Occuparci dei nostri “grandi anziani”: un compito importante

Spesso tocca a noi nonni occuparci dei nostri “grandi vecchi”, garantendo loro il più a lungo possibile una vita serena nella loro casa anche quando cominciano ad avere dei problemi di salute. A venirci in aiuto oggi in questo compito c’è Seremy, un bracciale telematico di nuova generazione.

“Generazione sandwich”: una definizione particolarmente creativa coniata dai sociologi per definire i “nonni” come noi che, doppiata la boa dei sessant’anni, invece di riposarsi (come si faceva un tempo), si ritrovano a combattere su due fronti, quello dei figli e delle loro famiglie (e quindi dei nipoti) e quello dei genitori ormai molto anziani.

E spesso accade che la fatica più grande la facciamo proprio con loro. Perché se occuparci dei nipoti è certo stancante, ma ci dà anche tanta gioia e ci permette di allungare lo sguardo e il cuore verso un futuro che non conosceremo e che ci apre alla speranza, occuparci dei nostri genitori che vediamo via via appannarsi è una fonte di dolore, oltre che di preoccupazione. Ed è un problema da gestire con equilibrio ed efficacia: se da un lato è vero infatti che non possiamo dedicare tutto il tempo che vorremmo ai nostri “grandi anziani”, e che loro d’altra parte ci tengono a sentirsi il più a lungo possibile autonomi e autosufficienti senza gravare su di noi, è vero anche che è oggettivamente necessario “tenerli d’occhio” per poter intervenire tempestivamente in caso di bisogno.

Quali soluzioni adottare, in un Paese che invecchia velocemente (tanto per fare delle cifre, oggi in Italia sette milioni di persone, cioè il 22,8% della popolazione, supera i 75 anni, contro una media europea del 20,3%)? Una è quella di sistemare gli anziani in case di riposo o cliniche riabilitative, ma è una soluzione a cui si ricorre come extrema ratio, perché allontanare i nostri cari dalle loro case, dagli oggetti e le abitudini che li hanno accompagnati tutta la vita è doloroso sia per noi che per loro. D’altra parte lasciare che continuino a vivere nelle loro abitazioni, magari con l’assistenza saltuaria di una persona che li aiuta nelle incombenze più gravose, viene sì incontro ai loro desideri, ma non ci lascia tranquilli, perché temiamo che possano farsi del male e aver bisogno di soccorso proprio quando sono soli.
Una soluzione a cui si ricorre sempre più spesso è quella di dotare i nostri “vecchi” di dispositivi con cui possano avvertirci tempestivamente in caso di bisogno. E in questo campo è ora disponibile un dispositivo davvero agile e sicuro: il bracciale smart Seremy, un semplice bracciale da portare al polso che “parla” con una app da installare sul nostro smartphone.

Una comunicazione “a doppio senso” che ha diversi vantaggi: l’anziano più chiederci aiuto in ogni momento con un semplice gesto, mentre noi possiamo monitorare costantemente anche alcuni dati (il battito cardiaco, la qualità del sonno, l’attività fisica, ma anche che non si allontani dalla zona di sicurezza), senza limiti di distanza.
Un dispositivo di semplice utilizzo, dunque, ma che consente di prolungare la vita indipendente dei nostri anziani e ritardare il più possibile il ricorso ad altre forme di assistenza come la badante o il ricovero in casa di riposo. Per vivere meglio e in serenità, tutti insieme.

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