“Fammi essere ancora figlio”: una poesia per i papà
La festa del papà è qui, e noi siamo felici di festeggiare questo momento pieno di gioia. Ma rivolgiamo un pensiero anche ai papà che non ci sono più, ma che ci camminano sempre accanto, con questa bellissima poesia di Gabriele Corsi, che vibra di rimpianto per un tempo che non potrà mai ritornare.
Fammi essere ancora figlio
Fammi essere ancora figlio.
Solo una volta. Una volta sola.
Poi ti lascio andare.
Ma per una volta, ancora,
fammi sentire sicuro.
Proteggimi dal mondo.
Fammi dormire nel sedile dietro il tuo.
Guida tu. Che io sono triste e stanco.
Ho voglia che sia tu a guidarmi, papà.
Metti la musica che ti piace.
Che sarà quella che, una volta cresciuto,
piacerà a me.
Fammi essere piccolo.
Pensa tu per me.
Decidi tu per me.
Mettimi la tua giacca,
che a me sembra enorme,
perché ho freddo.
Prendimi in braccio e portami a letto
perché mi sono addormentato sul divano.
Raccontami storie.
E se sei stanco, non farlo.
Ma non te ne andare.
Ho voglia di rimanere figlio per sempre.
Abbracciami forte come dopo un gol.
Dormi ancora,
come hai fatto per una settimana,
su una sedia accanto al mio letto in ospedale.
Rassicurami.
Carezzami la testa.
Lo so che per tutti arriva il momento
in cui devi fare da padre a tuo padre.
Ma io non voglio. Non ora.
Voglio vederti come un gigante.
Non come un uccellino.
Non andare, papà. Ti prego.
Fammi essere ancora figlio.
Fammi essere per sempre tuo figlio.
Gabriele Corsi