Nonni travolti dalla separazione dei figli
Nonni travolti da quella tempesta che è la separazione dei figli. Come fare? Come comportarsi per essere di supporto, mantenendo rapporti corretti e senza rompere quel filo che lega ancora alla nuora o al genero? E come fare soprattutto per aiutare i bambini? I consigli della psicologa Monica Accordini.
La psicologa Monica Accordini collabora con il Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Tel. 02.7234.5961 –www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia)
DOMANDA
Buongiorno. Sono la nonna paterna di un bambino di 8 anni i cui genitori si stanno separando. Io e mio marito abbiamo sempre avuto rapporti più che corretti, se non proprio affettuosi, con mia nuora, e ci siamo spesso occupati del bambino, che vive in un’altra città ma che era spesso da noi durante le vacanze scolastiche.
Ora non sappiamo bene come comportarci. Vorremmo cercare di mantenere un atteggiamento il più “neutrale” possibile, e all’inizio ci siamo anche messi in contatto con nostra nuora cercando di dirle che, senza voler interferire nella loro decisione e nel rapporto di coppia, noi avremmo continuato a essere disponibili per il nipotino.
Ora però che nella coppia i toni stanno diventando aspri per la battaglia dell’affido del bambino (mi vene da dire “solita”, perché mi pare che spesso sia questo uno dei terreni di scontro) sentiamo di “propendere” per nostro figlio e vorremmo stargli vicini per sostenerlo.
D’altra arte, siamo stati chiamati in causa anche da nostra nuora, che sostiene che il bambino non vuole più venire da noi… Insomma, un grande pasticcio: non sappiamo come comportarci, non vorremmo chiudere le porte con nostra nuora, né tantomeno rischiare di perdere il contatto con il bimbo, ma vediamo nostro figlio soffrire e naturalmente soffriamo per lui…
RISPONDE LA PSICOLOGA MONICA ACCORDINI
Gentile signora,
innanzitutto devo dire che sono molto contenta di leggere questa sua mail: nel turbinio di emozioni e di agiti fatti per rabbia e rivendicazione e senza pensarci troppo, la sua voglia di “fare bene” e, da qui, il suo desiderio di fermarsi a pensare anziché agire d’impulso sono già un grande esempio per suo figlio, suo nipote e sua nuora.
Purtroppo le devo dare ragione quando dice che spesso le controversie e le liti “dei grandi” finiscono per tirare in mezzo i più piccoli, che vengono usati come messaggeri tra adulti che non riescono più a parlarsi o addirittura strumentalizzati come arma per ferire e offendere l’altro.
Mi pare che la sua richiesta si articoli a due livelli: da una parte sembra chiedersi – e chiedere – come comportarsi nei confronti di suo nipote e dall’altra come gestire i rapporti con quella che prima era una coppia e ora invece sono due individualità.
Per quanto riguarda suo nipote, l’aiuto che può dargli in questa battaglia che, sfortunatamente, non ha vincitori, è quello di rimanere una presenza ferma e rassicurante, di offrire se stessa e la propria casa come un rifugio e un angolo sicuro in cui le cose rimangono come sono sempre state. In un momento così denso di cambiamenti emotivi, psicologici e ambientali com’è quello della separazione è possibile che i bambini si sentano persi e disorientati, in questo senso la presenza dei nonni può essere rassicurante e restituire loro quell’esperienza di accoglienza e calore che talvolta i genitori, a propria volta sofferenti o in difficoltà, non riescono a garantire. Rinforzi quindi, quando vede suo nipote, dei rituali o dei giochi che eravate soliti fare insieme, gli offra la possibilità di sentirsi a casa propria e soprattutto gli dia spazio per esprimersi (attraverso il disegno, il gioco, lo sport) senza “pressarlo” e allo stesso tempo senza avere timore del dolore che, eventualmente, lui le mostrerà.
Per quanto riguarda sua nuora e suo figlio, credo sia normale sentirsi rammaricati da questo brusco cambiamento che lei subisce senza avere scelto (in fondo questa posizione la accomuna a suo nipote e la può forse aiutare a capirlo meglio) ed è altrettanto normale sentirsi confusi e persino in dovere di “prendere le parti” di qualcuno (di nuovo, se lei sta così, provi a pensare a suo nipote!). Eppure, voler bene a qualcuno, desiderare dargli supporto non implica necessariamente schierarsi: lasci che suo figlio e sua nuora gestiscano il loro conflitto da soli, non entri nelle questioni legali o nei termini dell’affidamento perché, per quanto sia difficile da accettare, in ultima analisi non la riguardano. Comprendo come sia difficile vedere qualcuno cui si era affezionati mettere improvvisamente un muro di incomunicabilità davanti a noi, comprendo quanto sia duro guardare qualcuno che si ama soffrire e sentirsi impotenti, eppure il gesto più significativo che può fare per suo figlio, suo nuora – e di conseguenza per suo nipote – è richiamarli alle proprie responsabilità sottraendosi a questa battaglia.
In pratica, nei casi in cui le separazioni si prospettano conflittuali e difficili è bene cercare di mantenere un “basso profilo” e impostare la relazione come se si trattasse di un rapporto di lavoro. So bene che probabilmente non è un “rapporto di lavoro” quello che lei desidera mantenere con sua nuora ma, almeno all’inizio, è a questo che dovrà puntare: quando la situazione è così tesa, le comunicazioni possono venire spesso fraintese e i messaggi, anche se fatti nelle migliori intenzioni, strumentalizzati. Mantenga quindi una comunicazione asciutta ed essenziale, scriva piuttosto che telefonare e si limiti a scambi fattuali, cercando, tuttavia, di garantire sempre la sua presenza per il bambino.
Per quanto riguarda suo figlio, lo ascolti e lo accolga nel suo dolore ma cerchi di non farsi coinvolgere a tal punto da perdere lucidità circa il suo giudizio su sua nuora: a suo nipote in questo momento serve una nonna che stia fuori dalla battaglia tra i suoi genitori, serve una nonna con la quale sentire di potersi sfogare senza il timore che le sue parole feriscano qualcuno o possano venire interpretate come segnali di uno schieramento.
A suo figlio può, se la situazione relazionale con la moglie non è ancora del tutto compromessa, suggerire un percorso di mediazione che li aiuti nella separazione e nella gestione dell’affidamento del bambino o, in caso contrario e qualora lo veda particolarmente in difficoltà, consigliare un percorso psicologico personale.
Penso che possa essere utile anche la lettura di un libro come Separazione, sempre al tuo fianco di Costanza Marzotto (San Paolo editore), che tratta del tema della separazione proprio “dalla parte dei nonni”.
A lei e al suo nipotino i miei migliori auguri!
Monica Accordini
Servizio di Psicologia Clinica per la coppia e la famiglia
Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC)
Via Nirone, 15 – 20123 Milano MI
Tel. 02.7234.5961
www.unicatt.it/serviziocoppiafamiglia