Come si nutrono i nostri ragazzi?

ragazzi-mangiano-pizza_Serrnovik-_-Dreamstime.comCome si nutrono i nostri ragazzi? E come si nutrono, in particolare, gli adolescenti, in quell’età in cui che spesso cominciano a sfuggire, almeno in parte, alle “regole” alimentari che vigono in famiglia? Ha provato a rispondere a questa domanda la ricerca “Cibo per la mente”, un’indagine sulle abitudini e gli stili di vita degli adolescenti condotta da SIMA (Società Italiana di Medicina per l’Adolescenza) e Laboratorio Adolescenza in collaborazione con Coop.

Dalla ricerca, condotta su un campione di 2153 studenti, metà maschi e metà femmine, della terza media inferiore, emerge che i nostri ragazzi… beh, si nutrono piuttosto male.
Prima di tutto, solo il 32% degli intervistati dice di fare i 5 pasti al giorno raccomandati, il 65% si limita ai tre pasti principali e c’è un bel 35%, formato in particolare dalle ragazze, che salta anche la colazione. Si tende quindi a concentrare l’alimentazione della giornata nel pranzo e nella cena, ben lontano dalle raccomandazioni dei medici di frazionare i pasti, per bilanciare l’apporto nutritivo nel corso della giornata.

Poi, l’alimentazione dei nostri ragazzi sembra essere  piuttosto monotona: più della metà dichiara di mangiare solo le cose che piacciono loro, con un buon 20,5% che dichiara di mangiare raramente o mai la verdura, un 33,3% che dice lo stesso dei legumi e il 30,4% del pesce. In generale, comunque, il consumo abituale di pesce è molto basso: appena il 7,3%.
D’altra parte, per noi nonni questa è esperienza quotidiana: tanti ragazzi rifiutano ostinatamente di mangiare intere categorie di alimenti, per quanto possiamo sforzarci di prepararli in modo appetitoso.
Tra le cose che piacciono molto, invece, c’è la carne (75,3% degli intervistati), i dolci (70,6%) e i salumi (68,6%): tre categorie di alimenti che invece, come sappiamo, andrebbero limitate.
In generale, i ragazzi che abitano nei grandi centri dichiarano più spesso di “mangiare sempre le stesse cose”, e questo forse è legato al fatto che in città è più difficile che la famiglia si riunisca per il pranzo e spesso gli adolescenti cominciano a quest’età a prepararsi qualcosa da soli.

Altro dato preoccupante, molti di questi ragazzi (il 22%dei maschi e il 28% delle femmine) dichiarano di aver già fatto una dieta dimagrante o di volerla fare (il 17%: e siamo in terza media!), ma soprattutto quelli che l’hanno fatta… hanno spesso fatto di testa propria, senza rivolgersi a un medico.

Una parte dell’indagine riguarda poi le conoscenze alimentari dei ragazzi. Qui i dati sono confortanti: i ragazzi per la maggior parte (e le femmine più dei maschi) sanno che cosa contiene un alimento (proteine, carboidrati…) e hanno sentito parlare di alimenti OGM. Anche sul concetto di “spreco alimentare” e sulle sue cause sembrano essere preparati, mentre su altri aspetti (commercio equo e solidale, filiera corta eccetera) hanno, prevedibilmente, idee meno chiare.

Poi, la spesa. Le famiglie fanno la spesa per lo più (ben nel 78,9% dei casi) nei supermercati e i ragazzi, sia maschi sia femmine (ma soprattutto le femmine), accompagnano piuttosto spesso la mamma e il papà, e spesso sono coinvolti nella scelta degli alimenti.
A guidare le indicazioni di acquisto dei ragazzi, però, non sono considerazioni relative a un’alimentazione equilibrata, ma nell’82,3% dei casi il fatto di averlo visto /assaggiato da un amico, come anche la confezione, l’esposizione, la pubblicità.

Il potere della pubblicità, comunque, è grande, ma minore di quello che ci si potrebbe aspettare: è ancora forte la pubblicità televisiva, molto meno quella su Internet. Però l’87,9% dei ragazzi dice che è utile per far conoscere nuovi prodotti e il 55,6% dichiara che aiuta a scegliere, anche se c’è il 63,6% degli intervistati si rende conto che senza pubblicità i prodotti costerebbero meno

Infine, dall’indagine emergono anche dei dati significativi sul peso dell’educazione familiare. A genitori attenti ai consumi e all’acquisto alimentare (che, per esempio, leggono le etichette dei prodotti) corrisponde un’alimentazione più varia, un maggiore consumo di frutta e verdura, una maggiore consapevolezza sul contenuto dei diversi alimenti.
Insomma, anche a quest’età, quando i ragazzi sono sulla soglia degli anni difficili, in cui temiamo che possano “sfuggirci di mano”, l’impostazione familiare è importante e serve. E meno male!

 

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