Risponde lo psicologo – Quando c’è un figlio preferito
Questa settimana la dottoressa Manuela Arenella, psicologa e psicoterapeura, risponde alla domanda di una nonna che ha notato in sua figlia una differenza di atteggiamento verso i suoi due bambini e si chiede che cosa può fare.
Trovi in altro articolo su questo tema anche al seguente link:
Due fratellini, e le preoccupazioni di una nonna
Anche i nonni possono avere un nipote preferito. Se ti interessa questo tema, trovi un articolo a questo link:
C’è un nipote preferito?
Trovi invece un articolo sulla gelosia tra fratelli a quest’altro link:
Rivalità tra fratelli? È una cosa naturale!
DOMANDA
Gentile Dottoressa, sono una nonna e leggo sempre i suoi consigli e i suoi chiarimenti. Mi trovo in una situazione incresciosa, e quello che più mi addolora non so come aiutare la mia nipotina. Mia figlia ha 42 anni, ha un compagno e da questa unione sono nati due bambini: una bambina che ha 6 anni e un maschietto che ne ha quasi 4.
Mia figlia ha una evidente preferenza per il maschietto che ha un carattere più dolce e ultimamente dice chiaramente di non sopportare la bimba, che da parte sua le risponde e si ribella alla mamma.
Io cerco di non far mancare tutto il mio amore alla bambina, ma noto anche certi atteggiamenti verso il fratellino che mi mettono in ansia, e che mi spingono a farglielo notare. Per esempio quando lo abbraccia lo fa in maniera così violenta come se volesse strozzarlo, l’altro giorno gli ha messo un cordoncino intorno al collo, se può lo fa cadere o gli fa paura.
Ora io capisco che c’è un disagio della bambina, mia figlia la sgrida continuamente perché anche lei nota questi atteggiamenti aggressivi nei confronti del piccolino, però si è creato un circolo vizioso e questo a me fa molto male. Ora le chiedo: io come nonna cosa posso fare? Come posso aiutare mamma e figlia a ritrovarsi? La bambina vuole stare sempre con me e ha il terrore che io possa morire. Non so come aiutare, sia lei sia mia figlia che sembra arrabbiata con il mondo.
La ringrazio sin da ora se può darmi qualche consiglio.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Gentile signora, la situazione che lei descrive è estremamente complessa e fa pensare a dinamiche antiche, che attraversano il tempo e le generazioni.
Provo a spiegarmi meglio. Ci sono certe dinamiche, modalità relazionali, che si trasmettono di madre in figlia, non geneticamente ma attraverso un’ ereditarietà psicologica. Questa è solo un’ipotesi, ma sarebbe importante capire che rapporto ha lei con sua figlia, e che relazione c’era quando sua figlia era una bambina. Sarebbe importante cercare l’origine della rabbia, che quasi sempre ha a che fare con bisogni rimasti inascoltati, e che, se non elaborata, rischia di ricreare situazioni simili nei figli.
La gelosia tra fratelli in una certa misura è fisiologica. È normale che ci sia odio e amore, momenti di gioco condiviso e liti furiose (per approfondire l’argomento può consultare un articolo precedente, sulla gelosia tra fratelli).
L’atteggiamento dei genitori, però, può facilitare o ostacolare l’acquietarsi di questa emozione fisiologica. Dare la colpa sempre a uno dei due e proteggere sempre l’altro aumenta il rancore e, appena possibile, le ritorsioni. I dispetti e gli attacchi che sua nipote farà al fratello saranno direttamente proporzionali alla durezza delle sgridate o delle punizioni che riceverà dai genitori.
Se soffro perché un fratellino è arrivato ad interferire nel rapporto con mia mamma, più la mamma lo proteggerà e più aumenterà il mio rancore e il mio senso di ingiustizia!
È importante bloccare con fermezza gli atti violenti, che mettono in pericolo il fratellino, ma al tempo stesso dire chiaramente alla bimba che è arrabbiata, che forse è gelosa perché pensa che il fratellino le porti via qualcosa, eccetera.
Sarebbe importante che questo discorso lo facesse anche la mamma, aprendo così un dialogo che potrebbe portarla a rassicurare la bimba sul fatto che la mamma ama entrambi, che più aumentano i figli, più il cuore si allarga , eccetera.
Per evitare che la normale gelosia degeneri, sarebbe anche importante che la mamma riconoscesse delle qualità anche alla bambina, e che ritagliasse con lei dei momenti esclusivi, per farla sentire importante e tentare di nutrire l’unicità del loro rapporto. È importante ricordare sempre che gli atti aggressivi e la rabbia nascondono in realtà delle richieste d’amore e di attenzione.
Vista la possibilità di aspetti più profondi e inconsci, di cui parlavo all’inizio, le suggerirei di proporre a sua figlia di consultare uno psicoterapeuta che potrà approfondire la situazione e fornire una consulenza sulla gestione di questa gelosia esasperata e su come poter migliorare i rapporti madre-figlia.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e scuole e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e anche a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema per i genitori su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.