un’ ipotesi che si può fare è che il bimbo in questione abbia molto bisogno di cercare l’approvazione degli altri, di fare e cose „per bene”, ed essere lodato. Il giudizio degli altri sembra contare molto, più della possibilità di esprimere le proprie idee, umori, sentimenti.
I fiori di solito sono simboli di compiacenza, del tentativo, cioè, di uniformarsi alle aspettative degli altri per non essere disapprovato.
Lo scotto che si paga nel voler essere amato da tutti, però, è il dover „rinunciare” alla propria individualità, al dire la nostra, a battere i piedi per ottenere ciò che vogliamo.
Ovviamente non esiste una „traduzione” diretta, tra un elemento disegnato e un dato significato (così come per i sogni, nonostante la „Smorfia” li abbia tradotti in numeri!), ma il tutto và sempre filtrato dalla realtà e dagli aspetti di unicità di ogni persona, perciò prendete quanto detto come ipotesi.