Nonni, siamo sempre di più!

anziani-amici-brindisi_Goodluz-_-DreamstimeIl mondo? Sempre più anziano! In base al rapporto del Census Bureau statunitense dal titolo Aging World: 2015, finanziato dall’Istituto Nazionale sull’Invecchiamento Usa (Nia), in tutto il mondo la quota di popolazione che supera i 65 anni di età sta aumentando a un ritmo sorprendente: nel 2015 in tutta la Terra ben 617 milioni di persone, pari all’8,5% della popolazione globale, aveva 65 anni o più. E questa tendenza, dicono i demografi, non si fermerà, tanto che si prevede che nel 2050 gli anziani nel globo saranno 1,6 miliardi di persone, pari al 17% della popolazione totale.
Entro quella data, anche l’aspettativa di vita media salirà, passando (sempre a livello globale) dai 68,6 anni di oggi a 76,2 anni, mentre i “grandi vecchi”, oltre gli 80 anni, triplicheranno, passando dai 126,5 milioni odierni a 446,6 milioni.

In Italia

Se questi sono i dati globali, in Italia le cifre sono ancora più eclatanti: nel nostro paese ci sono 157,7 anziani ogni 100 giovani e 55,1 persone in età non lavorativa ogni 100 in età lavorativa. E se anche quest’ultima anno, secondo le stime, la speranza di vita è leggermente calata per la prima volta dopo 10 anni, è comunque attestata a 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne: una speranza di vita che ci pone ai primo posti, a livello globale.

E la salute?

Se questi sono i dati positivi, ce ne sono però anche si negativi. Prima di tutto, se anche viviamo più a lungo, non significa che siamo più sani. Anzi, ci sono una serie di patologie croniche – dal diabete ai disturbi cardiovascolari – che colpiscono in particolare gli anziani, che tra l’altro hanno spesso anche abitudini di vita – il fumo, il consumo di alcool, la sedentarietà – che comportano dei rischi. E questo potrebbe mettere a dura prova, nei prossimi anni, i sistemi sanitari di molti paesi.

Tante opportunità in più

Però impariamo anche a rovesciare il punto di vista: questa prospettiva di anni di vita “in più” significa tante possibilità che ci vengono regalate. Possibilità di stare accanto ai nostri cari, di partecipare attivamente alla vita della famiglia e della comunità in cui viviamo, di metterci al servizio degli altri, di “goderci” un po’ la vita (ci vuole anche questo, no?) magari con qualche viaggetto o con quello che più amiamo fare, di coltivare i nostri interessi, le nostre amicizie, e anche di prenderci cura di noi stessi, cosa che dobbiamo non solo a noi, ma anche ai nostri familiari. Non è una brutta prospettiva, non credete?

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