Risponde lo psicologo – Le attività pomeridiane
Ancora un interessante contributo su un interessante tema di psicologia a misura di bambino che ci arriva dalla dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza .
In questo caso dà un consiglio su un tema che riguarda molti bambini: in che modo organizzare il loro tempo libero senza sovraccaricarli di impegni?
DOMANDA
Una delle domande che si sta ponendo mia figlia è quella di come organizzare il tempo libero dei bambini, di 4 e 6 anni. In pratica: quanto è bene “impegnarli” in attività quando sono liberi da asilo e scuola? Il suo programma era quello di iscrivere il maschietto a nuoto, ma a lui interessa anche la musica, un corso che l’anno scorso ha fatto la sorellina. La bimba faceva anche danza e le piacerebbe continuarla. E poi ogni tanto le piacerebbe portarli a qualche evento interessante, ad esempio letture o attività creative. Non vorrebbe però che facessero troppe cose e che la loro giornata fosse piena di impegni, quasi senza soluzione di continuità tra scuola e tempo libero.
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
Negli ultimi anni le famiglie tendono spesso a saturare i pomeriggi dei bambini con occupazioni interessanti, ma che in molti casi impediscono loro di avere del tempo vuoto, da usare liberamente, per giocare o per altre attività di loro invenzione.
In questo modo anche il tempo libero rischia di trasformarsi in un proseguimento della scuola, dove ci sono attività di apprendimento guidato che non lasciano spazio alla creatività e al gioco, fondamentale per lo sviluppo psicologico del bambino.
È vero che dai 6 anni in poi i bambini sono pieni di nuove curiosità e hanno voglia di mettersi alla prova, di dimostrarsi capaci, ma è anche vero che spesso questo desiderio nasce dalle aspettative dei genitori, che spingono il proprio figlio a eccellere in qualcosa che ritengono gratificante per farne un piccolo “campione”.
A quest’età i bambini tendono a compiacere i desideri dei genitori, salvo poi interrompere le attività intorno ai 10-11 anni, quando l’obbedienza cede il posto al desiderio di pensare con la propria testa.
Detto questo, nulla vieta di dare ai figli la possibilità di dedicarsi, oltre alla scuola e al gioco, anche ad altre attività, sportive o artistiche, stando attenti a non caricarli di aspettative: deve essere chiaro per per noi si tratta di una semplice e bella esperienza formativa. Se un bambino ha una vera inclinazione, emergerà spontaneamente.
Per questo è importante incoraggiare il bambino a esprimere il più liberamente possibile le sue capacità, senza intromettersi, altrimenti sarà difficile per lui capire quali sono le sue autentiche aspirazioni, senza confonderle con i desideri dei genitori.
Per rispondere alla domanda, si può proporre ai bambini di scegliere una attività pomeridiana da portare avanti durante l’anno, permettendo loro di scegliere sulla base del loro desiderio ed eventualmente delle lezioni aperte che è possibile fare prima di iscriversi a un corso.
È importante dare ai bambini la possibilità di scegliere, per poter poi chiedere loro di portare avanti con costanza l’impegno che hanno scelto, anche di fronte ai momenti di stanchezza che inevitabilmente arriveranno.
Questo è un punto particolarmente importanti, soprattutto per i bambini un po’ più grandicelli. Infatti la costanza e la capacità di portare avanti un impegno preso sono capacità che il bambino acquisisce dai 6 anni in poi; perciò non possiamo arrabbiarci con un bambino di 4 anni se dopo due lezioni dice di non voler più proseguire!
Sarebbe importante anche capire se l’interesse per la musica è autentico o se nasce dal desiderio di imitare la sorellina, e comunque è bene non arrabbiarsi se un bimbo così piccolo non riesce ad essere costante nell’impegno preso.
Diverso è il caso delle attività sporadiche, creative o laboratoriali, che in genere ai bambini piacciono molto. Anche qui senza eccedere, altrimenti perdono l’alone di “eccezionalità” che contraddistingue questi momenti e li rende memorabili.
E non dimenticate di lasciare sempre ai bambini (e possibilmente anche a voi!) il tempo di annoiarvi, perché è quello in cui si stabilisce il contatto più autentico con se stessi!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.