I nostri auguri a tutte le famiglie!

Natale, tempo di feste, e tempo di bilanci. Bilanci qualche volta un po’ amari, soprattutto se ci guardiamo indietro, a quest’anno appena passato che abbiamo affrontato con la speranza di riuscire a sconfiggere il virus terribile che sta segnando così profondamente la nostra vita, e che finiamo con la consapevolezza che dovremo imparare a conviverci, accettando anche i limiti di una medicina che ci aiuta, ma che non riesce a trovare armi infallibili. Ma bilanci che per noi nonni non possono che essere nel segno della speranza, con lo sguardo volto in avanti, a quel futuro al quale consegniamo i nostri nipotini, nella consapevolezza che il mondo è loro e con l’augurio che sappiano “usarlo”, e preservarlo, meglio di quanto abbiamo fatto noi.

È questo quindi l’augurio che facciamo a tutti i bambini del mondo: che crescano nel segno dell’accoglienza degli altri, di tutti gli altri; che mantengano la capacità di sognare, di immaginare il futuro e di costruirlo; che sappiano scoprire i propri talenti e che riescano a manifestarli e a svilupparli; che non debbano affrontare guerre e divisioni; che il mondo sia sempre per loro un luogo aperto, amico; che abbiano la forza di affrontare le frustrazioni e le sconfitte, inevitabili nel percorso di vita di ognuno, e che riescano a trarne forza.

E per noi nonni? L’augurio è quello di poterne affiancare la crescita il più a lungo possibile, aiutandoli a sbocciare, ad acquisire consapevolezza; quello di essere il loro sguardo volto a un passato che possa costituire la radice su cui crescere e svilupparsi, forti della nostra esperienza e della storia che consegniamo loro.

 

Chiudiamo questi auguri con una bellissima poesia del poeta turco Nazim Hikmet, che dedichiamo a tutti i nostri figli, quelli di ieri, oggi genitori, e quelli di oggi, i nostri nipoti. Che sempre, al centro della loro vita e delle loro azioni, ci sia l’uomo, con la sua complessità e il suo mistero, con le sue contraddizioni e le sue paure, ma anche con la sua forza e la sua capacità di donare amore

 

A mio figlio

Ragazzo mio,

io non ho paura di morire.

Tuttavia, ogni tanto

mentre lavoro

nella solitudine della notte,

ho un sussulto nel cuore:

saziarsi della vita, figlio mio,

è impossibile.

Non vivere su questa terra come un inquilino

o come un villeggiante stagionale.

Ricorda:

in questo mondo devi vivere saldo,

vivere

come nella casa paterna.

Credi al grano,

alla terra,

al mare

ma prima di tutto

all’uomo.

Ama la nuvola,

il libro

la macchina,

ma prima di tutto

l’uomo.

Senti in fondo al tuo cuore

il dolore del ramo che secca,

della stella che si spegne,

della bestia ferita,

ma prima di tutto

il dolore dell’uomo.

Godi di tutti i beni terrestri,

del sole,

della pioggia

e della neve,

dell’inverno e dell’estate,

del buio e della luce,

ma prima di tutto

godi dell’uomo.

Nazim Hikmet, Poesie d’amore, Mondadori

 

 

 

 

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