Nonni che si incontrano e si confrontano… e nasce un libro!

nonni-che-fanno-tante-storie_OKUn gruppo di nonni, l’esperienza ricca, appagante e complessa del loro rapporto con i nipoti, la voglia di metterla in comune. Nasce così Nonni che fanno tante storie – Manuale autobiografico per relazioni ingarbugliate, edito da Casa Musicale Eco.
Un libro insolito, prima di tutto per la sua genesi. Si tratta infatti di un libro corale: gli autori sono sette (Marialuisa Colombo, Luigi Forzatti, Stella Jacomini, Vanda Loda, Giuseppe Magini, Alessandra Stella e Anna Zucca, affiancati da Walter Caponi, autore delle belle illustrazioni), tutti nonni.
E non solo sono amici, ma hanno formato una sorta di “community”: si incontrano a cadenze regolari, per raccontarsi la propria esperienza e interrogarsi sul loro rapporto con i nipoti, ma anche ponendosi delle domande sull’immagine che viene tradizionalmente attribuita ai nonni e sul loro ruolo “sociale”.
blog-dei-nonniTanta “vita vissuta”, dunque, che si è trasferita nelle pagine del libro e che ora dà vita anche a un blog: blogdeinonni.org.

Il libro, Nonni che fanno tante storie, parte dalle domande dei bambini, i nipotini degli autori, per proseguire poi con il racconto di episodi di vita quotidiana e con i giochi che i nonni fanno con i nipotini, per chiudere con una specie di antologia di testi sulla “nonnitudine”.
Materiali diversi, quindi, ma tra i quali scorre, a unirli, un solido filo conduttore: l’idea che i nonni non sono solo complementi indispensabili delle famiglie, coloro che assolvono tante funzioni (portare a scuola i bambini, riprenderli, assisterli nei compiti, stare con loro quando sono malati o durante le vacanze scolastiche…), ma hanno con i bambini un rapporto unico, fatto anche di complicità e di “trasgressione”, che li aiuta a costruire la loro identità e farà parte per sempre del loro vissuto; che i nipoti dobbiamo “goderceli”, ascoltandoli e “rallentando” con loro; e che dobbiamo non solo insegnare, ma anche imparare ai bambini,

Ne abbiamo parlato con Vanda Loda, giornalista e una delle autrici del libro, che ci ha regalato un’ora del suo tempo per confrontarci su questi temi e raccontarci la sua esperienza di nonna.
– Noi siamo una specie di gruppo di “autocoscienza dei nonni”; non so se ne esistano altri, o almeno io non ne conosco – ci dice Vanda. – Nel corso dei nostri incontri, che sono più o meno mensili, parliamo dei nostri nipoti, delle cose che facciamo insieme e del rapporto che costruiamo con loro, ma anche  del rapporto con i nostri figli, che talvolta è un po’ delicato. In realtà, com’è comprensibile, ognuno di noi nonni vorrebbe dare qualcosa di sé ai nipoti, lasciare un segno, costruire ricordi che restino anche in futuro. Per fare questo, spesso dobbiamo anche distaccarci un po’ dal ruolo di accudimento pratico che spesso ci è richiesto.
Nel libro emerge molto spesso il tema della “complicità” tra nonni e nipoti. Qual è la tua esperienza?
– Sì, è una cosa in cui io personalmente credo molto, e così anche gli altri nonni del gruppo. Complicità significa confidenza, fiducia reciproca, e anche la possibilità di qualche piccola trasgressione, come per esempio andare a mangiare ogni tanto hamburger e patatine da McDonalds, cosa proibitissima dai genitori.
Questo però potrebbe creare dei conflitti con i genitori.
– Naturalmente alla base ci deve essere un grande rispetto per la linea educativa impostata dai genitori, e noi nonni non dobbiamo sovrapporci. Però la mia esperienza è che i bambini imparano subito che cosa possono permettersi con noi e sono pronti a rientrare nei ranghi con i genitori, perciò il problema non si pone. E in caso di conflitto comunque per loro è prevalente il modello dei genitori.
Essere nonni comporta anche un cambiamento nel rapporto con i figli?
– Sì, certo, anche se quello con i figli, per la mia esperienza, non diventa mai un rapporto pienamente alla pari, da adulto ad adulto: in qualche modo, restiamo sempre i loro genitori, e questo ha il suo peso.
Qual è secondo te la cosa più importante che possono fare i nonni per i nipoti?
– Sicuramente ascoltarli. Noi abbiamo più tempo per farlo, e spesso anche una maggiore disponibilità rispetto ai genitori (e rispetto a quando eravamo noi genitori di figli piccoli). Noi vogliamo costruire con i nostri nipoti una relazione vera e stimolante, una relazione tra persone che si amano e si rispettano e, appunto, ascoltano. E poi c’è il gioco, importantissimo. Un gioco in cui noi nonni dobbiamo lasciarci coinvolgere, divertendoci con i bambini. E anche questo crea una complicità molto forte.
E quando i nipoti crescono…
– È vero, a un certo punto c’è inevitabilmente il momento dell’allontanamento. Io, per esempio, ho tre nipoti, di cui uno piccolo e due ormai adolescenti. E certo, gli adolescenti li vedo molto meno spesso. Però noto che, quando la mia nipote più grande ha un problema, mi chiama e me ne parla. Magari non segue poi i miei consigli, ma mi cerca, e questo mi fa molto piacere. Insomma, la mia sensazione è che se semini bene, poi il rapporto resta, anche se i fili sembrano allentati.

Nonni che fanno tante storie – Manuale autobiografico per relazioni ingarbugliate, Casa Musicale Eco editore, 18,00 euro

 

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