Proteggere i bambini dalla paura del coronavirus
Ci scrive una nonna, preoccupata perché, in questi tempi così difficili, si è accorta che uno dei suoi nipotini sembra particolarmente spaventato dall’epidemia che in questi giorni sta flagellando l’Italia e il mondo. Come rasserenarlo?
Risponde la psicologa Cristina Fumi (Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia – Università Cattolica del Sacro Cuore UCSC).
DOMANDA
Sono la nonna di quattro nipotini, tra i tredici e i quattro anni. In questi giorni anche noi, come tutti, siamo “travolti” dalla paura del contagio da coronavirus. Io sto isolata e non vedo più le famiglie dei miei figli e i miei nipotini, ma li sento solo al telefono.
Naturalmente siamo spaventati, ma a preoccuparmi è il mio nipotino di mezzo, Andrea, che ha otto anni. Lui sembra davvero disorientato! Quando ci sentiamo al telefono piange, chiede di venire a trovarmi (prima, ero io ad andare a prenderlo dopo la scuola), dice di aver paura che io muoia o, più in generale, di restare solo.
Gli altri nipoti sembrano più tranquilli: i più grandi forse si sentono in qualche modo “forti”; il piccolo non capisce bene che cosa stia succedendo. Però come posso fare, io ma anche i genitori, a tranquillizzare Andrea e a spiegarli che davvero “andrà tutto bene”?
Grazie per la risposta!
Tanti auguri anche a tutti voi
Vittoria
RISPONDE LA DOTTORESSA CRISTINA FUMI
Cara Vittoria, i bambini hanno bisogno di essere sostenuti e rassicurati, in questo periodo storico più che mai: devono essere informati in modo corretto e preciso.
I bambini devono essere prima di tutto protetti dall’informazione mediatica: no TV e no radio. Non devono essere esposti di continuo all’informazione che può “disturbare” oltre misura lo stato psichico e emotivo di chiunque, ma soprattutto dei piccoli.
I genitori o chi se ne prende cura devono spiegare ai bambini, in modo sereno e rassicurante, cosa sta accadendo, ma senza spaventare, con parole semplici e precise.
Prima di tutto, i bambini devono essere incoraggiati a mantenere le buone abitudini e a vivere la propria giornata con gli stessi ritmi che avevano prima dell’inizio della pandemia.
Si devono mantenere per quanto possibile le abitudini che ci hanno accompagnato nella quotidianità fino a qualche settimana fa: ci si deve alzare la mattina alla solita ora, fare colazione insieme, lavarsi e vestirsi, fare i compiti, pranzare, rilassarsi e magari, nel pomeriggio, usufruendo di tutto quello che il web in questo momento ci propone, praticare un po’ di ginnastica, dedicarsi a una attività ludica.
Se si può usufruire di spazi aperti (balconi, terrazzi, giardini) è auspicabile trascorrere del tempo un po’ all’aria aperta, vestendosi di tutto punto. Si deve andare a letto non tardi per potersi svegliare l’indomani presto (come un giorno qualsiasi di scuola e di lavoro) per iniziare la giornata carichi e con energia.
Incoraggiamo i bambini a mantenere i contatti via telefono (audio o video) con amici, compagni di scuola e anche con le insegnanti. Manteniamo i contatti tra nonni, zii e cugini e ascoltiamo le paure e i timori che è bene che i bimbi esprimano e che noi adulti dobbiamo, in qualche modo, semplicemente accogliere.
Andrea ha bisogno di essere ascoltato e incoraggiato: da nonna, lo ascolti e cerchi di rassicuralo, senza negare e banalizzare i suoi sentimenti ma aiutandolo a “sentire” davvero quello che prova e a condividerlo con qualcuno che gli vuole bene.
Cristina Fumi, psicologa psicoterapeuta
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia
In questo periodo, ci siamo occupati a più riprese dei problemi legati all’epidemia da coronavirus che stiamo vivendo. Trovate quindi altri articoli anche a questi link:
Nonni al tempo del coronavirus
La lettera di una nonna al nipotino… al tempo del Covid-19
La vita in quarantena
I compiti… al tempo del coronavirus