Risponde lo psicologo – Fratelli minori, che fatica!
L’arrivo di un fratellino o di una sorellina spesso coincide con un momento di grande “crisi” per il primogenito. Una crisi che può anche protrarsi nel tempo. Il parere della psicologa Manuela Arenella.
DOMANDA
La mia bimba di otto anni è spesso scontrosa e aggressiva nei miei confronti. È sempre stata una bimba serena ed educata, molto legata a me, ma dalla nascita della sorellina, tre anni fa, ho notato dei cambiamenti.
Il problema ora è che non accetta dei “no” nonostante siano spiegati e motivati, e spesso reagisce o con aggressività (buttando cose a terra dalla rabbia, o spingendomi) oppure chiudendosi in se stessa isolandosi con il suo dito in bocca. Spesso dice bugie, tanto che non si riesce sempre a capire se ciò che racconta sia vero.
È sempre rude con la sorellina, tanto da arrivare tutti i giorni alle mani. Capita anche che faccia fatica a lasciarsi andare alle coccole, e arrivi a rifiutarmi offendendomi in vari modi…
A scuola invece appare una bimba molto diversa, calma, pacata e sensibile nei confronti degli altri.
Io ho la tendenza di fermarmi e spiegare il perché delle scelte che si fanno, ma sembra sempre che non senta, e a volte mi prende anche in giro con smorfie varie, al che talvolta rispondo, esasperata, con una sculacciata che la blocca al momento, ma non risolve nulla.
RISPONDE LA PSICOLOGA
Le reazioni di fronte alla nascita di una sorellina sono varie e complesse. Di sicuro questo evento scatena gelosie e grandi paure di un cambiamento che non si sa dove porterà.
Per la domanda in questione, senza informazioni più ampie, posso solo provare ad avanzare delle ipotesi e a condividere sensazioni.
La prima cosa che mi colpisce è il chiaro esordio di questi disagi: la nascita della sorellina. Come è stata gestita? È stato spiegato cosa sarebbe accaduto, anche legittimando la rabbia e la gelosia? Si è cercato di trasmettere a ciascuna delle figlie la propria unicità, o si è cercato a tutti i costi di fare le cose uguali, per non far torto a nessuno? Questo è uno degli atteggiamenti più diffusi tra i genitori, che però non considerano che in questo modo tendono a omologare e annullare le differenze, e perciò a far sentire ogni figlio non visto.
L’altra cosa importante da notare è che questi atteggiamenti si manifestano a casa, e questo fa pensare che costituiscano, in realtà, un messaggio per i genitori.
L’atteggiamento che lei descrive, parlando di sua figlia, fa pensare ad una sofferenza portata con tanta rabbia.
L’ipotesi è che la sua bimba si sia sentita in qualche modo “derubata” da questa sorellina, che le ha portato via il tempo e la disponibilità della mamma. Da quello che dice, sembra che sua figlia sia molto arrabbiata con lei, e manifesta tanta più rabbia, quanto più è il suo bisogno di sentire la sua mamma vicina. E quando dico “vicina”, non intendo solo un atteggiamento dolce, permissivo, che spiega tutto, ecc…
I bambini sentono vicina anche ( e soprattutto) una mamma che blocca con fermezza dei comportamenti aggressivi, che non si lascia insultare o colpire, fino ad arrivare allo sfinimento che ci fa degenerare nelle sculacciate.
È importante avere un genitore che non ha paura di esercitare la propria autorevolezza, ma allo stesso tempo è pronto ad accogliere le rabbie e a tradurle.
Forse sua figlia avrebbe bisogno di sentirsi dire che lei vede che sta facendo una gran fatica, che si rende conto che è molto arrabbiata con questa mamma che forse per tanto tempo non l’ha capita, che questa sorellina vi ha un po’ tolto del tempo insieme, ecc…
Trovi lei le parole più congeniali, l’importante è che trasmetta a sua figlia il fatto di aver capito cosa c’è dietro la sua rabbia, che la traduca nel suo bisogno di mamma, di recuperare un rapporto unico, tutto vostro. E in seguito a questo sarebbe importante avere dei momenti dedicati alla sua primogenita, delle occasioni in cui la mamma è tutta per lei e si possa costruire un rapporto basato su comprensione e dialogo, fondamentale anche in vista del passaggio alla preadolescenza che a breve sua figlia farà.
Qualora queste indicazioni non sortissero effetto, sarebbe opportuno approfondire la situazione attraverso l’aiuto di uno psicoterapeuta infantile, che potrebbe esplorare meglio aspetti importanti.
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.