Risponde lo psicologo – Arriva un fratellino!
Un nuovo interessante contributo su un tema di psicologia a misura di bambino che ci arriva dalla dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza .
In questo caso torna su un tema di cui noinonni.it si è già occupato,
rispondendo a una mamma che vorrebbe poter prevenire la gelosia del figlio di 4 anni, in vista dell’imminente nascita di un altro bimbo.
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Quando nasce un fratellino: nonni in prima linea
La gelosia del fratellino
Risponde lo psicologo – La gelosia per il fratellino
DOMANDA
Ho un figlio di 4 anni e a arriverà in famiglia un altro bebè. Finora mio figlio era tranquillo e desiderava moltissimo una sorellina, ma sono preoccupata che questo comportamento possa cambiare con l’arrivo del piccolo. Per esempio, ha già detto che non possiamo “mettere il lettino nella sua stanza” (questa è l’unica possibilità, viste le dimensioni del nostro appartamento). Mi può dare qualche consiglio pratico su come si può prevenire la sua gelosia?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
“Quando fate un fratellino?” è una richiesta che molti bambini fanno, quasi come se chiedessero un giocattolo nuovo.
In realtà, se ci pensiamo bene, che motivo avrebbe un bambino di desiderare qualcuno con cui dividere tutto ciò (dall’affetto dei genitori ai giocattoli) che al momento è solo suo?
Io credo che la maggior parte delle volte dietro questa domanda ci sia la voglia di capire se effettivamente mamma e papà stanno progettando un nuovo figlio…
Più l’arrivo di un fratellino (o sorellina) si avvicina, e quindi si concretizza, più il bambino si rende conto che non sarà un bambolotto con cui poter giocare, bensì un estraneo, un intruso che prenderà il suo posto tra le braccia della mamma!
È così che nasce la gelosia, quando la più antica delle paure, cioè quella di essere abbandonato e rifiutato dai propri genitori, si concretizza con l’arrivo di quel temibile rivale che è un fratellino.
Non c’è da stupirsi, quindi, che il bambino reagisca con estrema aggressività, usando l’attacco come miglior difesa: “Non lo voglio! Perché non lo riportate indietro” e frasi simili.
Anche l’atteggiamento iperprotettivo che alcuni bimbi manifestano nei confronti del fratellino in realtà è espressione dei sensi di colpa per aver fantasticato di sbarazzarsi di quel fratellino, a cui però mamma e papà sembrano tenere molto…
Il punto è che questa gelosia non si può “prevenire”, come chiede questa mamma, ma è una manifestazione emotiva legittima e naturale, che va compresa, legittimata e vista come qualcosa di fisiologico.
È importante parlare al primogenito del fratellino che arriverà, dirgli che capiamo che è difficile per lui, che finché sarà piccolino romperà un po’ le scatole, piangerà spesso, però fa parte della nostra famiglia e più bimbi nascono, più l’amore si moltiplica. “Quando nasce un fratellino il cuore di mamma e papà si allarga, e ci stanno dentro tutti i figli, che vengono amati tutti allo stesso modo!”.
Possiamo dire che capiamo che per il grande è dura dover dividere la camera, ma comunque i suoi giochi resteranno i suoi (è importante avere il massimo rispetto per questo aspetto) e lui potrà insegnare al fratellino a fare tutte le cose che ha imparato lui. Bisogna coinvolgere il grande e farlo sentire importante e complice anche nella gestione quotidiana del fratellino, senza però incappare nell’errore frequente di responsabilizzarlo troppo o vederlo “già grande”. Durante il cambio dei pannolini o il bagnetto, è importante che la mamma, seppur impegnata con il piccolo, rivolga qualche attenzione o frase affettuosa al grande, così da rassicurarlo rispetto al fatto che l’intesa con la sua mamma c’è ancora.
I genitori devono comunque tenere presente che c’è la possibilità che il grande faccia qualche dispetto al piccolo o gli faccia del male, ma senza colpevolizzarlo. “Puoi dire le frasi brutte e sfogarti facendo del male all’orsacchiotto, ma non puoi maltrattare il fratellino”.
Prima della nascita e nei primi mesi di vita del fratellino, è possibile che il grande manifesti delle piccole regressioni, cioè che esprima il suo desiderio di tornare piccolo. In questi casi non va colpevolizzato, ma bisogna contestualizzare i suoi atteggiamenti in una sorta di gioco: non gli permettiamo di bere il latte dal seno realmente, ma giochiamo a tenerlo in braccio e a cullarlo come quando era piccolo! In queste fasi è fondamentale che il papà (ma anche i nonni…) dedichi più tempo al primogenito, lo coinvolga, lo porti con sé a fare “cose da grandi”, in modo che il grande capisca che non è poi così bello essere piccoli piccoli.
Se tutto va bene, l’ostilità si trasformerà pian piano in attenzione e amore per quel fratellino, a testimonianza del fatto che le pulsioni aggressive non solo non distruggono il rivale, ma possono convivere con l’amore, e questa è un’acquisizione fondamentale nello sviluppo emotivo di un bambino.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.