Nonno e nonna: quali le differenze?

Diventare mamma, diventare papà… Tutti noi siamo naturalmente portati a distinguere tra il ruolo della madre e quello del padre nella formazione dei bambini e, ancor prima, a riflettere sul loro modo, così diverso eppure complementare, di affrontare l’avventura di un figlio.
Ma… e per i nonni? Di loro si parla sempre al plurale, senza fare distinzioni, come se fossero un tutto unico. Invece anche il nonno e la nonna, pur condividendo la gioia per la nascita di un nipote, affrontano in genere (naturalmete, ognuno poi la ha sua storia…) questa fase della vita con sfumature e atteggiamenti diversi.

Un’emozione vissuta in modo diverso: le nonne…

La prima differenza è che… il nonno è un uomo e la nonna una donna. Certo, detto così sembra una banalità, ma è vero che c’è un modo diverso di vivere la ridda di sentimenti scatenati della nascita di un nipote.
Se infatti per entrambi i nonni l’arrivo di un nipote significa tornare indietro nel tempo e rivivere le emozioni che avevano vissuto alla nascita di un figlio, per il nonno queste emozioni lo riportano al passato, mentre per la nonna sono emozioni del presente.
La nascita di un nipote fa rivivere alle nonne uno dei momenti più intensi della loro vita, quello in cui sono diventate madri, in cui hanno trasmesso la vita. Per loro, non si tratta solo di un ricordo, ma di un momento in cui tornano al passato, a un’esperienza totalizzante che ha plasmato tutta la loro esistenza; un’emozione resa più intensa dalla consapevolezza che la vita che loro stesse hanno donato viene ora trasmessa, che il miracolo della nascita si è ripetuto.
Insomma, il rapporto speciale tra madre e figlio finisce col riflettersi, almeno in parte e almeno nei primi tempi dopo la nascita, sul rapporto tra nonna e nipote: le nonne sentono ridestarsi il proprio senso materno, che si traduce ora nel desiderio di proteggere –i figli, il nipotino – e in un’immensa tenerezza.

… e i nonni

Per i nonni l’impatto della nascita di un nipotino è diverso, le emozioni forse più sfumate. La gioia si mescola alla nostalgia, e forse a un pizzico di malinconia, per il tempo trascorso, per la consapevolezza, che si affaccia ora in modo prepotente, che una fase della propria vita è definitivamente tramontata. E talvolta (e comunque più spesso delle nonne) provano perfino un po’ di fastidio all’idea stessa di essere chiamati “nonno”, che, per quanto ormai la speranza di vita si sia allungata e i nonni di oggi siano spesso attivi e pieni di energie, evoca l’immagine di persone decisamente sulla strada del tramonto.

Poi, passati i primi giorni, il flusso della vita e le urgenze della quotidianità fanno sì che le emozioni, pur così intense, si ridimensionino, e che entrambi si ritrovino a condividere una gioia intensa ma più tranquilla, nella piena consapevolezza del proprio nuovo ruolo.

 

2 commenti su “Nonno e nonna: quali le differenze?

  1. Diventare nonna mi ha trasformata, proiettandomi in una situazione per la quale non avevo codici. Stranamente non mi acccade di evocare la “mia” maternità. Sono diversa da allora, meno vaga e più concreta. Nulla si ripete in fotocopia.Non è l’ esperienza di madre che mi dà gli attrezzi giusti, o almeno non solo. Me li creo giorno per giorno, e anzi me li suggeriscono gli stessi nipoti. Con loro gioco (non lo facevo con la loro madre), lancio palloni, faccio barchette di carta, creiamo assieme ministorie. Mi aiutano a mantenere il contatto col mondo che muta.

    1. Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza, Luciana! Ognuno è nonno/nonna a modo suo, e questo è il bello, no? Ed è vero che il nostro ruolo è così diverso da quello dei genitori, e che comunque il tempo è passato, quindi le cose sono cambiate. Ma è questo il bello, no?
      Annlisa Pomilio
      noinonni.it

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