Risponde lo psicologo – I trasferimenti
Cambiare città, soprattutto per i ragazzi che si affacciano alle soglie dell’adolescenza, può essere complicato. Come aiutarli ad affrontare il cambiamento? I consigli della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
Siamo una famiglia con due figli che abita a Roma. Il più grande è un adolescente di 13 anni che frequenta la terza media; la piccola ha 10 anni e frequenta la quinta elementare. Ci piacerebbe spostarci a vivere fuori citta’, lasciando Roma per una città più piccola nei dintorni.
Un cambiamento di vita
Il cambiamento, anche se la distanza è di pochi chilometri, implicherebbe un cambiamento di vita e temo che questo venga accettato con difficolta’ dai miei figli, soprattutto dal grande che da quest’anno appare molto legato ai suoi compagni di scuola ed è diventato piu’ indipendente: gira con i mezzi pubblici e gioca a rugby stadio dietro casa.
Il figlio adolescente è contrario
Abbiamo già accennato alla possibilità di questo trasferimento e mio figlio si è dimostrato contrario. Gli abbiamo detto che aspetteremo settembre perché, visto che lui passa alle superiori, anche se restassimo in città dovrebbe cambiare scuola e compagni. Per quanto riguarda il rugby, mi sono offerta di portarlo agli allenamenti perché, pur di mantenergli questo sano interesse, sono disposta a sobbarcami un impegno economico e di tempo notevole.
Per mia figlia sono un po’ meno preoccupata, perché è più giovane e per lei dovrebbe essere più facile cambiare.
I dubbi dei genitori
Io però sono un po’ in ansia perché avverto la responsabilità di influire (negativamente?) sulla vita dei miei figli.
Come fare allora per gestire al meglio questo cambiamento?
RISPONDE LA DOTTORESSA MANUELA ARENELLA
È comprensibile che, di fronte a una scelta di vita diversa, ci si interroghi sui tempi, sulle modalità e soprattutto sugli effetti.
È importante sapere che, per un adolescente, un cambiamento in generale e un trasferimento in particolare sono sempre eventi “traumatici”.
Cambiamenti faticosi
Per loro il cambiamento è una tragedia, un qualcosa che mina un equilibrio già precario, in cui ci si barcamena per darsi un’identità, delle stabilità, una continuità basata sugli stessi amici, su un determinato modo di vestire, luoghi da frequentare, ecc…
Pochi chilometri, per un adolescente che non ha ancora la possibilità di muoversi autonomamente, rappresentano distanze invalicabili; il passaggio a una realtà più tranquilla rappresenterà una noia mortale, e molto probabilmente il cambiamento di scuola e compagni (che sarebbe comunque avvenuto) risulterà molto più faticoso.
Essere convinti della propria scelta
In genere però un cambiamento del genere, pur essendo vissuto come un “dramma”, non ha effetti traumatici, soprattutto se sostenute dai genitori con convinzione e coerenza.
Scelte del genere attengono infatti ai genitori. Sono gli adulti che hanno il diritto e il dovere di fare valutazioni di carattere economico, pratico, organizzativo, ecc… Spetta agli adulti valutare la qualità di vita e le opportunità che vogliono dare ai figli, anche se all’inizio loro avvertono più la fatica e la tristezza per ciò che lasciano che non l’entusiasmo per le novità.
È importante perciò che lei e suo marito valutiate i diversi aspetti legati a questo cambiamento e siate convinti di questa scelta.
Se sarete convinti del fatto che il cambiamento può portare benefici e una migliore qualità di vita, sarà più facile gestire e contenere le crisi dei vostri figli; sicuramente soffriranno, proveranno a farvi sentire in colpa, vi accuseranno della loro solitudine o fatica, e allora sarà importante che teniate duro ed abbiate bene in mente le motivazioni che vi hanno spinto a fare questa scelta.
L’importanza del dialogo
Rendetevi disponibili al dialogo con i vostri ragazzi, al mantenere i contatti con i loro legami più stretti lasciati in città, e difendete la vostra scelta come una scelta d’amore, fatta per garantire a tutti una qualità di vita migliore. In questo modo piano piano le loro ansie e sofferenze saranno contenute e gradualmente potranno comprendere la bellezza del cambiamento e godere dell’opportunità che gli state dando.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.