Risponde lo psicologo – L’inizio della scuola dell’infanzia
L’inizio della scuola dell’infanzia può essere un periodo complicato per i bambini, e quindi per genitori e nonni. Non tutti reagiscono allo stesso modo, e talvolta genitori e nonni si trovano disorientati. Ci scrive una mamma preoccupata. Ecoc la risposta della psicologa Cristina Fumi (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica di Milano).
DOMANDA
Ho una bimba di 3 anni e mezzo che ha iniziato la scuola materna a settembre e da allora non la riconosco più.
È sempre stata una bimba dolce, solare e socievole con tutti, ma ha avuto un po’ di difficoltà con l’inserimento (pianti e urla all’ingresso ogni mattina per circa 3 settimane). Poi ha cominciato ad andare più volentieri e pensavamo che fosse tutto a posto, ma non è stato così: ora risponde male a tutti e allontana tutti (nonni e genitori compresi) dicendo frasi come “vai via”, “non ti voglio” o “non mi guardare”. È sempre stata educata e rispettosa, ma è completamente cambiata. Non ascolta quando le chiediamo qualcosa e non accetta un NO come risposta: ogni volta sono capricci e urla.
Inoltre è diventata molto dispettosa (lancia in terra qualsiasi cosa e colora muri, vestiti e pavimenti).
La spiegazione che mi sono data è che si sia sentita abbandonata da nonni e genitori che per tre anni l’hanno accudita (non è mai andata al nido, e mi pento di non averla mandata) e che stia reagendo in questo modo all’abbandono.
All’asilo gioca un po’ con gli altri bambini, ma poi si rifugia vicino alla maestra (penso che la veda come riferimento, così come lo siamo stati noi).
Non sappiamo più cosa fare e come comportarci e non sappiamo se la nostra dolce bimba tornerà ad essere quella di prima.
RISPONDE LA PSICOLOGA CRISTINA FUMI
Gentile Signora,
l’ingresso alla scuola materna rappresenta tutti i bambini un passaggio importante di vita comunitaria; se poi come nel caso di sua figlia, la scuola materna è la prima esperienza fuori dal contesto famigliare, esso è proprio un forte e importante cambiamento per il quale vale la pena mettere in conto che la bimba manifesti dei comportamenti che non ci attendiamo e che non riconosciamo.
L’ingresso alla scuola materna porta con sé diversi compiti di cui tutti i bambini devono farsi carico e che devono affrontare.
Per la prima volta il bambino (come nel caso di Sua figlia) vive e sperimenta il distacco fisico ed emotivo dalle figure di riferimento che in questi tre anni di vita si sono prese cura, a volte in modo esclusivo, di lei. Trascorrendo diverse ore al giorno lontano dai genitori e dai nonni, la bambina deve fare un po’ i conti con questo distacco che di suo è doloroso, ma è anche necessario alla sua crescita psico-fisica, in quanto la incoraggia a sperimentarsi più autonoma e a crescere; deve poi confrontarsi con regole nuove e un contesto completamente diverso. Spesso le aule degli asili sono assai rumorose e affollate. Deve far fronte a stili comunicativi e relazionali diversi: con le maestre, con i compagni e con tutti coloro che incontra nella sua giornata. Deve accettare un cibo diverso, per esempio, una routine di “gioco, pappa e nanna” spesso nuova: insomma come vede la giornata (seppur l’ambiente sia accogliente e le educatrici molto carine) può risultare oltremodo impegnativa…
In questo momento, a tre mesi dall’inizio della materna, Lei sta notando atteggiamenti di sfida e di rifiuto, che sono tipici un po’ dell’età e che possono in un certo modo essere connessi alle fatiche che la bambina sta vivendo in questo momento di forte e importante cambiamento.
I bambini non esprimono con le parole la stanchezza e la frustrazione, ma lo fanno più semplicemente con i comportamenti. Le suggerirei di continuare a osservare e monitorare il comportamento della bambina almeno per altri due mesi. Si confronti con le educatrici, mantenga un dialogo aperto e costruttivo con loro.
Sua figlia sta crescendo e sta imparando a esprimersi come meglio può e riesce; non sempre da genitore è semplice riuscire ad accettare alcuni comportamenti e atteggiamenti dei propri bambini. Vigilare è importante; riuscire a dare delle spiegazioni ai comportamenti è fondamentale. Necessario è distinguere il capriccio dalla manifestazione di un disagio.
Mettersi in rete con le educatrici e magari un professionista psicologo può essere una soluzione.
Cordiali saluti
Dott. Cristina Fumi, psicologa psicoterapeuta
Servizio di Psicologia clinica: persona, coppia, famiglia
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